“LODATO sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura”. I titolari delle aziende localizzate nelle arre industriali Pip e DI46 di Coppa del vento, a qualche chilometro da Manfredonia, a monte della statale per Foggia, potrebbero recitare quel verso del cantico di San Francesco d’Assisi, come ringraziamento per l’avvio a soluzione di quell’annoso e grave problema che tanto ha nociuto alle attività localizzate in quelle aree. Comune e Acquedotto pugliese hanno concordemente deciso di mettere in atto tutto quanto necessario per assicurare la distribuzione dell’acqua potabile in quel comprensorio industriale.
UNA CARENZA, quella dell’acqua potabile, tanto dannosa quanto inconcepibile per attività industriali nelle quali “sorella acqua” è una delle componenti dirette o indirette dei processi produttivi. A più riprese gli imprenditori interessati hanno fatto presente, anche con iniziative forti, la gravità del problema che è rimasto maledettamente tale. Riunitisi nella “Associazione comparto industriale Manfredonia”, hanno intensificato la pressione «incontrando ripetutamente – rileva Vittoria De Salvia tra le promotrici dell’Associazione – la Commissione straordinaria al comune e i tecnici comunali, e l’Aqp di Bari, che hanno dato gli esiti che ora dovranno essere messi in opera». La gestione degli interventi da realizzare affidata all’ingegnere Giuseppe Di Tullo, dirigente del comune, che rendiconterà all’Acquedotto pugliese.
SE LE COSE andranno come programmate, sarà sanato un paradosso che forse solo da queste parti poteva sussistere. «La stramberia sta nel fatto – conferma Antonio Gentile, l’ingegnere progettista di quelle aree – che l’intero comparto industriale di 250 ettari è completamente urbanizzato con tutte le condotte dei vari servizi che però non sono collegati con gli impianti centrali: alla condotta Aqp che passa a pochi passi lungo la statale 89; ad un depuratore per la fogna».
Problemi che vennero evidenziati nella riunione tenuta al comune, nel settembre 2014, presenti i vari attori entranti a vario titolo nella questione che era quella come si presenta oggi. Oltre all’utilizzo della somma residua di 1.300,000 euro, il sindaco dell’epoca Riccardi, annunciò «che è stato concesso – è detto nel verbale – un finanziamento in favore del Comune di altri 23 (ventitré) milioni di euro per la realizzazione di opere pubbliche nella zona industriale». Non è successo nulla, tutto finito nel dimenticatoio amministrativo e politico, quelle aree attivate dal Contratto d’area per un possibile rilancio dell’economia del territorio, rimaste abbandonate.
«Sono trascorsi altri sei anni – denuncia De Salvia – senza che si sia mossa una virgola. Sono problemi che vanno assolutamente risolti per evitare che altre aziende vadano via e che quegli imprenditori che vorrebbero approdare a Manfredonia se ne vadano altrove». Michele Pasqua, referente dell’Associazione, ha anche predisposto una petizione. «Il tempo è quello giusto – rileva -: fra alcuni mesi avremo una nuova amministrazione e se non dovessimo ottenere ora ciò che ci spetta per diritto, potremo temere che dopo potremmo finire nelle pastoie burocratiche che oggi non vi sono».
Michele Apollonio