Cara Manfredonia,
in occasione dell’annuale festa della Vergine di Siponto, che fin dall’origine ha accompagnato la tua storia, credo sia mio dovere ribadire alcuni principi e lo spirito che distinguono la tua anima, visitando alcuni settori che interessano il tuo territorio ed il tuo popolo, bisognosi più che mai di autentica Trasfigurazione. Per amore, o Manfredonia, ti supplico sappi armonizzare le dimensioni relazionali fondamentali del vivere comune e non aver paura a sognare e scommettere che puoi riorganizzarti come città, come ambiente che ti è affidato e
anche come Chiesa particolare.
Manfredonia sognati e preparati ad essere città che:
- lotta per i diritti dei poveri e deboli, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa, dove il lavoro precede il profitto e l’interesse di parte;
- difende la ricchezza culturale che la distingue, e fa risplende in forme tanto varie la bellezza umana che possiede e per questo predilige l’educazione al menefreghismo;
- custodisce gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che la adorna, la vita traboccante che riempie le vie, piazze, il mare e il territorio che la circonda, che custodisce e cura e non spreca e sfrutta.
Manfredonia, non permettere che alcuno ti inganni, e non cadere nei lacci di chi offre facili opportunità e promesse impossibili da mantenere: non ti ama, ma vuole solamente usarti per i propri fini, non sempre puliti ed onesti. Sappi discernere secondo la tipologia delle scelte che ti vengono presentate: queste non possono riguardare solo il presente, ma devono partire dal futuro ed avere il volto delle generazioni che stanno crescendo e verranno. A tal fine mi piacerebbe che sapessi portare a memoria e nel cuore due affermazioni di Papa Francesco in Fratelli Tutti. La prima ci riguarda come cittadini: “l’individualismo non ci rende più liberi, più uguali, piùfratelli. La mera somma degli interessi individuali non è in grado di generare un mondo migliore per tutta l’umanità. Neppure può preservarci da tanti mali che diventano sempre più globali. Ma l’individualismo radicale è il virus più difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune” (cf. n 105). La seconda ci compete come credenti: “come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possono essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità … perché la ragione da sola è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità” (cf. n 272).
Invitati da Maria a “fare quello che Lui (Cristo) ci dice” (Gv 2, 5) e contemplando l’icona evangelica della Trasfigurazione, cara Manfredonia, questa sera voglio presentarti due sfide, certo che possono contribuire a trasfigurare non solo la tua immagine, ma la tua stessa vita di città donandoti un “futuro pieno di speranza”.
Prima sfida: impegnati a Trasfigurare l’ECONOMIA, parola che significa “norma per la casa”!
La pandemia ha rimesso al centro la questione del lavoro come uno dei problemi cruciali per gli equilibri sociali e come tema centrale della stessa opera di evangelizzazione, che resta muta e insignificante se non è anche promozione umana. Il tema del lavoro va strettamente legato a quello del fare impresa e della sana imprenditoria: si tratta di dovere verso le nuove generazioni e del loro futuro, e verso l’ambiente stesso. La mancanza di lavoro è la piaga sociale più tragica del nostro territorio che fa da miccia alle altre piaghe collegate. Le cito: il lavoro nero e sottopagato, il posto di lavoro comprato e mercanteggiato, il lavoro come ricatto elettorale di una apolitica clientelare, il caporalato e le nuove forme di schiavitù che colpiscono gli emigrati, ma che stanno infettando anche molti italiani.
Quante famiglie e singoli cittadini, soprattutto giovani o persone cadute nella disoccupazione ormai da “adulti”, subiscono contraccolpi tremendi da questa logica che, se agli occhi di Dio grida e si fa invocazione per una maggiore giustizia, dall’altro interpella le nostre coscienze di credenti che ispirano le proprie scelte alla logica del Vangelo o di onesti cittadini che credono nei valori della Costituzione, che mette al primo posto proprio il lavoro (art. 1). E’ compito di tutti vigilare che non ci siano fenomeni di corruzione o di infiltrazioni mafiose sia nei settori produttivi che nelle Istituzioni politiche e di rappresentanza. Fedele alla Dottrina sociale della Chiesa come vescovo non mi stancherò mai di ricordare a chi intende collaborare al bene comune, che l’economia è la scienza a cui compete la ricerca e distribuzione dei mezzi e che come tale deve necessariamente interfacciarsi con l’etica che è la scienza dei fini. Pertanto è la seconda (= l’etica) che deve guidare e dettare l’agenda delle priorità ed urgenze non la prima (= l’economia) che ha funzione di strumento.La sfida è educare i giovani ad una mentalità imprenditoriale e gli operatori del settore a maturare un progetto di impresa intesa come ricchezza non solo per i proprietari, ma per l’intero contesto territoriale e la società civile.
