Di Aldo Caroleo, Archeoclub Siponto
Fino a qualche mese fa, per chi percorreva la statale 89 poteva leggere un cartello in giallo del Touring Club Italia, con la scritta, un po’ sbiadita, per la verità, che indicava ad un certo punto
“ Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto Sec. XI”
E ad un tratto gli si presentava sulla destra, in lontananza, lo splendido cubo lapideo della Chiesa Medievale della Madonna di Siponto. Giungendo più avanti, gli si apriva un bellissimo cancello in ghisa fusa, opera ottocentesca dono della Famiglia Frattarolo, e quindi un viottolo che, richiamando gli antichi sentieri di campagna, portava all’emozione dell’incontro di una facciata splendida con un altrettanto splendido ed elegante portale . Era la Casa della Madonna di Siponto che si rivelava nella sua splendida e spirituale Bellezza e accoglieva i suoi Figli che a Lei dalla prima alba del Cristianesimo di Siponto si dirigevano presso il Suo Santuario per deporre le loro preghiere di richiesta di grazie o per ringraziare per quelle ricevute.
Da dal V Secolo ai giorni nostri la Madonna di Siponto ha tenuto desta la Fede dei Suoi Figli e non solo dei Sipontini ma anche di coloro che, seguendo la “Strata peregrinorum”, prima di portarsi a Montesantangelo , al Santuario Micaelico, passavano dalla chiesa della Madonna di Siponto, salutando prima la Sipontina nella Cripta (per il baresi la Madonna du’ scett o vomito) e poi nella Chiesa superiore, l’Icona della Vergine Hodighitria. Poi ammiravano, per ultimi, gli scavi delle due chiese paleocristiane con la bellezza delle pietre antiche e lo splendore dei mosaici che risaltavano su di esse.
Luogo di vera devozione, fede genuina soprattutto per la “pia Gens Sipontina” che ha visto in Lei la Protettrice,a Mamma e nella Basilica e nella Cripta la Sua Casa.
Ricordo, drante le mie giornate di volontariato i : “Sabati della Madonna” quando delle donne partivano a piedi da Manfredonia e giunte nella Basilica, si portavano prima nella Cripta per rendere il saluto alla “Sipontina” intonando canti della Devozione Mariana popolare…dopo salivano nella Chiesa Superiore e ripetevano gli stessi Canti.
Intonavano a voce alta e con fervore,come la Fede che ardeva nei loro cuori:
“Venisti dall’ Oriente,in secolo lontano
Col Santo Maiorano
Che sol fidava in Te….”
Oppure:
“Dall’Oriente giungesti
Ai giuncosi lididi Siponto
Di Asfodeli opulenta
E di papaveri dormienti
La Regina diventasti,
o Madonna bruna…” ecc.
o in dialetto:
“Madonn de Siponte,
Modonna nera e bella…”.
Solo per citarne alcuni….
L’emozione che si provava, nel silenzio d’intorno aveva qualcosa di mistico e di magico insieme.
Riporto alcune frasi tratte dai “Registri dei Visitatori della Chiesa superiore, della Cripta e Paleocristiane” da noi istituiti per dodici anni e che custodisco gelosamente per futura memoria
E che sono a disposizione di chiunque, studiosi, fedeli, studenti, ecc.:
“E’ un capolavoro che testimonia la grandezza di Dio” (Cava dei Tirreni M.Pisapia 1997.
“E’ sempre bello veire qui trovando conforto nel Tuo bellissimo volto!” C:E: Canosa 21.11.1997
“E’ in luoghi come questo che ci si sente più vicini a Dio..” Civitati M. Roma 02.1998
“E’ la nostra storia:fate in modo di non perderla definitivamente.” A.Rignanese, Manfred. 04. 98
“Chi ruba dal passato, ruba anche dal proprio futuro” Sarah, Padova 07.1998
“Di solito la pietra e il bianco sono simbolo di freddezza,eppure questa chiesa è molto calda perché emana quel calore che viene dall’unica fonte di Amore che è Dio” Mazzocca C. Napoli ‘98
“Connubio tra arte antica e Misticismo.luogo ideale per una ascesa dello spirito.” ,FG 08.98
“Mentre scrivo le donne del paese cantano e pregano…e sembra che il tempo si sia fermato…”
Roma..O. Camilli 25 08 1998
Ecco, ho voluto ricordare delle sensazioni da me provate e solo alcune delle testimonianze di visitatori e fedeli che hanno varcato quelle sacre soglie.
Oggi, la situazione è completamente cambiata e quella che era una atavica tradizione, è stata stravolta da scelte per lo meno discutibili.
Oggi non trovi più alcun cartello che menzioni la Santa Maria di Siponto, e quell’atavico cancello,che ha visto entrare migliaia di persone e che portava alla Porta della Casa della Vergine Sipontina è chiuso, mentre più avanti, molto più avanti,vi è un moderno ingresso con due indicazioni:
“Il Parco Archeologico di Siponto” e “Le Basiliche”
Della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto nemmeno l’ombra, e naturalmente neanche della splendida sua Cripta con la “Sipontina”.
Per chi, oggi ,volesse visitare la Madonna di Siponto lo può fare non seguendo la millenaria stradina che portava al contatto diretto, ma da un ingresso secondario che porta prima ad un imprebabile ‘Centro Visite’ (?) e poi ad un moderno simulacro in rete metallica ed infine, ma molto dopo, all’incontro con la Vergine che da prima che era è diventata l’ultima per poter incontrare.
Il termine poi di “Le Basiliche” è molto arbitrario, essendo quella che conosciamo dell’XI Sec. col titolo di Basilica Minore.
L’altra, quella ipotetica, costruita sui resti della vera Paleocristiana, è solo un simulacro che è anche distante architettonicamente da quella del tempio di Lorenzo, con elementi che ricordano architetture longobarde piuttosto che bizantine.Anche perché delle vere forme architettoniche delle antiche paleocristiane sipontine, non esistono disegni o testimonianze che ne definissero i veri elementi costruttivi e stilistici.
Ma se proprio qualcuno che ha dato a quella struttura il nome abusivo di Basilica ( e non mi riferisco al Tresoldi), avrebbe dovuto ricordarsi almeno che nelle chiese, dalle paleocristiane a quelle moderne bisognava metterci almeno un segno che ricordasse il Titolare di tutte le Chiese, un “certo” Gesù Cristo morto e Risorto per noi.
Una semplice Croce, magari di tipo Greco, sarebbe stata opportuna , anche piccola giusto per non disturbare, inserirla tra le reti dell’abside del Tresoldi. O no?
Si è pensato alle sagome di ignoti personaggi, ma al Simbolo del Cristianesimo, no.
Prima era un privilegio farsi le foto vicino all’Icona della Vergine,ora si preferiscono i “selfie” in una struttura , bella materialmente ma fredda spiritualmente.
Si è voluto far passare il messaggio, l’idea, che la Basilica di Siponto non è quella che conosciamo in pietra dell’XI Sec, dove hanno operato Magister come David o Acceptus e tanti altri, che vive di luce propria, ma quella a rete metallica illuminata artificialmente del pur bravo Tresoldi.
E ricitando Cicerone
“ O tempora! O mores!”
Il segno dei tempi….
Aldo Caroleo, Archeoclub di Siponto in formazione aps