LA MIA CITTÀ
(dedicata a Giulia Fresca)
Sole sfavillante nel cielo
che inviavi sorrisi di corallo
allo splendore di questa terra
Voraci gabbiani tesi
a ghermire con becco aguzzo
i pesci sul pelo dell’acqua
Briosi anemoni tentacolari
che rallegravate fluttuando
la vita in fondo al mare,
Quando andavo scalzo
sugli scogli aguzzi
a catturare avannotti
O mi volgevo
per dissetarmi alla foce
dell’antica sorgente
Ero inconsapevole della guerra
che si sarebbe scatenata
sul destino della nostra città
Che con l’oro ed il bronzo
sarebbe stata colpita e depredata
da disumana protervia
Pezzo a pezzo venduta
sull’insano bancone
di un viscido mercato.
Ora che ho saputo e pianto
per il sangue versato
e la perdita della sua bellezza
S’attende che un novello guerriero
senz’armi, ma con candidi fiori,
possa lenirne le terribili ferite
E, spargendo intorno
piccoli germogli di vita, risvegliare
se non la fama almeno l’antica memoria.