E’ STATO VOTATO alla chetichella, in gran segreto, senza nessuna presentazione o dibattito in aula, nella presumibile speranza che non arrivasse all’attenzione del pubblico, degli elettori. Ma così non è stato. Ha fatto un gran botto a livello nazionale l’emendamento che ripristina il trattamento di fine mandato e in forma retroattiva, approvato alla unanimità dai consiglieri regionali di Puglia come debito fuori bilancio: una spesa di ben 5milioni e 700mila euro. Sui social la gente si è sbizzarrita in commenti al vetriolo, fuori dalla grazia di Dio.
QUEL CHE maggiormente colpisce e indispettisce, più che la sostanza (i soldi attribuitisi), è la procedura con la quale i consiglieri compatti hanno agito. In fretta e furia, in extremis di seduta, senza una parola di commento o di spiegazione. Senza insomma metterci la faccia. Con l’intento evidente di non far sapere nulla agli elettori che li hanno mandati nel parlamento regionale con l’intento di essere rappresentati e garantiti nella tutela delle tante problematiche in bilico sul territorio.
FA SPECIE la posizione del gruppo di 5 Stelle che, con l’eccezione di Laricchia, è rimasto abbagliato dal luccichio del denaro piovuto dalle…stelle, smentendo clamorosamente la sua politica di contestazione già peraltro abiurata con l’entrata nella maggioranza di Emiliano. A parte qualche altra “rinuncia”, i consiglieri regionali compatti intascheranno, al termine di questa legislatura dai 35 ai 91mila euro che andranno ad aggiungersi naturalmente ai circa dodici mila euro mensili per “indennità di carica e funzione” e “spese per l’esercizio di mandato” oltre ad una serie di benefit connessi alla funzione di consiglieri.
A SPIATTELLARE cifre e fotografie ci ha pensato, fra gli altri, il quotidiano “la Repubblica”. Nella “lista d’oro”, assieme a Loredana Capone (5S), Filippo Caracciolo (Pd), Donato Pentassuglia (Pd), Gianni Stea (Popolari), Grazia Di Bari (5S), Marco Galante (5S), Ignazio Zullo (FdI), c’è anche il “nostro” Giandiego Gatta (FI). Fanno parte della schiera dei veterani che percepiranno 91mila euro ciascuno. Che si ridurranno, si fa per dire, a 71 mila euro, per quei consiglieri con due legislature all’attivo, come l’altro “nostro” consigliere Paolo Campo (Pd). Complessivamente circa sei milioni di euro che usciranno dalle casse della Regione Puglia senza un corrispettivo di una qualche natura. Gli stessi che magari andranno fra la gente di strada a parlare di crisi e di sacrifici.
IL PRESIDENTE Emiliano ha detto che non ne sapeva niente del colpo di mano dei suoi consiglieri, tanto che ha proposto un emendamento che ripristini l’abolizione del privilegio furtivamente riattivato. Ma dimentica le numerose e generose elargizioni a beneficio di “supporti” alla sua amministrazione. Così come da più parti si chiede chi e quanto paga il costo della “collaborazione della Regione Puglia” alle feste della sua personale lista politica.
Qualcuno ha ricordato la storiella di quel ristoratore che sul conto del cliente inseriva la sigla “s.l.v.l.v.” con affianco la cifra che sommava alla lista. Alla domanda di chiarimento ha dovuto svelare che quella sigla stava per “se-la-va-la-va” ovverossia “se il cliente se ne accorge bene, altrimenti,,,”.
Per i Nostri non c’è alcuna incertezza: le regole se le fanno da sé (magari in gran segreto).
Michele Apollonio