I DUE CANDIDATI sindaci, Prencipe e Rotice, tornano a duellare aspramente. Motivo della contesa l’acqua. Non quella che è fuoriuscita copiosa nei giorni scorsi, come denunciato dal difensore d’ufficio della città e dei cittadini Giuseppe Marasco e dai suoi ispettori ambientali volontari Civilis, da una condotta cittadina, ma quella che non c’è dell’area industriale Coppa del vento alle porte di Manfredonia, che avrebbe dovuto cambiare le sorti del territorio ma che è fallita miseramente per la mancanza dei supporti di servizio tra cui l’acqua. Sono tornati, i due candidati sindaci, l’uno di centrosinistra l’altro di centrodestra, a rinfacciarsi responsabilità sul mancato decollo di quell’area industriale e dunque delle decine di attività produttive che si erano istallate le quali, anche per quella carenza fondamentale, se la sono svignata lasciando centinaia di lavoratori che avevano trovato occupazione in quelle fabbriche, con le mani in mano.
LA MICCIA che ha reso esplosiva anche l’acqua (potenza della campagna elettorale) l’ha accesa Prencipe allorquando si è appuntata la medaglia sul petto affermando: «Attivare la fornitura di acqua corrente alle aziende e della D/46 e della zona PIP è uno dei risultati che intendo raggiungere nei primi 100 giorni di governo di Manfredonia, perché ho ben chiaro qual è il percorso da intraprendere e quali sono gli ostacoli da superare: bisognerà solo mettersi all’opera». Gran bel proposito considerato che ancora qualche mese fa i pochi imprenditori rimasti avevano reiterato le proteste per la mancanza di quel bene essenziale per le rispettive attività.
UNA PROSPETTIVA che sul mercato elettorale può valere almeno qualche centinaio di voti. A guastare le feste di Prencipe, ci ha pensato l’imprenditore competitor, il quale brutalmente ha controbattuto: «L’ennesimo buco nell’acqua del candidato sindaco Dem. Campione di promesse e millanterie, dimentica maldestramente le responsabilità dei disastri arrecati a Manfredonia in più di 25 anni di governo di centrosinistra; un ciclo politico inaugurato da lui stesso nel 1995 e che, oggi, sfacciatamente si propone come nuovo e panacea di tutti i mali, non ultima quella del presunto miracolo dell’acqua nella zona industriale da compiere nei primi 100 giorni della sua Amministrazione».
NATURALMENTE l’avvocato reagisce e affonda: «Vedere l’ex presidente di Confindustria Foggia criticare aspramente il Contratto d’Area che ha visto proprio in Confindustria uno degli attori e dei beneficiari principali lascia a dir poco allibiti. Vederlo poi nei panni di candidato sindaco di una destra evidentemente innervosita da una tornata elettorale che l’ha vista sconfitta quasi ovunque, compreso a Cerignola, rende oltremodo penosa e avvilente la lettura del suo comunicato sulla possibile soluzione del problema dell’assenza dell’acqua nella zona industriale».
SCIABOLATE micidiali impietose che se non hanno svelato niente di nuovo, hanno certificato le responsabilità diffuse in quella classe politicadirigente che non ha saputo (e ci sarebbe da far emergere il perché e il percome) gestire una opportunità mastodontica come quella del contratto d’area che non era certo una fabbrica chimica ma un polo industriale che avrebbe potuto innescare un processo virtuoso che certamente avrebbe portato Manfredonia su ben altri livelli economici e sociali che non quelli in cui è finita impantanata.
ORA QUESTI STESSI protagonisti di sì baldanzosi trascorsi si ripropongono per governare la città promettendo di fare (non è soltanto questione di acqua) sotto il loro comando, quello che non hanno saputo fare quando lo avrebbero potuto e quando c’erano le condizioni migliori per farlo. Per buona sorte in questa competizione elettorale si è affacciata qualche alternativa che sollecita la responsabile partecipazione degli elettori. Sta a loro indicare col voto la strada giusta da percorrere.
Michele Apollonio