Mercoledì 13 Novembre 2024

Le epigrafi nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto

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Al visitatore attento della Basilica di Santa Maria Maggiore di  Siponto, certo non sfuggono  delle lastre di marmo, poste in diverse parti delle pareti  interne ed esterne,  che recano incise delle  epigrafi  in  latino.

Alcune di esse sono  funerarie, altre invece celebrative , come quella del pilastro interno di destra recante la notizia della riconsacrazione della Chiesa da parte  dell’allora  Arcivescovo Vincenzo Maria Orsini  nell’anno 1675.

Questa epigrafe ci dice  che lo stesso  Arcivescovo, consacrò anche l’Altare Maggiore in onore di Santa Maria Maggiore di Siponto e pose sotto di esso le Reliquie di due Martiri : Benvenuto e Cesario.

Per questo anniversario lo stesso Arcivescovo  concedeva ai fedeli che avessero visitato la chiesa

                                       cento giorni  di  indulgenza in forma consueta.

Un’altra epigrafe, posta sopra l’ingresso della Cripta  e datata 1708  ci informa  delle riparazioni della chiesa e della  donazione di una nuova campana.

Le altre iscrizioni sono di tipo funerario e alcune sono molto  toccanti, come quella dedicata al piccolo Lorenzo Imparati  morto a  soli tre anni, cinque mesi, diciannove giorni

“piccolo fiore agli affetti tolto”

Un’altra  commovente dedica è quella  alla  Nobildonna Nicoletta Margiotti  morta a ventidue anni nel 1813 e per la quale, il marito, innamoratissimo,  chiede al passante (Viator) di  deporre  un fiore sulla tomba e dedicare    alle ceneri  una lacrima.

Così come è struggente il  dolore dei genitori per il loro figlio Nicola Maria De Altilia, morto all’età di 20 anni, 6 mesi e due giorni

Altre epigrafi  funerarie sono dedicate a Michele Della Bella , di Aurignanum (Rignano) e che fu Vicario Capitolare Sipontino, morto nel 1804, mentre nella Sacrestia  della Basilica ve ne è una dedicata  all’Arcidiacono Antonio D’Angelo che governo con “Summa sapientia” il Seminario Diocesano.  Morì  nel 1862.

Sempre nella Sacrestia vi è una lettera di Papa Paolo VI ,  a  firma dell’allora Segretario  di Stato  Johannes Villot , inviata all’Arcivescovo  Valentino Vailati.

Un’altra epigrafe con relativa traduzione, è posta all’ingresso del sacello della cappella  della famiglia Cessa.

Nella Cripta vi è poi una lunga epigrafe,in italiano, scritta direttamente sulla parete destra, quasi invisibile per via dell’oscurità ma anche perché il tempo ha cancellato quasi le lettere.

Racconta    l’avventurosa  scoperta della tomba di marmo che racchiudeva le spoglie mortali del   Duce delle Armi Emilio Tulliano, morto nell’anno 505 dell’Era Cristiana.

Il sarcofago è più noto alle passate generazioni Sipontine come la “tomba del gigante”.

Sono delle testimonianze vive che meritavano di essere giustamente  rivisitate .

E’ quello che ha fatto l’Archeoclub di Siponto , affidandosi per le traduzioni a Padre Lorenzo Astegno, Sacerdote Scalabriniano Professore in Archeologia Cristiana, Archeologia romana , in Teologia e Lettere classiche,  che ha sempre insegnato nei Seminari Scalabrinani e non solo e che è stato qualche anno fa a Siponto presso la Casa Scalabrini .

Innamoratissimo della Basilica e della Madonna di  Siponto, ha conservato nel tempo questo suo amore : si trovava nella  casa di Arco (TN) ed fu  ben felice di  tradurre le epigrafi. A lui va con tutto il cuore il ringraziamento per  questo prezioso lavoro. A Padre Lorenzo è dovuta l’interpretazione simbolica della Basilica come la Gerusalemme Celeste.

Le traduzioni  sono state poste a fianco di ogni lapide e  sono quindi a disposizione di tutti.

L’Archeoclub  di Siponto ha voluto rispondere anche alle varie richieste dei visitatori della Basilica  che,   annotando  negli appositi registri, facevano rilevare l’esigenza delle traduzioni dal  latino.

 

Aldo  Caroleo  Presidente Archeoclub di Siponto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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