Si era presentato all’improvviso all’interno degli uffici comunali, in una mattina di fine agosto. M.P., 42 enne di Carlantino, dai molteplici trascorsi giudiziari, aveva iniziato ad inveire, minacciare il Sindaco, reo, a suo dire, di non aver mantenuto le promesse per un posto di lavoro.
Quello stesso comune che negli addietro più volte aveva erogato aiuti a suo vantaggio, conoscendolo quale persona bisognosa e necessitante di aiuto.
Ma le richieste di aiuto, nel tempo erano divenute pretese, ed il tono era divenuto minaccioso ed aggressivo. Non solo; lo stesso, più volte invitato, dagli assistenti sociali, a recarsi presso strutture assistenziali in grado di fornirgli il necessario supporto, anche sotto il profilo sanitario e psicologico, non aveva mai accolto l’invito, alzando un muro e divenendo sempre più violento e non dialogante.
Fino ad arrivare a quella mattina di agosto, quando, però, gli eventi sembrano precipitare. L’uomo non chiede più aiuto, ma urla, sbraita, minaccia ed impreca nei confronti del sindaco del paese e del vigile in quel momento presente negli uffici comunali, giungendo fino a tentare di colpirli con una sedia. Solo l’intervento dei Carabinieri di Celenza Valfortore, attivati, tramite disperata richiesta di aiuto del primo cittadino, veicolata loro tramite il numero di pronto intervento 112, scongiura il peggio, riportando provvisoriamente l’uomo alla calma.
I gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico del prevenuto, indagato per atti persecutori e tentata estorsione nei confronti del primo cittadino del piccolo comune dauno, nonché la sussistenza di evidenti esigenze cautelari, in ragione dell’escalation delle condotte pericolose dallo stesso poste in essere nel tempo, hanno fatto sì che nei suoi confronti il G.i.p. presso il Tribunale di Foggia, sposando appieno la richiesta del PM titolare dell’attività e le risultanze dell’attività investigativa diretta dalla Procura di Foggia e condotta dai Carabinieri di Celenza Valfortore, emanasse ordinanza di custodia cautelare in carcere.
La citata misura cautelare i carabinieri l’hanno tuttavia eseguita, il 20 ottobre scorso, in carcere a Foggia, dove il M.P. si trovava già da qualche giorno, dovendo scontare pena detentiva per altra causa.