A meno di due mesi dalle prossime consultazioni elettorali per la formazione del nuovo governo cittadino, si avvertono i primi sintomi di mal di pancia tra coloro che, “in pectore”, ambiscono di occupare gli scranni di Palazzo San Domenico. Causa: la recente modifica al Regolamento del Consiglio Comunale, approvata dalla Commissione straordinaria al Comune di Manfredonia l’8/9/2021 che prevede, tra l’altro, la riduzione dell’indennità al sindaco del 30%, il numero degli assessori a 7, nonché la gratuità per la partecipazione dei consiglieri alla Conferenza dei capi gruppo e alle vaie commissioni. Modifiche, è detto nel provvedimento, necessarie al funzionamento dell’ente a causa del pre-dissesto finanziario deliberato dal C. C. il 18/12/2018. Lungi da noi l’essere cattedratici, ci teniamo ad osservare, però, che fare politica, non dovrebbe essere come svolgere un’attività lavorativa, un mestiere o una professione, ma una missione. Per coloro che esercitano la politica, dovrebbe essere innata la consapevolezza di mettere a disposizione della collettività le proprie capacità umane e professionali al fine di procurare benessere a quest’ultima. Secondo la teoria di Aristotele: “Ogni azione dell’uomo tende ad un fine che si configura sempre come un bene”. Un tempo, purtroppo molto lontano, fare politica era un onore, un privilegio mettersi a disposizione di chi non aveva voce per far valere i propri diritti, senza percepire alcuna indennità. I responsabili dei vari partiti politici andavano alla ricerca disperata di chi voleva entrare in politica. Cosa che oggi non accade. Da oltre trent’anni, infatti, c’è stata un’inversione di tendenza. Tanti i candidati sindaci che, attraverso le varie coalizioni si portano dietro una pletora di aspiranti consiglieri che ambiscono di occupare un posto in consiglio comunale, pur sapendo, se eletti, dell’impegno che richiede tale incarico. Una motivazione deve pur esserci. È pur vero, in particolare per coloro che svolgono la libera professione, che richiede una notevole disponibilità di tempo, sottrarlo al proprio lavoro comporta dei notevoli costi. È anche vero, però, che prima di dare la propria adesione ci si pensi sopra. Purtroppo, nell’ultimo ventennio la nostra città ha subito un tremendo scossone per la cattiva gestione della cosa pubblica che ha portato all’indebitamento delle casse comunali con il conseguente scioglimento del consiglio comunale per i motivi che tutti conosciamo. Tutto questo, nostro malgrado, ha costretto la Commissione straordinaria ad apportare tagli notevoli alla spesa pubblica. Tagli che ricadono sulla testa di tutti noi. Purtroppo, anche se ingiusto, dobbiamo fare quadrato per cercare di arginare il danno prodotto, stringendo la cinghia. Lo ha fatto il Consiglio regionale della Puglia che recentemente ha abrogato all’unanimità l’art. 3 della L. R. n. 27 del 6 agosto scorso con cui era stato introdotto il TFM (Trattamento di fine mandato), proprio in virtù della presenza dei debiti fuori bilancio. E’ un brutto momento, lo sappiamo tutti, che insieme dobbiamo superare, sempre che ognuno di noi faccia la sua parte. La politica è una cosa meravigliosa se la si interpreta in modo corretto andando incontro al popolo, in particolare a chi non ha voce.
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