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CI SONO anche i centoventi milioni di euro destinati alla rifunzionalizzazione del porto alti fondali di Manfredonia, nella dotazione di duemila-ottocento-trentacinque e 63 milioni di euro (2.835,63 milioni) stanziati dal Governo Draghi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il settore portuale italiano. Ne ha dato notizia il presidente dell’Autorità di sistema portuale del basso Adriatico, Ugo Patroni Griffi. «È il legittimo risultato di un lavoro che parte da lontano – ha commentato – che ci consente di realizzare opere indispensabili per la rifunzionalizzazione di una struttura di grande pregio ma che, per il prolungato abbandono nel quale è stata relegata, ha perso gran parte delle sue prerogative operative. Appena possibile ci metteremo al lavoro per emettere i bandi europei per l’affidamento dei lavori». Oltre a Manfredonia, sostanziali risorse Patroni Griffi incassa per le altre strutture portuali facenti parte della sua Autority portuale.
FINALMENTE una buona notizia non solo per il settore portuale sipontino ma per l’intero sistema Manfredonia che ha nelle attività portuali un forte volano di sviluppo complessivo purtroppo tenuto in stand by se non proprio ignorato per troppi lunghi anni. La ristrutturazione del composito sistema portuale manfredoniano è stato un obiettivo a lungo inseguito infruttuosamente. I vari tentativi di promuovere interventi risolutori non hanno sortito gli obiettivi attesi: evidentemente non erano accompagnati dai necessari idonei supporti tecnici. Nel lungo lasso di tempo passato, c’è stato solo un intervento di circa dodici milioni di euro sul porto commerciale per opere peraltro non funzionali all’attività specifica di un porto tant’è che in gran parte sono rovinate e inutilizzate.
LA GESTIONE del presidente Patroni Griffi ha invertito la tendenza: il sistema portuale manfredoniano definito «nodo nevralgico di una vasta area di interesse nazionale», ha cominciato a girare sia pure con grandi difficoltà a ragione delle carenze e deficienze nelle quali era finito lo scalo marittimo del golfo adriatico. L’Autority portuale ha provveduto a definire le cose da farsi ed a programmarle. Momento cruciale è stato la presentazione a Manfredonia in una pubblica assemblea tenutasi all’auditorium “Serricchio”, del progetto di rifunzionalizzazione del bacino alti fondali redatto dal Dipartimento tecnico dell’ente e volto al pieno recupero dell’imponente infrastruttura.
«L’INTENTO è quello – dichiarò il presidente Patroni Griffi – di recuperare e rifunzionalizzare il bacino alti fondali, ripristinandone le peculiari caratteristiche d’uso e incrementando il bacino di utenza a cui la struttura si rivolge». Il progetto era l’atto conclusivo di un percorso tecnico avviato dall’Ente e iniziato con uno studio di programmazione degli interventi, al quale hanno fatto seguito una valutazione aggiornata della sicurezza strutturale delle opere e una stima dell’evoluzione dei fenomeni di degrado che hanno consentito di valutare, quindi, la possibilità e la necessità di realizzare un intervento di recupero e di rifunzionalizzazione dell’opera portuale.
IL PROGETTO venne candidato per i finanziamenti necessari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che oggi sono stati concessi.
Michele Apollonio