Dopo innumerevoli resistenze e cavilli burocratici finalmente il grande sogno del Maestro d’ascia Antonio Berardinetti, accarezzato da anni, finalmente è divenuto realtà. Intitolare lo spazio recentemente rigenerato, occupato dai cantieri navali per la realizzazione di imbarcazioni da pesca, ai Maestri d’ascia. Una categoria che attraverso un lavoro silenzioso ha reso grande la nostra marineria. Per ricordare in particolare le famiglie : Rucher, Fortunato, Castigliego, Guerra e Berardinetti che, nel tempo, hanno fatto grande questa attività Tante sono state le imbarcazioni dagli stessi costruite , non solo per la marineria sipontina, che hanno solcato il nostro meraviglioso e pescoso mare Adriatico, attestandosi al terzo posto in Italia per la produzione di barche da pesca, dopo Mazara del Vallo, e S. Benedetto del Tronto, con una flotta peschereccia di oltre cinquecento unità, poi ridotta negli ultimi anni a meno della metà, dovuta alla grave crisi della pesca. Ieri il grande giorno, lo scoprimento della targa che fa di quello spazio Piazza Maestri d’ascia. Segno tangibile che la Commissione straordinaria del Comune di Manfredonia: Dott. Vittorio Piscitelli, dott.ssa Francesca Anna Maria Cera e il dott. Alfonso Agostino Solopeto, hanno voluto lasciare alla città al termine del loro mandato. Alla cerimonia, presenti l’Arcivescovo P. Franco Moscone, la Commissione straordinaria, il Capo del Coompartimento Marittimo e Com.te la Capitaneria di Porto di Manfredonia, CF (CP) Giuseppe Turiano, il dott. Piscitelli, nella sua beve, quanto incisiva prolusione, ha sottolineato che con questo piccolo, quanto significativo atto, dovuto alla città di Manfredonia, si è voluto, a perpetua memoria, lasciare un segno indelebile ad una benemerita categoria che in silenzio ha fatto grande la marineria sipontina. Anche P. Franco prima di procedere alla benedizione della Piazza, ha sottolineato il valore che questo gesto assume in un contesto sociale molto importante, segno tangibile che la città, con forza intende tornare alla normalità attraverso gesti che le restituiscano la dignità che si merita.
Matteo di Sabato
(Le foto aeree sono di Bruno Mondelli)