L’AUSTERA scenografia della Piazza d’armi del vetusto maniero manfredino, addolcita da un vaporoso gioco di colori luminosi che ne hanno messo in evidenza le preziosità architettoniche, ha fatto da fantastico sfondo ad un evento musicale di grande e raffinato pregio artistico che ha avuto nel soprano Francesca Rinaldi una superba protagonista che ha deliziato il numeroso pubblico che ha affollato la speciale platea del castello duecentesco. Uno spettacolo di accattivante suggestione organizzato dalla Bottega degli Apocrifi nell’ambito del cartellone “Mille di queste notti” che ha intrattenuto manfredoniani e ospiti in questa estate.
IL SOPRANO sipontino si è ripresentato al suo pubblico dopo la lunga e forzata pausa della pandemia, interpretando un repertorio di affascinante magnetismo canoro assumendo di volta in volta i panni di celebrate eroine della musica operistica. Nove donne dalle variegate connotazioni umane che tratteggiano sentimenti e drammi descritti da prestigiosi autori e musicati da celeberrimi compositori. Alle sensibilità umane e artistiche di ciascuna di esse, Francesca Rinaldi ha aggiunto la sua, maturata da una carriera che l’ha vista acclamata interprete nei maggiori teatri nazionali.
«HO CERCATO di mettere insieme e evidenziare – spiega – ancor prima che i personaggi, le persone con le loro passioni, amori, intrighi, sentimenti che non hanno età». Ciascuna di esse è stata presentata con una coloritura canora di straordinario effetto: Almirena (dal Rinaldo di Handel), «che sospira la libertà e che in cuor mio ho dedicato alle donne di Kabul»; Pamyra e Desdemona (Assedio di Corinto e Otello di Rossini) «con le loro sentite preghiere per l’umanità»; i quattro modelli di donna di Puccini: «Tosca «con la sua travolgente passione, Manon Lescaut con la sua carezza voluttuosa, Madama Butterfly con il suo inno alla speranza e Lauretta con la sua amorevole nostalgia»; intenso l’omaggio ai conterranei Pietro Mascagni «con la disperata gelosia di Santuzza», e Umberto Giordano «con l’invocazione all’amore puro di Contessa»; infine Adriana Lecouvreur (Cilea) «umile ancella dell’arte».
UN SUSSEGUIRSI di emozioni sull’onda della voce limpida e tenera di Francesca Rinaldi esaltata dalla puntuale esecuzione al pianoforte delle musiche di base, del maestro Donato Della Vista, vice direttore del conservatorio musicale “U. Giordano” di Foggia che ha altresì mirabilmente interpretato intermezzi da Manon Lescaut, Pagliacci, Fedora, Cavalleria rusticana.
AL TERMINE fiori e applausi.
Michele Apollonio