Più prevedibile del maltempo a Pasquetta, ecco arrivare, come sempre in ritardo per cercare di sfruttare l’hype comunicativo, l’ennesima ammuina della coalizione Prencipe. Ieri pomeriggio, pubblicavo un post social “E’ ora di scegliere tra il passato ed il futuro” (che ha ha avuto immediato e grande riscontro mediatico) e loro cosa fanno? Rilanciano stucchevolmente, seppur profondamente vecchi dentro e fuori, con “Un futuro migliore è possibile, anzi è già iniziato”, proseguendo in quell’opera di scimmiottamento avviata a partire dal claim della campagna elettorale “è ora di” vs “non ora, sempre”. Insomma, di originalità e di nuovo c’è ben poco, anzi c’è un diffuso odore di naftalina nell’aria. In questa campagna elettorale non abbiamo mai sentito il candidato sindaco Prencipe esprimere prioritariamente dichiarazioni legate a contenuti del programma. E’ stato un continuo rincorrere (riuscendoci malamente) delle nostre iniziative e dichiarazioni, nonché di livorose offese e gratuite denigrazioni personali.
Sono ossessionati dalla mia persona e dal mio passato istituzionale; comprendo benissimo che avrebbero voluto un profilo come il mio in qualità di candidato sindaco ed, invece, hanno dovuto ripiegare all’ultimo minuto sull’eterno tappabuchi, da loro stessi screditato e scaricato senza pietà più e più volte.
Fanno un gran parlare di credibilità e affidabilità, ma lo stesso loro candidato sindaco, parlava negativamente di quella coalizione e dei suoi componenti fino a qualche giorno prima dell’accordo. Sono così attendibili e sinceri che, per la vergogna, hanno rinunciato al simbolo del PD pur confermando l’impianto organizzativo e rappresentativo di quel partito. Una coalizione di burattini e burattinai, con candidati parenti e amici dei soliti volponi pronti a rimettere mano nella gestione del potere, altro che bene e sviluppo della città. Chiacchiere, come sempre hanno saputo raccontare in venticinque anni di bugie e danni. Solo chiacchiere e distintivo.
Usano toni trionfalistici, ma tremano dentro. I loro consensi sono in caduta libera. Sono passati dal 58% del 2015 al 27% odierno, con appena 130 voti di vantaggio sul sottoscritto. Un’inezia, rispetto alla forte richiesta di cambiamento chiesta dai cittadini che loro non possono fermare. Per non parlare del loro candidato tanto da loro osannato, ma che viene sconfessato anche dai dati di domenica 7 novembre, dove lui perde circa mille voti rispetto alle preferenze della coalizione. Cosa significa? Che c’è stata una valanga di voti disgiunti, ovvero a candidati consiglieri ed elettorato questo candidato non è di loro gradimento. Davanti a questo quadro non bisogna aggiungere altro. Il cambiamento può avvenire solo e soltanto guardando avanti, recidendo il cordone ombelicale con il passato.
Tra il passato ed il futuro, Manfredonia chiede e merita il futuro!
Che delusione questi arrampicatori del Palazzo San Domenico,anzichè scrivere e parlare di programmi fattibili per la nostra serena e confortevole città,si spelacchiano a vicenda ” tu sei ” tu non sei”. Se non siete all’altezza della situazione,ritiratevi tutti e due e lasciamo ancora a bivaccare i famosi tre commissari da 5.000 euro al mese. Questo merita la nostra benemerita città,visto che non ha uomini con le pallle. Cara redazione non ho duplicato un cavolo di niente questo è il mio primo e ultimo commento su questo sito.