Tra Prencipe e Rotice perfettamente appaiati
SARANNO dunque Gianni Rotice sostenuto da un raggruppamento riferibile al centrodestra, e Gaetano Prencipe sostenuto da un raggruppamento riferibile ad un centrosinistra, a contendersi l’investitura di 21esimo sindaco di Manfredonia. Quando mancano i dati di alcune sezioni ritardatarie, entrambi sono accreditati di poco più del 25 per cento ciascuno. Ben al disotto delle aspettative suffragate da una poderosa e dispendiosa campagna elettorale. Ora hanno due settimane per prepararsi al braccio di ferro conclusivo. Che a questo punto non è dato immaginare quale potrà essere il risultato finale. Molto dipenderà anche dalle scelte degli altri partecipanti a questa sfida elettorale che sono rimasti indietro sia pure onorevolmente.
IN QUESTA lotta titanica si sono ben inseriti gli outsider Raffaele Fatone (circa 20%) rappresentante di una coalizione guidata da 5Stelle, e Giulia Fresca (circa 17%) espressione delle civiche Agiamo-Manfredonia Nuova-Sipontum. Deludente la posizione di Maria Teresa Valente (6,69%), espressione di una cordata che arriva sino al governatore Emiliano. Chiude Tommaso Rinaldi (poco più del 5%), rappresentante di Azione che ha pagato la presunzione di correre da solo e le errate valutazioni socio-elettorali. Si vedrà ora quali saranno le scelte di queste formazioni in vista del ballottaggio.
MA AL di là dei risultati innanzi riferiti, i numeri espressi dal corpo elettorale, sia quelli manifestati sia quelli rimasti in pectore, vanno ben oltre il semplice significato della loro asettica freddezza. Intanto l’afflusso. Il conteggio si è fermato a 61,12% pari a 29.753 votanti. Rispetto alle votazioni di 5 e 10 anni fa, c’è stata una discesa progressiva e decisa. Nel 2010 i numeri sono stati 76,01% e 36.726; nel 2015 rispettivamente 67,325 e 33.065; in questa tornata i votanti sono stati 29.753 pari al 61,12%. Sono mancati poco meno di sette mila votanti (6.966) pari al 14,89%.
UNA PARTECIPAZIONE sempre meno rispondente a quella definizione di “popolare” che caratterizza per l’appunto la “consultazione popolare”. Ben 18.941 elettori manfredoniani hanno detto no a queste consultazioni. Probabilmente, anzi sicuramente, parte di quella folla di cittadini, non sono neanche residenti in città, trasferitisi altrove per necessità di lavoro. Ma non è solo questa la ragione che ha allontanato i cittadini dal voto. Fortemente ha pesato la situazione politico-amministrativa disastrosa conseguente allo scioglimento dell’amministrazione comunale e relative incandidabilità di sindaco e vice sindaco; la devastante situazione economica; la dilagante irrefrenabile disoccupazione.
NON POCHI osservatori hanno rilevato che, a ben guardare, una scelta per il “nuovo”, il “cambiamento”, c’è stata (i voti a Fatone, Fresca e Rinaldi) solo che il “vecchio” ha potuto godere delle posizioni acquisite per imporre le proprie scelte.
L’AUSPICIO da avanzare è che il nuovo inquilino di Palazzo San Domenico sia travolto dall’ondata di cambiamento che si va imponendo in Italia e in Europa e ne segua i buoni propositi.
Michele Apollonio
In sostanza, secondo il solito parere interessato dell’articolista, il “nuovo” è quello individuato dallo stesso, di conseguenza tra il vecchio lui vede anche Gianni Rotice, mai entrato finora in alcun agone politico. Ci crede davvero o cambia idea???? Cambierà!!!!