SIAMO ALL’EPIOGO. Ancora alcune ore, 24 delle quali di assoluto silenzio, e si apriranno le urne elettorali nelle quali gli elettori dovranno depositare il nome del candidato preferito alla carica di sindaco della città. Non c’è molto da pensare: sulla scheda ci saranno soltanto i loro nomi. Non si potrà sbagliare. Poca importanza avrà il numero dei votanti dal momento che al ballottaggio, scartato il caso del tutto eccezionale che i due candidati ottengano un egual numero di voti, è proclamato sindaco il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. Al primo turno i due i due candidati rinviati al ballottaggio, sono stati divisi da una manciata di voti. Si prevede che la volata sul traguardo di Palazzo San Domenico, sarà tiratissima e probabilmente incerta. Chi sarà il 21esimo sindaco di Manfredonia, Gaetano Prencipe, già 16esimo sindaco (1995-2000); oppure Gianni Rotice che concorre per la prima volta? Ad occupare il massimo scranno del consiglio comunale, tornerà un avvocato (sono tanti nella storia dei sindaci) o farà l’esordio un ingegnere imprenditore?
SARA’ UNA SCELTA importante che determinerà, almeno questa è la speranza dei manfredoniani, una svolta ancor più importante nella vita cittadina: quella di segnare una profonda discontinuità con un passato politico-amministrativo la cui ombra sinistra si allunga oltre un quarto di secolo, e conclusosi con il peggiore degli esiti che un comune possa immaginare: lo scioglimento per intervento dello Stato con la allarmante motivazione delle infiltrazioni mafiose. Un’onta grave e ignominiosa abbattutasi su una città dalla millenaria storia gloriosa, rimasta come sospesa nel limbo delle iniziative riparatrici.
L’INIZIO del riscatto potrebbe essere questo della elezione di una nuova compagine amministrativa con le carte in regola per riprendere il corso virtuoso della storia sipontina. In campagna elettorale si è fatto sfoggio da parte delle varie formazioni politiche che si erano candidate alla guida della città, di intenzioni e promesse sfavillanti. Un gran parlare ma anche uno sgomitare impetuoso sfociato spesso in attacchi, anche personali, che hanno abbassato e inquinato di molto il livello del confronto. A rimettere le cose in ordine e dare concretezza alla politica chiacchierata, sarà il ballottaggio di domenica 21 novembre 2021. Il momento fatidico della grande decisione.
I DUE CONTENDENTI sono sulla carta l’uno, Prencipe, esponente della sinistra; l’altro, Rotice, della destra. “Sulla carta”. In effetti la gran moltitudine di liste, venti sparse tra i vari settori, che, oltre i ballottisti, sostenevano altri quattro candidati sindaci, si sono sparpagliate in mille rivoli ognuno con una scelta di voto propria. La gran parte ha evitato gli “apparentamenti”, la dichiarazione cioè di sostegno ad un candidato sindaco, e lasciato libertà di voto ai propri seguaci. Ma le voci di “radio fante” elettorale dicono che ci sono tanti accordi più o meno taciti. In questo contesto ha fatto scalpore l’annuncio di Gaetano Prencipe dell’arrivo del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a sostenere la sua candidatura. Un continuum, quello di Emiliano, iniziato con la partecipazione questa estate alla festa di “Con” e conclusa oggi con la festa della candidatura di Prencipe. La dimostrazione evidente – è la corale osservazione alquanto stizzita delle altre parti politiche – della operatività della filiera che da Emiliano si allunga in loco sostenuta da “Con” e suoi referenti più o meno occulti, e che ora arriva sino a Prencipe. Il timore avanzato è che sia un tentativo niente affatto velato di raccordo con la vecchia nomenklatura sciolta?
MA ORMAI è tempo di urne. L’attesa si sposta a domenica notte e lunedì mattina quando Manfredonia saluterà il nuovo sindaco. Il primo segale del cambiamento?
Michele Apollonio