Quello che si appresta, sarà un autunno di fuoco. A surriscaldare una stagione di per sé solitamente tranquilla prologo dell’imperscrutabile inverno, sarà la tornata elettorale che vedrà impegnati quattordici comuni della Capitanata, in conto dei 54 che andranno alle urne in tutta la Puglia. Per tredici della provincia di Foggia, assieme a tutti quelli del resto della regione, l’appuntamento con gli elettori è per il 3 e 4 ottobre prossimo, e cioè: Alberona, Ascoli Satriano, Candela, Casalnuovo, Cerignola, Celenza Valfortore, Lesina, Panni, San Marco in Lamis, Sant’Agata di Puglia, San Nicandro Garganico, Vieste, Zapponeta. Manca Manfredonia per la quale la sessione elettorale è stata fissata per il 7 novembre prossimo. Un test elettorale di attendibile valenza, almeno per quelli che saranno i riscontri che scaturiranno dalle urne, di una situazione politica a dir poco indecifrabile, enigmatica al limite di un ermetismo non si comprende quanto strumentale. Le varie forze politiche, da quelle tradizionali a quelle di recente costituzione, si esibiscono in un balletto vorticoso caratterizzato da frenetici quanto enigmatici scambi di partner, tanto da confondere il povero elettore che dovrà cercare di orientarsi al momento del voto, tra una pletora di nomi disseminati in altrettanta calca di liste contrassegnate dai simboli bizzarri. In questo bailamme di situazioni ben lontane dal proporre soluzioni chiare e costruttive pensose delle sorti delle comunità interessate, ruolo fondamentale di arbitro e giudice, è il cittadino, l’elettore il quale determinerà, attraverso la scelta elettorale, i destini della propria comunità. È nelle sue mani la responsabilità del cambiamento di cui tanto si vagheggia. Le elezioni sono il momento storico giusto. Il rinnovo delle amministrazioni è l’occasione offerta dal sistema democratico, di innescare una sana e giusta evoluzione nelle politiche locali. In questa prima fase elettorale, Manfredonia starà a guardare in attesa di essere chiamata a decidere sul suo futuro. È probabile che tragga buoni auspici dai responsi elettorali degli altri comuni. Il suo travagliato e mortificante trascorso politico-amministrativo, le impongono non solo un cambiamento ma una innovazione radicale in tutti gli ambiti cittadini. C’è fermento in città. Si propongono forze nuove e vogliose di imprimere un concreto riscatto economico e sociale ad una città dolente e oltraggiata. Le potenzialità ci sono e cominciano anche a risollevarsi dal colpevole torpore nel quale sono state relegate.
di Michele Apollonio