Lo chiedono associazioni di Monte Sant’Angelo e Manfredonia
SI ALLARGA e si fa più pressante la protesta prima ancora che sui progetti industriali da realizzare a Macchia Di Monte Sant’Angelo e nelle aree Zes retroportuali di Manfredonia, sulla mancanza di informazioni su quelle attività. Associazioni quali “La Rinascita possibile” di Monte Sant’Angelo, “Manfredonia Nuova” e “Circolo Unione” di Manfredonia hanno pubblicato note con le qualI esprimono preoccupazione per alcuni progetti annunciati ma tenuti rigorosamente top secret.
A GUIDARE a Monte Sant’Angelo la protesta nei confronti dell’amministrazione comunale e del sindaco D’Arienzo in particolare, è lo schieramento civico “La Rinascita Possibile”, che lamenta la «mancanza di risposte serie che tutelino la salute delle popolazioni di Macchia, Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Zapponeta» in marito «all’investimento da 300 milioni di euro del gruppo Seasif, attivo nel commercio delle terre rare e bentonite di cui si parla da mesi senza che le autorità preposte (Consorzio ASI di Foggia e Comuni di Manfredonia e Monte Sant’Angelo) abbiano fornite alle popolazioni informazioni circostanziate circa la natura tecnico-processuale delle attività di separazione delle terre rare e di lavorazione della bentonite». Ma quel che preoccupa maggiormente è la presenza nelle “terre rare” anche dell’uranio e del torio, che sono sostanze radioattive.
«NON VOGLIAMO fare allarmismo – avverte Rinascita Possibile – ma crediamo sia un diritto chiedere che alle popolazioni del territorio siano date tutte le informazioni del caso, prima che questi progetti prendano il via. E dal momento che le aree retroportuali del Porto Alti Fondali ricadono per la maggior parte nel territorio di Monte Sant’Angelo, chiediamo al sindaco D’Arienzo che dovrà rilasciare le necessarie concessioni edilizie, di sapere se i progetti sono stati già presentati in Comune; e che prima di ogni decisione siano consultate le popolazioni di Macchia, Monte Sant’Angelo e Manfredonia».
SULLA STESSA lunghezza d’onda la sipontina “Manfredonia Nuova” che denuncia come «Sono mesi che sentiamo parlare dei due progetti, senza che le Autorità preposte, Consorzio ASI di Foggia e i diversi Comuni interessati, abbiano avuto notizie e neanche abbiamo potuto visionare i progetti, né sono state fornite alle popolazioni informazioni circostanziate circa la natura delle attività e dei materiali da trattare». Chiede pertanto che «siano fornite alle popolazioni interessate informazioni circostanziate, circa la natura processuale delle attività di separazione delle “terre rare” e la lavorazione della bentonite».
IL “CIRCOLO UNIONE” facendosi interprete della apprensione della gente in merito al progetto della Seasif ma anche a quello del trattamento rifiuti nell’ex area Enichem, in un documento inviato al ministro della transizione ecologica, al presidente della Regione Puglia, all’Autorità portuale, al sindaco di Monte Sant’Angelo, ai commissari straordinari al comune di Manfredonia, al Consorzio Asi di Foggia, chiede al Comune di Monte la revoca delle delibere di giunta n.30, 31 e 32 del marzo 2018 riguardante l’istituzione di quell’impianto; all’ASI di Foggia l’annullamento d’ufficio dell’articolo 22 bis che modifica il regolamento sull’uso delle aree industriali e quindi di ripristinare le prescrizioni previste sin dal 2010; a tutte le autorità in indirizzo di «sospendere immediatamente ogni procedimento autorizzativo in corso riguardante quegli impianti».
UN SILENZIO generale e una pervicace mancanza di trasparenza che giustificano le preoccupazioni così come unanimemente rappresentate.
Michele Apollonio