Pertanto, trasfigurare l’economia significa diffondere un nuovo modello di impresa capace di creare ricchezza sociale e non solo individuale, e di generare buone prassi senza far finta di non vedere e di non sentire quanto avviene nel nostro territorio. Nessuno, credente o laico, ha il diritto di tapparsi le orecchie al grido dei nuovi poveri, di coloro che escono dal circuito lavorativo e produttivo, o peggio non sono ancora riusciti a metterci piede. Nessuno ha il diritto, come il sacerdote o il levita (= persona di Chiesa o cittadino) di cambiare strada e volgere gli occhi altrove (cf Lc 10, 30-36). Le prime e fondamentali risorse economiche non sono il capitale o la finanza, ma le persone, il loro lavoro, la terra, il mare, il verde, l’ecosistema naturalistico, il patrimonio culturale e artistico; a maggior ragione quando questi ultimi ci vengono da tutti coloro che ci visitano riconosciuti come unici, affascinanti ed anche invidiati.
Manfredonia, hai tutte le condizioni per diventare esempio di ecologia integrale e realizzare un sano sviluppo economico basato sul corretto equilibrio tra lavoro, impresa, salute e ambiente. Non aspettarti la magia che viene dall’alto o aiuti da fuori, fai nascere dalle tue forze imprenditori, operatori del commercio, artigianato e turismo, che non ti abbandonino una volta fatta fortuna od ottenuto i “benefici offerti da promesse politiche del momento”: ne hai avuto più volte l’esperienza. La mancanza di lavoro è l’effetto di una assenza totale di programmazione con al centro la costruzione di un Modello di Sviluppo Economico sostenibile, inclusivo e tecnologicamente adeguato, centrato sulle risorse materiali e immateriali esistenti sul territorio: l’economia del mare, l’agricoltura e i servizi alla persona, applicando a questi settori le più moderne tecnologie digitali e ambientali. Se molti progetti del recente passato sono falliti, lasciando ferite ancora aperte e sfregianti la bellezza, si deve al fatto che non avevano nulla a che fare con le peculiarità sociali e naturali della città: invece di risolvere i problemi ne hanno aggiunti di ulteriori. Una soluzione necessaria sta nella qualità e maturità della classe dirigente pubblica e privata.
Manfredonia, trasfigura la politica e le Istituzioni attraverso una nuova classe dirigente che guidi i cambiamenti epocali in evoluzione per coglierne le opportunità e attenuare le possibili minacce. Siamo nella società della conoscenza e della complessità e per governarla a favore di tutti è necessario che alla guida delle Istituzioni pubbliche e private ci siano donne e uomini di alta moralità, di qualificate competenze e con senso di responsabilità sociale. Mentre la società civile tutta deve superare ogni apatia collettiva che porta al regresso economico e alla povertà diffusa. Si vince se si è consapevoli che solo insieme si può fare bene e trovare soluzioni ai problemi che affliggono. Quando una comunità è troppo debole e divisa allora prevale l’economia clientelare e amorale, la corruzione e la criminalità.
Manfredonia, hai davanti a te l’opportunità di cambiare marcia, di invertire la rotta per dare futuro solido alla tua economia, non fallire, perché difficilmente ti si darà un’ulteriore possibilità!
Seconda sfida: impegnati a Trasfigurare e non solo a conservare la tua Cultura
Manfredonia, trasfigura la cultura anche se non è cosa facile, anzi è un rischio civile, e per chi crede anche ecclesiale; un rischio da correre, affrontando le situazioni e la realtà a viso aperto e mettendoci cuore. Sì perché la storia e la cultura va fatta camminare e va portata nel futuro con creatività generante, diversamente non sarebbe autentica “tradizione” (= transitare in avanti), ma “tradizionalismo” che mortifica e scimmiotta il passato coprendolo di cenere ed impedendogli di essere fuoco vivo ed energia per tutti.
