Il rischio è quello di ritrovarci alle prossime elezioni amministrative con una pletora di pretendenti alla poltrona di sindaco della città. Ognuno dei quali con un proprio seguito magari striminzito eppertanto senza possibilità di risultare eletto. La non certo edificante e per nulla auspicabile prospettiva, se non ci sarà una riflessione responsabile e dunque ragionata da parte delle compagini che si preparano a quell’appuntamento, su quella che dovrà essere l’amministrazione comunale post scioglimento per infiltrazioni mafiosa e conseguente dura amministrazione di emergenza affidata ad una Commissione straordinaria ministeriale. Dagli ormai numerosi segnali che emergono dalle forze più o meno esplicite in campo, non pare che ci sia una riflessione comune che denoti la presa d’atto di una situazione difficile che non cesserà con il voto, qualunque sarà, della prossima consultazione popolare, ma proseguirà ancora per molto. Fino ad ora abbiamo assistito e dovuto recepire, una caterva di comunicati-programmatori nei quali i proclami di “rinnovamento”, “nuovo”, “cambiamento” si sono sprecati. Tante belle intenzioni rimaste tali fino a che non si è trattato di nominare il soggetto che quei bei propositi dovrà trasformare in atti concreti. A quel punto ciascuna parte partecipante al banchetto preparatorio, ha tirato fuori il proprio nominativo presentandolo come quello più giusto per la bisogna. Tutto questo naturalmente all’insaputa di quanti, gli elettori, dovranno esprimere e dunque decidere il gradimento al momento fatidico del voto. Elettori che si potrebbero ritrovare difronte a un lungo elenco di aspiranti alla fascia tricolore. Con quali reazioni è forse anche facile immaginare. Ed è quello che occorre evitare se non si vuol fare il gioco di chi – i vecchi responsabili della disfatta di Manfredonia – non demorde e cerca in tutti i modi e sotterfugi per ritornare a galla, magari con la complicità di fiancheggiatori interessati. Occorre evitare ritorni a pseudopolitiche che è fin troppo evidente in quale stato economico, sociale, culturale hanno ridotto la città; scongiurare il ripetersi di marchiani tradimenti verso un territorio che merita ben altra attenzione e cura.
Difronte a questa realtà incombente, la prospettiva auspicabile è quella di vedere l’arco delle forze che si rifanno alla libertà e alla legalità, coalizzata e proteso su un unico piano politico-amministrativo cittadino (non occorrono grandi progetti che non potranno essere realizzati) da affidare ad una persona da scegliere tenendo presente le capacità, l’onestà, la razionalità dimostrate.
Michele Apollonio