La ringrazio per lo spazio che vorrà mettermi a disposizione sulla sua testata. Leggo di finanziamenti ottenuti dalla Puglia grazie al PNRR: 21 dossier finanziati per un totale di 400 milioni di euro. Il capoluogo Città Metropolitana fa il “sacco”, e ci può stare. Ma quando mi soffermo sul territorio della mia provincia mi vengono i brividi: la Capitanata percepirà in totale 30 milioni di euro per Foggia, con la riqualificazione urbana e ricostruzione di 56 alloggi, e San Severo, con il suo storico Mosaico paesaggistico. Tutto qui? E il resto della nostra provincia dov’è? Una delle più grandi, per estensione, di tutta la penisola, ed anche la più ricca riguardo a natura e turismo, che fine ha fatto?
Relegati, come spesso accade, all’ultimo posto delle province italiane, la Capitanata ancora una volta subisce uno smacco in assoluto silenzio. E penso alla mia bellissima Manfredonia e mi si stringe il cuore. Se immagino che oggi avremmo potuto far parte di uno dei più importanti finanziamenti del PNRR, se solo avessimo presentato un progetto che coniugasse la bellezza del suo golfo, al percorso artistico monumentale, fino al valore intrinseco della pesca che fa il pari con l’offerta della nostra gastronomia ittica. Avrebbe chiuso il cerchio di un turismo a tutto tondo con nuovi investimenti economico-occupazionali sul territorio. Ma con l’assenza di una direzione amministrativa, tutto questo non è stato possibile. Si è strumentalizzata l’assenza politica per dar vita ad un (non) dibattito distruttivo che affossasse la nostra città, per far prendere il largo al disinteresse cittadino e far partire una propaganda elettorale sterile e vecchia.
Ecco perché Manfredonia ha bisogno di facce nuove e pulite. Le abbiamo già viste dappertutto esperienze di imprenditori, che immaginano la città come un bene privato e guardano ai cittadini come a propri dipendenti, fallendo poi miseramente. O peggio, vecchie cariatidi di una politica che fortunatamente non c’è più, che immaginano di gestire la cosa pubblica in maniera gattopardesca, perché tutto debba passare dal loro “pensiero unico”, senza alcun confronto con cittadini, imprese e associazioni di categoria.
E invece Manfredonia ha bisogno di essere cambiata proprio nell’idea di sviluppo, conoscendo la macchina amministrativa, ma proponendo una squadra nuova e innamorata della politica e soprattutto che conosca bene la città nella sua quotidianità e non che venga raccontata da altri, e che si confronti costantemente con le esigenze dei cittadini e dia un nuovo welfare che questa nostra città merita.
Maria Teresa Valente
Candidato Sindaco CON MANFREDONIA e MD