Cara Manfredonia, per Trasfigurare la tua Cultura, liberandola da virus che la mortificano e rendono strumento di schiavitù e non di libertà, di appannaggio di interessi particolari, di sfoggio di potere in mano a personalità ambigue, ti invito a percorrere tre vie: il rispetto dei giovani, l’educazione alla legalità e la lotta alle mafie.
Prima via: rispetto dei Giovani e diritto al loro futuro
Trasfigurare la cultura richiede l’impegno ad aprire le porte del futuro ai giovani, a considerare i diritti delle future generazioni come un dovere da parte delle generazioni adulte che oggi decidono sull’indirizzo del percorso civile e sulle scelte economiche e politiche. E dovere di chi oggi è in grado di agire e decidere garantire la vita e il benessere di tutti, mettendo come prima prospettiva non l’immediato successo nel presente, ma la sostenibilità di un vero progresso in grado di garantirefuturo ai giovani. Possiamo chiamare “progresso e sviluppo reale” non il profitto immediato, sovente destinato a pesare come un macigno su chi verrà dopo, ma “il progetto e la visione di un futuro sostenibile e di un’ecologia integrale”. Le generazioni in crescita meritano un presente con i tratti della speranza, dell’onestà e della bellezza, che sono i tratti del futuro! Meritano essere guidati e sostenuti da donne e uomini liberi mentalmente e socialmente, amanti del vero e non della menzogna e delle raccomandazioni. I giovani meritano un forte abbraccio di persone con un cuore che pulsa di professionalità e amore sociale e non di sorrisi a mezzo labbro tipico di personalità con un cuore di pietra atrofizzato sul proprio interesse momentaneo. Una cultura capace di generare futuro non si progetta con scopi di carriera e portafogli gonfi, nasce dall’impegno e dalla ricerca che sa che “nessuna notte sarà così buia da impedire al giorno di ritornare”. A tutti voi giovani di Manfredonia, grido: “Giovani, non rinunciate al meglio della vostra giovinezza, non osservate la vita dal balcone. Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti ad uno schermo. Non riducetevi nemmeno al triste spettacolo di un veicolo abbandonato. Non siate auto parcheggiate, lasciate piuttosto sbocciare i sogni e prendete decisioni. Rischiate, anche se sbagliate. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare giovani mummificati. Vivete! Datevi al meglio della vita! Aprite le porte della gabbia e volate via! Per favore non andate in pensione prima del tempo … Questo mondo è pieno di bellezza!” (CV 143-144). Sono parole di Papa Francesco rivolte ai giovani, ma sono interpretate dagli adulti che si sono lasciati incontrare e fatti discepoli del Signore Gesù.
Seconda via: educazione e sviluppo della Legalità
La Legalità è parte della cultura di un Popolo e di un Territorio, è la virtù che permette al Popolo ed al Territorio di crescere e svilupparsi nella giustizia e con la certezza del rispetto dei diritti all’uguaglianza ed opportunità per tutti. E’ sotto gli occhi di tutti come la Legalità sia continuamente messa a rischio e infangata nel nostro Territorio ed in mezzo alla nostra gente. Non possiamo rassegnarci a vederla continuamente ferita ed usata per interessi privati e solo per il diritto dei più ricchi. San Oscar Romero, martire della fede e della giustizia, ripeteva sovente che “la legge è come il serpente, morsica solo chi cammina scalzo”, è scalzi camminano i poveri non i ricchi e potenti! La legalità è l’uso corretto della legge, è sostenere il diritto della giustizia e del bene comune prima dell’interesse privato. Ma perché questo sia possibile e la legge non diventi l’arma del forte contro il debole o risponda a imposizioni criminali, che si danno le loro leggi e le fanno rispettare a modo loro, bisogna tutti educarci e collaborare all’educazione alla Legalità.
