Giovedì 21 Novembre 2024

“Dove è andata a finire la fede?”

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Di Aldo Caroleo, Archeoclub Siponto

Fino a qualche mese fa, per chi  percorreva  la statale 89 poteva leggere un cartello in giallo del Touring Club Italia,  con la scritta, un po’ sbiadita, per la verità, che indicava ad un certo punto

“ Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto  Sec. XI”

E ad un tratto gli si presentava sulla destra, in lontananza, lo splendido cubo lapideo della Chiesa Medievale della Madonna di Siponto. Giungendo più avanti, gli si apriva un bellissimo cancello in ghisa fusa, opera ottocentesca dono della Famiglia Frattarolo, e quindi un viottolo che, richiamando gli antichi sentieri di campagna, portava all’emozione dell’incontro di una facciata splendida con un altrettanto splendido ed elegante portale . Era la Casa della Madonna di Siponto che si  rivelava nella sua splendida e spirituale Bellezza  e accoglieva i suoi Figli che a Lei dalla prima alba del Cristianesimo di Siponto si dirigevano presso il Suo Santuario per deporre le loro preghiere di richiesta di grazie o per ringraziare per quelle ricevute.

Da  dal V Secolo ai giorni nostri la Madonna di Siponto ha tenuto desta la Fede dei Suoi Figli e non solo dei Sipontini ma anche di coloro che, seguendo la “Strata  peregrinorum”, prima di portarsi a Montesantangelo , al Santuario Micaelico, passavano dalla chiesa della Madonna di Siponto, salutando prima la Sipontina nella Cripta (per il baresi la Madonna du’ scett o vomito) e poi nella Chiesa superiore, l’Icona della Vergine Hodighitria. Poi ammiravano, per ultimi, gli scavi delle due chiese paleocristiane con la bellezza delle pietre antiche e lo splendore dei mosaici che risaltavano su di  esse.

Luogo di vera devozione, fede genuina soprattutto per la “pia Gens Sipontina” che ha visto in Lei la Protettrice,a Mamma  e nella Basilica e nella Cripta la Sua Casa.

Ricordo, drante le mie giornate di volontariato i : “Sabati della Madonna” quando delle donne partivano a piedi da Manfredonia e  giunte nella Basilica, si portavano prima nella Cripta per rendere il saluto alla “Sipontina”   intonando canti della Devozione Mariana  popolare…dopo  salivano nella Chiesa Superiore e ripetevano gli stessi Canti.

Intonavano a voce alta e con fervore,come la Fede che  ardeva nei loro cuori:

 

“Venisti dall’ Oriente,in secolo lontano

Col  Santo Maiorano

Che sol fidava in  Te….”

 

Oppure:

“Dall’Oriente giungesti

Ai giuncosi lididi Siponto

Di  Asfodeli  opulenta

E di papaveri dormienti

La Regina diventasti,

o Madonna bruna…” ecc.

 

o  in dialetto:

“Madonn de Siponte,

Modonna nera e bella…”.

 

Solo per citarne alcuni….

 

L’emozione che si provava, nel silenzio d’intorno aveva qualcosa di mistico e di magico insieme.

Riporto  alcune  frasi tratte dai “Registri dei Visitatori della Chiesa superiore, della Cripta e Paleocristiane” da noi  istituiti per dodici anni e che custodisco gelosamente  per futura memoria

E che sono a disposizione di chiunque, studiosi, fedeli, studenti, ecc.:

“E’ un capolavoro che testimonia la grandezza di Dio” (Cava dei Tirreni M.Pisapia 1997.

“E’ sempre bello  veire qui trovando conforto nel Tuo bellissimo volto!” C:E: Canosa 21.11.1997

“E’ in luoghi come questo che ci si sente più vicini a Dio..” Civitati M. Roma 02.1998

“E’ la nostra storia:fate in modo di non perderla definitivamente.” A.Rignanese, Manfred. 04. 98

“Chi ruba dal passato, ruba anche dal proprio futuro” Sarah, Padova 07.1998

“Di solito la pietra e il bianco sono simbolo di freddezza,eppure questa chiesa è molto calda perché emana quel calore che viene dall’unica fonte di Amore che è Dio” Mazzocca C. Napoli  ‘98

“Connubio tra arte antica e Misticismo.luogo ideale per una ascesa dello spirito.”  ,FG 08.98

“Mentre scrivo le donne del paese  cantano e pregano…e  sembra che il tempo si sia fermato…”

Roma..O. Camilli 25 08 1998

Ecco, ho voluto  ricordare delle sensazioni da me provate  e solo alcune delle testimonianze di visitatori e fedeli che hanno varcato quelle sacre soglie.

 

Oggi, la situazione è completamente cambiata e quella che era una atavica tradizione, è  stata stravolta da scelte per lo meno discutibili.

Oggi non trovi più alcun cartello che  menzioni la Santa Maria di Siponto, e quell’atavico  cancello,che ha visto entrare migliaia di persone e  che portava alla Porta della Casa della Vergine Sipontina è chiuso, mentre più avanti, molto più avanti,vi è un moderno ingresso  con due indicazioni:

“Il Parco Archeologico di Siponto” e “Le Basiliche”

Della Basilica di  Santa Maria Maggiore di Siponto nemmeno l’ombra, e naturalmente neanche della splendida sua Cripta con la “Sipontina”.

Per chi, oggi ,volesse  visitare la Madonna di Siponto lo può fare non seguendo la millenaria stradina che portava al contatto diretto, ma da un ingresso secondario che porta prima ad un imprebabile ‘Centro Visite’ (?) e poi  ad un moderno simulacro in rete metallica  ed infine, ma molto dopo, all’incontro con la Vergine che da prima che era è diventata l’ultima  per poter incontrare.

Il termine poi di “Le Basiliche” è molto arbitrario, essendo quella che conosciamo dell’XI Sec. col titolo di Basilica Minore.

L’altra, quella ipotetica, costruita sui resti della vera Paleocristiana, è solo un simulacro che è   anche  distante architettonicamente da quella del tempio di Lorenzo, con elementi che ricordano architetture longobarde piuttosto che bizantine.Anche perché delle vere forme architettoniche delle antiche paleocristiane sipontine, non esistono disegni o testimonianze che ne definissero i veri elementi costruttivi e stilistici.

Ma se proprio qualcuno che ha dato a quella  struttura il nome abusivo di Basilica ( e non mi riferisco al Tresoldi), avrebbe dovuto ricordarsi almeno che nelle chiese, dalle paleocristiane a quelle moderne bisognava metterci almeno un segno che ricordasse il Titolare di tutte le Chiese, un “certo” Gesù Cristo morto e Risorto per noi.

Una semplice  Croce, magari di tipo Greco, sarebbe stata opportuna , anche piccola giusto per non disturbare, inserirla tra le  reti dell’abside del Tresoldi. O no?

Si è pensato alle sagome di ignoti personaggi, ma al Simbolo del Cristianesimo, no.

Prima era un privilegio farsi le foto vicino all’Icona della Vergine,ora si preferiscono i “selfie” in una struttura , bella materialmente ma fredda spiritualmente.

Si è voluto far passare  il messaggio, l’idea, che la Basilica di Siponto non è quella che conosciamo in pietra dell’XI Sec, dove hanno operato Magister come David o Acceptus e tanti altri, che vive di luce propria, ma quella a rete metallica illuminata artificialmente del pur bravo Tresoldi.

E ricitando Cicerone

 “ O tempora! O mores!”

 Il segno dei tempi….

Aldo Caroleo, Archeoclub di Siponto in formazione aps

 

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Comunicati · News

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