Giovedì 21 Novembre 2024

I consiglieri regionali restituiscono il “regalo d’agosto”

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Ci son voluti quasi due mesi di indignazione popolare ma alla fine il “regalo d’agosto” è stato restituito. I consiglieri regionali, alla unanimità, hanno votato la abrogazione dell’indennità di fine mandato che si erano frettolosamente auto-attribuiti con una votazione piratesca il 27 luglio scorso. Sono stati così risparmiati oltre cinque milioni di euro. Una rinuncia ob torto collo, accettata dopo non poche polemiche e tentativi di resistenza. La pressione su quella scellerata iniziativa era ormai dilagata. Oltre alla sdegnata opinione pubblica, hanno fatto sentire la propria voce di censura dell’operato dei consiglieri regionali pugliesi con relativa espressa richiesta di abrogazione di quel provvedimento, il sindacato, Confindustria nonché il segretario PD Enrico Letta e il capo politico 5Stelle Giuseppe Conte. Anche il presidente Michele Emiliano alla fine ha esplicitato il suo no a quel regalo.

A quel punto i “battaglieri” consiglieri regionali hanno fatto marcia indietro. Hanno riconosciuto che ci sono ben altri problemi che assillano (e ci voleva l’arrabbiata reazione della gente per capirlo) e hanno fatto a gara a come salvare la faccia andando al voto addirittura una settimana prima di quella in cui era programmato l’argomento tfm. A giocare d’anticipo è stato Fratelli d’Italia che ha posto alla discussione dell’assemblea un suo emendamento abrogativo. Per non essere scavalcata, la maggioranza ha presentato un suo emendamento col quale si chiedeva l’estensione dell’abrogazione anche per gli ex consiglieri che già si erano presentati per l’incasso della indennità.

Questa volta, contrariamente a quanto avvenne per la prima votazione lampo, c’è stata una vivace discussione che ha evidenziato le crepe e i dissensi nei vari schieramenti circa l’ormai obbligato voto abrogativo del tfm. Mugugni e critiche non solo tra i vari gruppi contrapposti ma anche nel loro interno, fustigati dai contrari sin dalla prima ora, Laricchia e Tutolo che ha chiesto a gran voce che il privilegio del tfm venisse abrogato in tutte le Regioni d’Italia.

Un ritorno alla modalità virtuosa, conquistata nel 2012 allorquando l’allora presidente Nichi Vendola abolì quel tfm, non senza gemiti e rimbrotti feroci. Dura la requisitoria del PD Fabiano Amati che ha denunciato come in passato ci sono state ben più consistenti liquidazioni a favore di esponenti della Regione ed ha fatto gli esempi del presidente del consiglio regionale Onofrio Introna (414mila euro), del presidente della Regione Nichi Vendola (198mila Euro) e il presidente del Consiglio regionale Rocco Palese (458mila euro).

E sulla scia del risparmio conseguito, Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento per l’abolizione degli emolumenti attribuiti dal presidente Emiliano ai numerosi incarichi personali: è stato respinto.

Un altro esempio di come le finanze della Regione vengono utilizzate per finalità

 

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