Manfredonia, non ti mancano i mezzi e le Istituzioni, rispettale e seguine le corrette indicazioni, ti aiuteranno a crescere libera e punta sulla forza ed energia della Legalità non su altri strumenti o ammiccamenti di facile diffusione tra i tuoi concittadini. Diversamente sarà inutile se continui solo a lamentarti per la carenza di lavoro e la fuga dei tuoi giovani verso altre regioni italiane ed europee e non costruisci in te un tessuto che segue la trama della legalità.
Terza via: mantieni alta la lotta alle mafie Cara Manfredonia, per troppo tempo ed in modo silenzioso ed occulto sei stata, e rischi di continuare a esserlo, soggetta al puzzo della criminalità organizzata che agisce con logiche mafiose. E’ giunto per te il tempo di aprire gli occhi davanti alla realtà, di denunciare ed agire in modo da riprenderti la libertà che ti è stata rubata, e che, per usare il titolo di un libro diventato famoso, vuole mangiarti il cuore! Nonostante tutto questo, sono certo che stai reagendo e risollevando il capo per riappropriarti della tua dignità di città ricca non solo di storia del passato, ma capace di costruirne una ancora più grande nel futuro.
Manfredonia, pronuncia un forte NO alla violenza e ai soprusi della ‘quarta mafia’ e non rassegnarti alla paura ed al cinismo, erigi barriere psicologiche e morali, ricordati che non ti è conveniente schierarti con i mafiosi o assecondarne supina le loro richieste: troverai solo morte e povertà.
Come ho fatto alcuni mesi fa a Mattinata, anche questa sera, da questa piazza che è il cuore della nostra città, mi sento di dover rivolgere un appello ai signori e signore della mafia: “vi voglio dire che non siete vincitori, ma che siete solo delle vittime colpevoli. Ne dovete uscire, dovete capovolgere le logiche che governano la vostra vita e che pretendono di dominare quella degli altri. Signore e signori della mafia è arrivato il tempo di collaborare con la giustizia: questa terra ha bisogno di pentiti. Pentitevi! Se pentirsi dal punto di vista cristiano è segno di misericordia, pentirsi dal punto di vista umano è dovere di civiltà. Se volete recuperare dignità, pentitevi, uscite allo scoperto e consegnatevi alla giustizia umana. Solo così la giustizia divina sarà veramente misericordia anche per voi”.
Manfredonia, mantieni alta l’attenzione e la lotta alle mafie e ti ritroverai un volto trasfigurato che profumerà sempre più di bellezza, libertà, pace e futuro sostenibile.
Manfredonia, forse ti sei sentita a lungo come una donna abusata da falsi ed occulti poteri che hanno usato della politica e delle Istituzioni per allettarti e tradirti. Sei ora alla vigilia di prossime elezioni amministrative: si tratta di un grande esercizio di democrazia e libertà. Abbi il coraggio di scegliere guardando al nuovo e possibile che ti sta davanti e non ricadere nelle lusinghe antiche.
A questo riguardo invito tutti i cittadini, in particolare chi si riconosce nella Chiesa, e non vuol essere superficiale a evitare il gioco del voto per amicizia, per delega, per interesse o peggio ancora per clientelismo. Faccio appello ai sacerdoti e fedeli a prendere parte, nel limite delle possibilità, alle proposte di confronto sui temi, alle informazioni sui programmi delle varie parti politiche che anche la Pastorale Sociale offrirà come momenti di dialogo e discernimento civile.
E a chi sarà democraticamente chiamato a condurre la città negli anni a venire, ricordo che non basta vincere le elezioni, bisogna vincere nell’amministrare con equità e visione di futuro, nel far progredire il bene comune partendo dai diritti dei più deboli, diritti per lo più negati negli anni trascorsi.
Manfredonia, leggi e ripeti le parole del Cardinal Angelo Roncalli riportate a lettere cubitali sulla facciata della cattedrale: “O Madonna di Siponto, vieni, sii coronata regina. La corona è di oro purissimo, come il cuore dei tuoi figli che te l’offrono, come il cuore del pastore che te la procurò!”. Ad ognuno di noi il compito di offrire alla Vergine, alla Chiesa ed alla città un cuore di oro purissimo ricco di solidarietà e responsabilità! Ci sentiremo Figli di un unico Dio, Abitanti della “Casa comune”, Cittadini del futuro.
Amen!
+ p. Franco Moscone crs, arcivescovo