La speculazione ideologica è l’attività fondamentale di un partito vivace e in assenza di essa ogni iniziativa pratica ha natura necessariamente arbitraria. La cultura di una comunità evolve secondo movimenti consci, o discontinui, e inconsci o continui. Lo sviluppo culturale conscio della comunità è uno dei massimi propositi della politica. Ogni politico, che agisca nel rispetto di questa consapevolezza, è già un vincitore.
L’attività politica si sviluppa in due momenti, il momento critico e il momento pratico. Nel momento critico si forma ed evolve l’ideologia secondo cui prende corpo l’azione. Affinché sussista questo rapporto tra teoria e pratica, l’ideologia deve comporsi di enunciati prescrittivi concretizzabili. Per evitare che l’ideologia scada nel mito, la critica non deve conservarla passivamente ma discuterla e depurarla da contenuti prescrittivi non concretizzabili e da enunciati dimostrati falsi. Un partito nasce quando più cittadini si riconoscono nei fondamenti di una stessa ideologia, e in forza di essa si associano e partecipano alla sua continua discussione. In assenza di un’ideologia manca la sostanza dei rapporti sociali costituenti un partito. Donne e uomini slegati da un’ideologia comune non possono essere un partito ma al più una folla di gente, e l’azione della folla è costitutivamente arbitraria. L’arbitrio non serve l’ideologia, non serve la comunità partitica e men che meno è al servizio della comunità elettorale, ovvero dei cittadini. L’unico beneficiario dell’azione arbitraria di un singolo è quel singolo che è ripagato in approvazione e/o denaro. È evidente come la differenza essenziale tra le due figure delineate, il servitore della comunità e il servitore di sé stesso, sia nell’azione critica ideologica. Se per il primo la critica è il fondamentale passaggio che precede e accompagna l’azione pratica, cioè è l’esercizio del dubbio contro la possibilità di sbagliare a danno della Cosa Pubblica, per il secondo un tale esercizio è uno sforzo antieconomico. Quest’ultimo è un venditore che può fare dell’ideologia una merce. Può affermare e contraddirsi, vestire un simbolo a cui non appartiene, quindi cambiarlo secondo le tendenze del mercato elettorale.
Ama esprimersi con gli slogan, pelle di un’ideologia svuotata del suo contenuto.
Ogni ideologia raccoglie diversi ordini gerarchici di enunciati. Ogni ordine inferiore discende dagli ordini superiori. Dunque, è necessario un ordine di enunciati elementari che nasca dall’intuizione degli ideologi. Nell’ordine elementare è possibile distinguere enunciati inclusivi ed esclusivi. Gli enunciati inclusivi sono il minimo comune denominatore ideologico dei sistemi appartenenti allo stesso sistema sovraordinato. Nell’attuale sistema repubblicano sono inclusivi gli articoli fondamentali della Costituzione. Gli enunciati esclusivi caratterizzano l’unicità di un partito in un sistema sovraordinato garante del pluralismo politico. Ogni altro enunciato è inferito a partire dagli enunciati elementari. La Costituzione Italiana è nata come sovversione dei fondamenti del sistema sovraordinato precedente. Riconoscendoci al servizio di questa Repubblica Italiana e di questa Costituzione, possiamo distinguere i modi con cui la comunità viene tradita. Alcuni negano sovversivamente gli enunciati inclusivi. Altri non verificano l’elementarità degli enunciati esclusivi e la verità degli enunciati inferiti. Qualcuno fa mercato degli enunciati esclusivi. L’incoerenza non è di per sé un male perché può essere data dal coraggio di cambiare idea o dall’utilità di farlo. Tuttavia, non ci è dato leggere nei cuori. Preventivamente, quindi, è bene non consegnarci a chi troppo facilmente cambia i propri principi. Al politico virtuoso è richiesta la fermezza. Affidiamoci a chi parla e dimostra di avere pensieri, a quelli che non parlano troppo dimostrando di non averne pessimi, a quelli che parlano a bassa voce perché vogliono impressionare le intelligenze e non le orecchie.
Dobbiamo diffidare di chi si nasconde o nasconde, perché nella vita politica tutto ciò che è morale è necessariamente manifesto.
Giuseppe Bisceglia, Azione Under30 Manfredonia