Non è una partita di calcio, purtroppo, magari un auspicio per le glorie sportive del Manfredonia Calcio, ma solo un confronto tra quello che è successo il 22 giugno nella zona industriale di Manfredonia-Macchia e l’incidente industriale in Germania il 26 luglio.
Anche in Nordreno-Vestfalia hanno preso fuoco dei rifiuti, lì in un impianto ad hoc, a Manfredonia rifiuti plastici abbandonati accanto a un capannone. Lì sono morti 5 lavoratori e 30 feriti (esprimiamo condoglianze alle famiglie delle vittime e vicinanza ai feriti e ai loro congiunti!). Stiamo parlando di dimensioni molto diverse, è chiaro. Ma quello che ci interessa qui è il comportamento delle autorità preposte alla tutela della salute e dell’ambiente nelle due realtà.
A Leverkusen (notizie assunte da ilManifesto del 27 e 28 luglio 2021):
- “Il giorno dopo il disastro ambientale al Chempark di Leverkusen, l’Agenzia ambientale del Nordreno-Vestfalia certifica la tossicità del fungo nero prodotto dallo scoppio dell’impianto di trattamento dei rifiuti speciali gestito dalla società australiana Currenta, nonostante i primi risultati ufficiali del campionamento dell’aria saranno disponibili solo alla fine della settimana.” Ha inoltre avvisato la cittadinanza: «Rifugiatevi subito all’interno degli edifici, chiudete bene porte e finestre».
- «avviso urgente» diramato ieri pomeriggio dall’Agenzia per l’Ambiente del Nordreno-Vestfalia: «Non mangiate la frutta e la verdura dei vostri giardini», mentre il Diparti mento Salute del Comune di Leverkusen raccomandava ai residenti del rione di Bürrig di «indossare i guanti per i lavori di giardinaggio che non possono essere rimandati». Fanno il paio con il «consiglio» di tenersi alla larga dai campi sportivi come dai parchi-giochi.
- “viene confermato lo «stato di massima allerta» della Protezione civile per la «sospetta velenosità dell’atmosfera» nel quartiere di Bürrig (il rione confinante con il Chempark): ai residenti continua a essere vietato raccogliere i prodotti degli orti così come la frequentazione dei campi sportivi, dei parchi giochi, delle piscine. Si aggiunge al divieto di accesso nel polo chimico per i circa 45.000 lavoratori delle 70 imprese concentrate negli 11 chilometri del distretto industriale, ad eccezione dei pochi operai impiegati nei lavori di ripristino urgente delle linee elettriche interrotte dalla megaesplosione.”
- “Le indagini sulle cause dell’«incidente di massa» (così la definizione del direttore dell’ospedale locale dove sono ricoverati i 31 feriti): la polizia di Colonia ha istituito un’apposita squadra investigativa e la Procura generale di Leverkusen ha aperto il fascicolo giudiziario con l’ipotesi di omicidio colposo. «Non possiamo escludere l’errore umano alla base del disastro» ha tenuto a precisare il procuratore capo Ulrich Bremer.
- “In parallelo è scattato l’obbligo per Currenta di ripulire le strade e gli edifici ricoperti dalla fuliggine che ha fatto ricadere a terra microparticelle oleose e frammenti del deposito scoppiato di diversi centimetri.”
A Manfredonia
- L’ARPA è intervenuta la sera stessa dell’incidente e ha misurato alcuni inquinanti, tra cui il benzo-a-pirene risultato molto alto, il benzene, alto anche quello. Pur dichiarando che si trattasse di rifiuti plastici, non si hanno notizie se siano state condotte misurazioni delle diossine. ARPA ha scritto: “Anche ordinanze urgenti e contingenti di chiusura degli infissi o raccomandazioni a non uscire di casa sono ritenute di scarsa efficacia”.
- Nessuna raccomandazione ai cittadini sui comportamenti da adottare ed i luoghi da evitare. Lo stessa dicasi per i comportamenti da adottare da parte di chi lavora nell’area industriale.
- Non sappiamo se le autorità sanitarie si siano interessate a verificare se ci siano state, nel tragitto dei fumi, persone che si sono sentite male.
- Non sappiamo se le autorità preposte al rispetto della legge abbiano avviato indagini per l’individuazione dei responsabili
- Non sappiamo se sia stato disposto dal Comune la pulizia delle strade e gli edifici nelle more di rivalersi sui responsabili.
Considerazioni
- L’8 luglio scorso a commento della relazione ARPA Foggia diffusa il 1.7.2021 scrivevamo: “i dati prodotti da ARPA non escludono che concentrazioni di benzene e benzo(a)pirene significative da un punto di vista sanitario possano aver raggiunto una quota di popolazione di Manfredonia nella notte tra il 22 e il 23 giugno scorsi”. Non abbiamo notizie a riguardo. Speriamo che ce le abbia il Comune, ancorchè commissariato per infiltrazioni mafiose, e che voglia darle ai cittadini.
- “Mutatis mutandis”, la vicenda ricorda molto quello che avvenne il 26 settembre 1976, 45 anni fa: molti silenzi, interventi tardivi e soprattutto diversissimi rispetto a quello che si fece subito per Seveso tre mesi prima. La storia non sembra aver insegnato nulla! Le bonifiche vanno a rilento, di tirare le conseguenze della ricerca partecipata (con lo studio di coorte della popolazione, con gli screening oncologici e del tumore al polmone in particolare, di fornire i necessari servizi sanitari ai manfredoniani) non se ne parla.
8 agosto 2021 Maurizio Portaluri
ma perché dite cazzate io ho lavorato per 20 anni ed ero proprio nel reparto che è avvenuto lo scoppio,e sono vivo e vegeto…