Il tema del Treno-Tram, delle infrastrutture e dei servizi di trasporto merita un approfondimento. Stiamo parlando di un problema cruciale per la nostra provincia ovvero l’ambito delle infrastrutture di collegamento, sia per il trasporto delle persone che per la movimentazione merci. Concretamente si tratta di un complesso di infrastrutture occorrenti all’espletamento dei servizi nevralgici per la mobilità del territorio, che permetterebbe il collegamento di Manfredonia e del Gargano, con buona parte della Capitanata, con vantaggi indiscutibili per quello che riguarda l’offerta turistica, per i pendolari, che si spostano quotidianamente per lavoro e studio, ed infine per il traffico merci.
Nonostante siano stati spesi 2 milioni di soldi pubblici per la stazione ferroviaria “Manfredonia Ovest”, l’attuale piano regionale prevede l’allocazione dell’investimento, previsto per il treno-tram, a beneficio di un’infrastruttura diversa, a supporto del bus rapid transit. Lo stesso implicherebbe un disinvestimento in termini di tutela ambientale, trattandosi di un servizio di trasporto su gomma –ad impatto ambientale superiore al ferro. Riteniamo che, la scelta dei servizi da erogare sia una scelta politica, sulla quale regione e governo devono ulteriormente riflettere, eventualmente insieme agli enti locali interessati, per indirizzare lo sviluppo della nostra terra sul giusto binario. In primis, riteniamo importante sciogliere i dubbi sulla competitività. Difatti, se la Regione finanzia il trasporto su gomma senza indirizzare misure di razionalizzazione dei servizi nonché la complementarietà dell’offerta treni e bus, per l’operatore ferroviario difficilmente potrà esserci capacità competitiva. Ci risulta incerta la probabilità che i fondi contabilizzati siano sufficienti per la realizzazione ex novo di un sistema di trasporto “esclusivo” e nutriamo forti preoccupazioni per il necessario consumo di suolo per realizzare l’opera. Il dubbio sulla mancata realizzazione del progetto faraonico e sulla possibilità di ritrovarsi senza un servizio pubblico di trasporti adeguato ai tempi, è forte ed in tal caso la nostra provincia vedrebbe una ulteriore regressione socio-economica. La mobilità dei passeggeri è un servizio essenziale per migliaia di cittadini, ancor più dopo le misure di accentramento dei principali servizi pubblici sui territori provinciali (ospedale, tribunali, Università, uffici statali).
Diversi studi dimostrano come un collegamento ferroviario efficiente ed una vicinanza a stazioni che offrono servizi AVR – come potrebbe essere il caso della Manfredonia-Foggia – permetterebbe un incremento del PIL territoriale ed una riduzione delle disuguaglianze sociali. In aggiunta, è lo stesso PNRR a prevedere ingenti investimenti destinati al potenziamento delle linee ferroviarie, anche regionali, nel solco definito dagli atti di indirizzo dell’UE. Difatti, secondo quanto riportato dalla Decisione UE 2020/2228, il 2021 è l’anno europeo delle ferrovie ed il Green Deal imporrà
agli stati membri di realizzare investimenti a favore della mobilità sostenibile. Dunque, la scelta di precludere la disponibilità di un trasporto pubblico efficiente, va letta come una condanna alla
disuguaglianza economica e sociale dei cittadini di questa terra. Pertanto, si devono distinguere le ciclovie, infrastrutture pensate per l’incentivazione del turismo e la mobilità cittadina sostenibile, dalle infrastrutture direttamente responsabili dello sviluppo socioeconomico su larga scala. Siamo convinti che il trasporto su rotaia, sia più sicuro, più efficiente e più sostenibile sul piano ambientale ed economico. Dunque, tra un’infrastruttura ferroviaria in parte attiva ed il contrapposto progetto che probabilmente resterà per anni sui programmi elettorali, siamo sicuri che la prima sia da preferire per la nostra città, per i cittadini del capoluogo di provincia e per quelli dell’area garganica. Piuttosto che pensare ad improbabili alternative, che vanno in una direzione divergente da quella su rotaia adottata dal resto del mondo – è il momento di pensare ad un ammodernamento ed una elettrificazione che consentano alle infrastrutture già esistenti di porsi al servizio della mobilità dei viaggiatori e della logistica delle merci. Nello specifico, il nostro territorio, consta di due binari su cui investire in tal senso: quello che vede come punto di arrivo la stazione di Manfredonia ovest, di natura prevalentemente turistica; quello che dallo snodo di Frattaruolo andrebbe verso il porto industriale con una doppia funzione, turistica e di movimentazione merci.
Quindi, la stazione di Manfredonia Ovest potrebbe essere utilizzata come un modesto punto intermodale turistico, che collega, con piccoli mezzi per il trasporto pubblico locale, la stazione sia con la Riviera Sud che con le ricchezze archeologiche della nostra Siponto e della città. Inoltre, la stazione fungerebbe da posto di movimento per aumentare la capacità della linea evitando l’attuale problema del servizio a spola. Di contro, lo snodo ferroviario di Frattaruolo potrebbe diventare il fulcro della tratta che accompagnerebbe turisti e cittadini lungo tutto la città, passando dai comparti alla zona scaloria, avente come destinazione finale il porto industriale, dove una piattaforma intermodale permetterebbe lo scambio rotaia-gomma per i collegamenti con Monte Sant’Angelo, Mattinata e i punti turistici del Gargano fino a Vieste. Dunque, la tratta attraverserebbe la città rivalutando la zona dei comparti, sfruttando la posizione strategica della
zona scaloria – a vantaggio della città ed a garanzia del turismo religioso di San Giovanni Rotondo – e contemporaneamente, esaltando l’attrattività del porto industriale (probabilmente prossima zona ZES), fungendo da supporto logistico commerciale per la movimentazione merci dal porto verso i corridoi europei TEN-T che collegano, attraversando la nostra terra, la provincia di Foggia con l’Europa del nord ed orientale.
Si andrebbe a creare una condizione necessaria –seppur non sufficiente- per l’insediamento produttivo e lo sviluppo turistico nella nostra città e di gran parte del Gargano. In conclusione, qualora venisse meno l’interesse a gestire la tratta ferroviaria, considerata la disponibilità ad investire di società private del settore, il nostro auspicio sarebbe un’acquisizione a patrimonio pubblico
ed una messa a gara per l’affidamento della gestione e dei servizi di trasporto a beneficio di chi crede nel potenziale di questa tratta, oltre che di questo territorio. Le questioni sul tavolo sono molteplici e ci auguriamo che si formi una classe dirigente che formuli una visione politica sistemica per lo sviluppo socio-economico della città piuttosto che annientare qualsiasi
possibilità.