PARAFRASANDO il verso di Dante del primo canto del Purgatorio, Legalità vo’ cercando ben si attaglia alla situazione in cui si dibatte Manfredonia alla vigilia ormai prossima (domenica 7 novembre) delle elezioni che diranno se la città col suo variegato territorio ha imparato la lezione e deciso di intraprendere la strada della democrazia e appunto della Legalità (con la L maiuscola) o se vorrà rimanere avvinghiata ad una situazione di perversa depressione che l’ha portata al punto in cui si ritrova, in un precipizio economico, sociale, politico, amministrativo.
ALLA LEGALITA’ l’associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” ha dedicato una riflessione invitando Antonio La Scala, avvocato con una fervida attività nel sociale come presidente nazionale di “Penolope” che si occupa delle famiglie delle persone scomparse e presidente nazionale dell’associazione culturale “Gens Nova”. La Scala è manfredoniano ma ovviamente la sua attività colma di riconoscimenti prestigiosi, l’ha svolta lontano da Manfredonia dove quando viene chiamato corre con antico affetto. Come nel caso di questo appuntamento con un argomento «che mi sta particolarmente a cuore e non solo per attenzione professionale: Manfredonia in questi ultimi tempi è precipitata in un abisso dal quale deve uscire presto e bene» ha annotato richiamando le motivazioni dello scioglimento dell’amministrazione comunale.
«LA MAFIA dell’incensurato – ha spiegato – è quella che fa più paura: il delinquente rischia, sa che può essere coinvolto in un conflitto a fuoco, venire arrestato; c’è chi, invece, si nasconde dietro il ruolo o l’incarico amministrativo nella speranza di farla franca. L’ultimo rapporto della Guardia di Finanza ci dice che un terzo degli appalti non sono regolari, un numero altissimo». Non meno grave e indice di pratiche deviate è la «raccomandazione, esercizio immorale per chi la chiede e per chi la asseconda» per arrivare «al buono benzina in cambio del voto: bisogna far capire a chi lo accetta che vale quanto un buono benzina». E quindi: «la vecchia guardia di politici e amministratori – ha richiamato – ha fallito, si metta perciò da parte. L’elettorato ne sancisca la loro fine e avvii il cambiamento. È tempo di dare fiducia a persone nuove di dimostrata capacità. È tempo che Manfredonia torni a vivere serena e a progredire nella Legalità».
L’INCONTRO con La Scala svoltosi all’auditorium “Serricchio” affollato di gente interessata, è stato introdotto dal presidente onorario di MN, Italo Magno, che ha posto l’accento sulla condizione dei ragazzi di Manfredonia «sempre più spesso nella impossibilità di avere figure di riferimento che siano modelli positivi in cui potersi identificare». Ricordando gli ammonimenti dell’arcivescovo Moscone, Magno ha evidenziato come «è dimostrato che le mafie trovano il loro terreno di coltura laddove il diritto e dunque la Legalità latitano. Purtroppo – ha rilevato ricordando il tre proiettili inviatigli accompagnati da frasi minacciose – negli anni recenti si è verificata a Manfredonia una esponenziale accentuazione di condotte e azioni improntate alla illegalità diffusa e alla intimidazione morale».
È INTERVENUTA la candidata sindaca Giulia Fresca per ribadire che «a Manfredonia c’è bisogno di ribaltare la situazione di stallo e aprirsi al nuovo che avanza. C’è tutto un mondo che corre mentre Manfredonia batte la fiacca, con la testa rivolta all’indietro. È ora di cambiare: se uno ha rubato fino all’altro giorno, continuerà a farlo; chi ha messo l’interesse personale o di clan dinanzi all’interesse generale non potrà mai essere tutore delle Legalità. Questa città – ha rimarcato – è stata deliberatamente lasciata indietro e la si vorrebbe ancora indietro per meglio governare gli affari personali. È il momento di dare il via alla ripresa vera e fondata sulla valorizzazione delle tante risorse, fisiche e umane, che il territorio annovera e che sono state dolosamente tenute inutilizzate».
Michele Apollonio