Ovviamente, l’emozione è stata fortissima e mi ha riportato indietro di trent’anni allorquando, presentandomi agli esami e pur avendo studiato tanto, mi sembrava di non ricordare assolutamente nulla; e sono sicuro che in tanti condividano nei loro ricordi il “terrore” di quei momenti.
Ieri, se vogliamo, è stato anche peggio perché, in caso di fallimento, non avevo davanti solo il professore ma tantissimi concittadini, tra presenti fisicamente e tramite la diretta.
”(…) non ha fatto il politico Tommaso nel suo discorso ma esattamente la persona che ama il suo paese e che riconosco xché ha detto proprio le stesse cose che dice sempre nelle nostre discussioni da titta o in villa…x questo credo in lui, non si è trasformato in un politicante”
Ecco, l’aver trasformato il grido di battaglia del manfredoniano indolente da “Che me ne freche a mè” in “A ME’ MENE FRECHE”, scambiando semplicemente le ultime due parole con la prima, non è solo uno slogan ma è ciò che si trova nel mio DNA, è il mio modo di essere perdutamente innamorato di Manfredonia.
Continuare a pensare che possa essere solo il sindaco, con l’amministrazione comunale, a cambiare le cose che non vanno è profondamente sbagliato; pensare che 24 matti possano, da soli, rimettere in piedi una città tramortita e a allo sbando economico, visivo e morale è terribilmente sbagliato.
Per cui, iniziamo con l’uscire dalla logica che il Sindaco (o l’amministrazione) “ti dà il posto di lavoro”; il sindaco e la sua giunta creano le condizioni di efficienza, trasparenza, legalità ed attrattività che portano alla creazione di posti di lavoro; scansare chi con continua con il “non ti preoccupare: sta già parlato” è la prima condizione necessaria per intraprendere un cambio di rotta vero e duraturo.
In questo contesto, perciò, è necessario ricucire lo strappo e la distanza che si è creata tra amministratori e cittadini, ma anche tra cittadini e cittadini, tra anziani e giovani, tra occupati e disoccupati; dobbiamo tornare ad essere comunità e, nei limiti del possibile, prenderci cura di chi è meno fortunato, di chi sta soffrendo, di chi non vede sbocchi per il proprio futuro e, perché no?, avere il coraggio di tirare le orecchie a chi continua ad imbrattare e deturpare la NOSTRA città.
Chi sporca Manfredonia, sta sporcando ed imbrattando casa tua; e, conoscendo la cura maniacale con cui le donne sipontine fanno brillare le proprie abitazioni (AAAAAAHHH, NON PASSARE CHE MO’ HO FINITO DI LAVARE A TERRA!!!!), non dovrebbe essere difficile far diventare un sentimento ed un motto condiviso
“A ME’ MENE FRECHE”. O no?
Tommaso Rinaldi
candidato Sindaco a Manfredonia 2021