Giulia Fresca bistrattata in campagna elettorale, ma ambita per incarichi in giunta
Intanto si acuisce lo scontro tra Prencipe e Rotice
FINO ALL’ESITO del primo turno di queste bizzarre e per tanti versi enigmatiche consultazioni elettorali che dovranno designare sindaco e consiglieri (e assessori) del nuovo consesso governativo di Manfredonia, è stato il bersaglio numero 1 dei vari concorrenti agli scranni di Palazzo San Domenico. Dava fastidio e sofferenza quella sua capacità di esprimersi e di andare al fondo dei problemi veri della città e di analizzarli senza veli e condizionamenti; cosa che invece è subito piaciuto alla gente che, contrariamente a quanto si ritiene, se lasciata libera di pensare e decidere, sa bene come orientarsi. Non era stato gradito quel suo “ritorno” nella sua città natale dopo aver accumulato esperienze professionali ed onori in mezzo mondo. E poi era una donna. Insomma: una novità assoluta, il cambiamento auspicato personificato, in linea con le tendenze diffuse e perciò ritenuta una intrusa da fare fuori (politicamente) con ogni mezzo. E non riuscendoci sul piano politico e dialettico, si sono tentate anche vie traverse che sono state regolarmente denunciate all’Autorità giudiziaria.
IL NOME di questa balda signora tanto volenterosa quanto puntigliosa che ha deciso di dare una mano alla sua martoriata Manfredonia, è Giulia Fresca, ingegnere di professione, ma per la gente è solamente Giulia. A supportarla nella difficile e complicata contesa elettorale, una coalizione di movimenti civici anch’essi in contrapposizione ai poteri forti. Un confronto impari. I risultati delle urne hanno confermato questo scenario sghembo. Giulia è risultata sconfitta ma non umiliata, così come era nelle intenzioni. Ha anzi ottenuto un successo personale lusinghiero che ha rafforzato le sue convinzioni nella Politica chiara e autentica a servizio della gente. Il suo posto, dichiarato e confermato, è pertanto l’opposizione, costruttiva, ragionata, ma opposizione.
MA E’ A QUESTO PUNTO che la storia politica di Giulia Fresca, si arricchisce di episodi impensabili, dati i precedenti. Tanto Gaetano Prencipe, quanto Gianni Rotice, i due eletti andati al ballottaggio per l’assegnazione della fascia tricolore, l’hanno cercata e hanno voluto parlarle. Cosa che la Giulia, come è nel suo carattere, ha acconsentito. Incontri cordiali, serviti essenzialmente a recuperare quel rispetto che anche in politica dovrebbe fare da base imprescindibile, ma anche, l’occasione da parte dei due contendenti sindaci, a prospettare all’antica avversaria, una collaborazione costruttiva. Prencipe le ha proposto addirittura la carica di assessore alle opere pubbliche con delega a vice sindaca. A parte il riconoscimento prestigioso anche se postumo, una mossa estemporanea motivata da carenze di personale o un tentativo di arruolarla alla filiera che fa capo a Emiliano rappresentato in loco da Con eccetera?
NATURALMENTE Giulia ha categoricamente declinato l’allettante offerta fedele alla sua convinzione che in politica non c’è una terza via, e in pieno accordo con la sua coalizione, nella prossima consiliatura siederà nei banchi dell’opposizione.
E QUESTA è una certezza nel ginepraio di incertezze e opacità che sempre più fittamente pervadono gli schieramenti dei due contendenti rimasti sul campo. È una corsa all’incetta del voto, qualunque siano le modalità. È un guerreggiare aspro e senza esclusioni di colpi. Non si lesinano reciprocamente accuse gravi e feroci per le quali sono state attivate querele e denunce alla Magistratura. Il quadro che ne viene fuori è dei più foschi e sconvolgenti. Per tanti versi si dà fondamento al provvedimento di scioglimento del comune ordinato dalle autorità governative. Della Politica non è rimasto più niente.
A USCIRNE a pezzi è la città che appare ancor più tradita alla luce delle luminarie artistiche diffuse predisposte da privati cittadini, che ingentiliscono la città e rincuorano i manfredoniani cui si unisce la folla di visitatori che amano Manfredonia e vorrebbero vederla per quello che è, una città luminosa, accogliente, operosa.
Michele Apollonio