Michele Apollonio
MANFREDONIA – «La stazione Manfredonia Ovest non sarà una cattedrale nel deserto. I 50 milioni di euro stanziati nel Patto per la Puglia saranno utilizzati per garantire il collegamento rapido ed ecologico tra Manfredonia e Foggia con la tecnologia del Bus Rapid Train». Lo sostiene il PD di Manfredonia in una nota in cui spiega che «Il Bus Rapid Train è una metropolitana di superficie realizzata destinando corsie preferenziali ad autobus alimentati a metano. Affiancando piste ciclabili attrezzate e sicure si potranno mettere in parallelo mobilità veloce, per chi produce e lavora, e mobilità lenta, per chi si muove alla ricerca di esperienze e benessere».
Una scelta che ha suscitato perplessità e incredulità. Ma ve la immaginate – è la riflessione della gente – la strada Manfredonia-Foggia già di per sé tra le più pericolose come dimostrano i tanti incidenti anche mortali, “allargata” per far posto a corsie preferenziali destinate agli autobus e in più a piste ciclabili da destinare “a chi produce e lavora” (?) e a chi “ricerca esperienze e benessere” (?).
A parte i tempi biblici e il denaro da profondere, una scelta che riporta maledettamente indietro le lancette del tempo manfredoniano. Che i binari ferroviari nella parte terminale di Siponto siano da eliminare è storia vecchia. Il piano regolatore Ricchetti (Anni 70) prevedeva lo spostamento a Scaloria (parte alta della città) della stazione ferroviaria, ma mai nessuno lo ha preso in considerazione. Così come mai è stata prospettata, in alternativa alla dismissione, l’opzione di ammodernare la tratta MN-FG in modo da renderla appetibile per l’utenza. Per esempio: perché non pensare ad elettrificare quella tratta utilizzando parte di quei 50 milioni di euro del fantomatico Treno Tram; dotarla di vetture moderne; razionalizzare le corse per adeguarle alle esigenze dell’utenza?
La ferrovia è una ricchezza per il territorio di riferimento. Un mezzo di progresso. Sul Gargano si pensa di allungare fino a Peschici il treno che parte da Foggia. In tutto il mondo si studiano e si attuano potenziamenti della mobilità su ferro: e qui invece si fa di tutto per eliminarla. È un controsenso non giustificabili con progetti irrealizzabili.
Anche il problema binari da Siponto a Manfredonia è risolvibile spolverando l’idea del progettista de piano regolatore di Manfredonia, Mauro Ricchetti (Anni 70) che prevedeva lo spostamento della stazione ferroviaria in zona Scaloria, zona alta dell’abitato, dove passa la ferrovia. Le soluzioni urbanistiche che guardano al futuro ci sono e si inseriscono razionalmente nei vari progetti inerenti alle esigenze cittadine e alle prospettive economiche-industriali. La perdita del collegamento ferroviario sarebbe un colpo irreversibile per le potenzialità di un territorio malamente utilizzato tanto da compromettere aspettative di sviluppo legittime e sostanziate da qualificanti risorse. Il momento che Manfredonia attraversa è cruciale per imboccare la strada del rinnovamento e del progresso e abbandonare quella del regresso. Un processo nel quale la popolazione esige di non essere lasciata fuori.