Di Aldo Caroleo Archeoclub Siponto in form. Aps
Nel mese di novembre (il 6 del mese) la Chiesa ricorda un grande Santo, che ha dato il nome ad una delle più splendide Abbazie della Puglia .
(Queste note sulla sua vita sono tratte da un mio lavoro sull’Abbazia di San Leonardo di Siponto, che spero di poter pubblicare).
La Vita di San Leonardo si identifica con il periodo storico piu’ travagliato della Chiesa, vale a dire nel V Sec. nell’Europa occidentale in particolare la Gallia, dove le eresie minavano il nome della chiesa di quel tempo in seguito alle invasioni barbariche, soprattutto l’Arianesimo, che aveva fatto moltissimi adepti tra cui i Franchi.
I Franchi erano popoli Teutonici o Germanici,composti da una lega di tribu’ che guidati da Meroveo,da cui i Merovingi, invasero la Gallia e se ne impossessarono dandole il nome di Francia.
Ma fu Clodoveo Ludovico colui che conquistò la Gallia a Soissons dando inizio prima alla dinastia dei Merovingi che continuò poi con quella dei Carolingi,capitanati dall’uomo più grande dei secoli barbari: Carlo Magno–
Al nome di Clodoveo è legato il grande evento che la Chiesa registra nella sua storia, vale a dire la vocazione dei Franchi ,avvenuta con la conversione di questo Re che per disposizione divina ,ebbe la ventura di tenere al suo fianco una donna ammirabile e santa:la Regina Clotilde.
San Leonardo nacque in quel periodo storico, sul finire del V Sec. da una nobile famiglia Franca. Il padre,cugino di Clodoveo,passò ad abitare alla corte del re dove occupava importanti cariche militari.
La nascita di quel bambino fu salutata da grande giubilo e i genitori e il parentado vedevano un futuro fulgido del piccolo a corte.
Alla Corte di Clodoveo era sempre presente San Remigio ,seguace di San Martino di Tours, che aveva battezzato Clodoveo nella conversione, quel bambino seguiva sempre Remigio.
Anche nella scelta del nome del bimbo si volle un’allusione alle speranze del fanciullo, cercando un nome nuovo che rispondesse al momento storico di una forte nazione,convertita al Cristianesimo e, quasi sicuramente,col consiglio di San Remigio e il consenso di Clodoveo,si decise di unire il nome Leo (Leone), emblema di fierezza e della potenza teutonica,al nome Nardus (Nardo) simbolo di mite fragranza insita nello spirito cristiano
“Nardus mea dedit odorem suavitatis” Can. 1,11
(mentre il mio Sposo arriva, il mio Nardo effonde il suo aroma soave)
(il Nardo è una pianta aromatica simile alla lavanda da cui si preparavano degli oli profumati: citata spesso nel sia nel VT che nel NT, come appunto nel Cantico dei Cantici.Nel Nuovo Testamento ricordiamo che Maria Maddalena cosparse con olio di Nardo, di puro Nardo, il capo e i piedi di Gesu’ asciugandoli con suoi i capelli..)
Al che si puo’ aggiungere che il nome Leo-Nardus fosse ispirato da Dio stesso quasi a preconizzare l’evangelica potenza delle virtu’ di Leonardo. Un geniale scrittore detto’ il seguente motto:
“Fortis ut leo,rèdolens ut nardus,tu, Leonardus, eris”
(forte come un leone,profumato come il nardo, tu, Leonardo,eri)
Dove maggiormente rifulse la sua viva carità fu verso i carcerati, forse perché vedeva in essi la parte più derelitta e sofferente dell’umanità, a quel tempo legati in ceppi e catene.
Quindi Leonardo, come San Remigio, chiesero ed ottennero da Clodoveo il permesso di poter liberare,nell’ambito del regno, dalle carceri tutti quelli degni di liberazione, a condizione che si ravvedessero.
Molti furono i prigonieri da lui liberati,nel corpo ma anche dalle catene del peccato.
Il Santo esercitò il suo apostolato nella selva di Noblac,a Pauvin e fu meta di coloro che desideravano avvicinarsi alla fede di Cristo liberandosi dalle catene del peccato morale e materiale.La chiesa di Noblac fu ufficiata per lungo tempo dai Canonici Regolari di Sant’Agostino che poi ne propagarono il culto.
Il Santo viene raffigurato con le catene e il Vangelo:
“ Io ti libero come uomo dalle catene degli uomini, ma e’Cristo e la sua Parola che ti liberano dal peccato morale.”
L’Abbazia di San Leonardo di Siponto è stata fondata proprio dai Canonici Regolari di Sant’Agostino agli albori del XII Sec.
Al suo interno c’e’ una statua che lo raffigura con catene e Vangelo.Un’altra,trasferita sitrova nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Manfredonia.
Sulla lunetta del portale dell’Abbazia vi è raffigurato in rilevo il Santo con catene e Vangelo in atto di preghiera.
L’Abbazia è stata ed è stata punto di riferimento per i pellegrinaggi in Terrasanta meta fondamentale per il pellegrinaggio verso il Santuario Micaelico di Montesantangelo, ma anche un caposaldo dell’architettura Romanico Pugliese con cupole in asse sulla navata centrale.
Aldo Caroleo Archeoclub Siponto in form.aps