Un vecchio adagio dialettale recita: “Sòpe un cùtte l’acqua frevùte” (sulla scottatura l’acqua bollente). E’ ciò che continua ad accadere alla tanto vessata e martoriata Piana di Macchia, territorio di Monte S. Angelo. Non è bastata la ferocia scatenatasi sul territorio, che per oltre vent’anni, ha provocato morte e distruzione, cosa che continua ancora oggi, la presenza dell’ex Enichem, della qualcosa non ci stancheremo di ricordare, che un’altra tegola sta per cadere sulla sua testa. Il Comune di Monte S. Angelo, non contento dei danni provocati in passato, ha preparato per quel territorio un altro pacco dono. Nella parte restante dell’Isola 12 dell’area ex Enichem, infatti, intende realizzare un impianto a valenza regionale per la produzione di materia prima seconda (MPS) derivante dal recupero e/o riciclaggio della plastica dal ciclo della differenziata svolta dai comuni e, quindi, dai cittadini, con un investimento di ben 24 milioni di euro. Ad illustrare il progetto dell’impianto alla comunità di Macchia, il sindaco di Monte S. Angelo, dott. Pierpaolo d’Arienzo, prima ancora di dare risposte su altri importanti e gravi problemi riguardanti il territorio, discussi domenica 22 agosto scorso dalla stessa comunità da sottoporre all’attenzione della P. A. In occasione di un incontro con chi scrive, su iniziativa del vice parroco di S. Maria della Libera, P. Alfredo il sindaco ha spiegato che il processo consiste in una sequenza di operazioni: selezione delle varie frazioni plastiche, macinazione, lavaggio e vari stadi di asportazione delle frazioni indesiderate ed infine la granulazione. Ha tenuto a precisare, inoltre che, secondo quanto previsto dal progetto, detto impianto è sicuro. L’unica possibilità di inquinamento, potrebbe essere determinato dalla movimentazione del terreno sul quale lo stesso sarà ubicato. Nel frattempo, si sta procedendo al trasferimento in altro sito del terreno eventualmente inquinato. Questa la sua versione. Per dovere di cronaca, lo ribadiamo ancora una volta, detto suolo, presenta notevoli criticità in termini di inquinamento dovute alla presenza di sostanze tossiche e nocive sepolte da parecchio tempo in quel sito: mercurio come contaminante della soda caustica prodotta in celle elettrolitiche al catodo di mercurio, soda caustica, zinco. I risultati delle analisi dei campioni di acqua di falda prelevati dai pozzi perforati, indicano la concentrazione in questa area di mercurio. Questo si evince dalla relazione tecnica di disinquinamento a firma dei proff. Cotecchia e Straboschi, datata 31/10/1998. Sostanze che rimarranno perennemente nel sottosuolo (ndr). Unanime il giudizio negativo espresso dai numerosi partecipanti al dibattito i quali, anche se in modo diverso, hanno stigmatizzato con determinazione l’operato della Pubblica Amministrazione per aver preso unilateralmente una decisione così importante, senza averla prima sottoposta all’attenzione dei cittadini, come si è verificato per il IV Centro Petrolchimico Anic. Anche se la nostra è una democrazia rappresentativa, il popolo è sovrano ed è quest’ultimo a decidere il proprio futuro, nei modi e nelle forme previste dalla Costituzione Italiana. Interessanti anche gli interventi di alcuni residenti i quali hanno chiesto al sindaco: in termini di costi-ricavi, quali i vantaggi che ne trarrà il territorio e i cittadini, considerato il notevole impegno finanziario dell’opera, anche in termini di posti di lavoro e di una eventuale riduzione delle bollette TARI, visto che il prodotto finito sarà venduto? Nessuna risposta. In coda al dibattito, gli atavici problemi riguardanti le due frazioni (Macchia Libera e Macchia Posta). La viabilità, la raccolta dei rifiuti, la fibra ottica, la fogna, la scarsa illuminazione di alcune vie per il mal funzionamento di diversi corpi illuminati, il cimitero, l’isola ecologica e tanti altri. Problemi che il sindaco ha recepito promettendo il suo impegno nel dare a breve risposte concrete. Questo ci fa comprendere che l’incontro del sindaco d’Arienzo con la comunità di Macchia aveva un solo obiettivo, la sponsorizzazione dell’impianto per la lavorazione della plastica. Ci è riuscito, è stato convincente? La risposta è nelle mani delle comunità interessate. Ci auguriamo che, finalmente, abbiano la consapevolezza che sia giunto il momento di riprendersi il territorio perché venga restituito alla sua naturale vocazione, l’industria sostenibile, il turismo. La Piana di Macchia appartiene al territorio (Monte S. Angelo, Manfredonia e Mattinata), per cui tutti insieme devono decidere del suo futuro. Non si continui a tenere la testa sotto la sabbia.
Matteo di Sabato