Il 25 maggio scorso, la comunità di Macchia Libera, frazione di Monte S. Angelo ha vissuto momenti di giubilo e di forte emozione per la sistemazione nella piazzetta centrale di un artistico monumento dedicato a S. Camillo De Lellis, servo degli infermi, per ricordare il triste momento che stiamo vivendo, il Covid 19 nel ricordo di quanti sono stati colpiti da questa tragedia. La presenza in quel sito della effige di S. Camillo De Lellis, fortemente voluta dai Padri Camilliani che da anni si prendono cura della Parrocchia, con il contributo dell’intera comunità di Macchia e del Comune di Monte Sant’Angelo, non è solo questo. La presenza in quel particolare luogo del Servo degli infermi deve essere elemento deterrente nei confronti di ciò che di più negativo l’uomo possa esprimere. Non meno importante la sua valenza spirituale, sociale ed economica e di riscatto, perché quel tanto martoriato territorio possa finalmente avere giustizia. Per ottenere questo è necessario però che si creino i presupposti perché ciò avvenga. Intanto sarebbe opportuno, quanto necessario dare un nuovo look a Macchia, a giusta ragione definita ‘Marina di Monte Sant’Angelo’, frequentatissima da migliaia di turisti che, durante il periodo estivo affollano le strutture turistiche dislocate lungo la costa. Perché ciò continui sarebbe auspicabile che il Comune si facesse carico di intervenire con urgenza attraverso consistenti opere pubbliche. In particolare su via del Mare e Litoranea Varcaro. Dal giorno in cui lungo le suddette arterie, sono state realizzate la rete idrica e fognaria, specialmente durante i mesi estivi in cui transitano migliaia di autoveicoli, nessun intervento di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria è stato disposto dalla Pubblica amministrazione, al fine di renderla agevolmente percorribile, vuoi per il decoro urbano, ma viepiù per la sicurezza della circolazione. Via del Mareoltre ad essere diventata un percorso di guerra con la presenza di numerose buche; in molti punti si nota l’assenza di guard rail, e in alcuni altri gli stessi sono divelti e mai ripristinati, causando la caduta di alcune auto nel canale di raccolta delle acque meteoriche che scorre lungo l’intero percorso, nel frattempo coperto da vegetazione spontanea che impedisce la visibilità della cunetta. Fortunatamente senza danni alle persone. Per non parlare della pubblica illuminazione dove si registra il mal funzionamento di diversi corpi illuminanti, molto spesso spenti, qualche palo addirittura è pericolante, nonostante il recente intervento fatto su molti pali. Per non parlare dell’annoso problema del deposito dei rifiuti urbani all’incrocio di Via del Mare e Litoranea Varcaro. Dal momento della istituzione del servizio di raccolta porta a porta, che ha portato ad eliminare i “famigerati cassonetti”, in quel luogo si continua a lasciare ogni sorta di rifiuti (dai mobili vecchi, agli elettrodomestici e al secco dei giardini). Nonostante il generoso e costante impegno degli operatori ecologici di Monte Sant’Angelo, che continuano a tenere pulito quel sito con la rimozione quotidiana della montagna di rifiuti che si accumulano quotidianamente, in attesa che si trovi altra soluzione. Non è certamente un bel biglietto da visita per i turisti. La litoranea Varcaro, poi, merita un discorso a parte. Molto trafficata d’estate, in diversi punti essa si presenta stretta, creando notevole difficoltà agli automobilisti di incrociarsi. Per memoria storica diciamo che nel lontano 2009 il Comune di Monte Sant’Angelo ha ottenuto un finanziamento di 1 milione e 400mila euro per realizzare il progetto relativo all’allargamento della carreggiata addirittura di tre metri e al completamento della suddetta strada che collega la periferia di Manfredonia alla S.S. 89 garganica, e quindi Mattinata-Vieste. Opera che avrebbe notevolmente alleggerito il traffico su quest’ultima importante arteria che, ovviamente, porta sul Gargano, riducendone di molto il decongestionamento del movimento veicolare, specialmente agli svincoli dove, addirittura si blocca il traffico, creando interminabili code di automezzi. Opera mai realizzata, il cui progetto, giace nel cassetto del sindaco. Perché? Non sarebbe stata un’idea malvagia se tale progetto fosse stato rispolverato in questo particolare momento, ricorrendo al recovery fund per chiedere un nuovo finanziamento. Purtroppo un’altra ghiotta opportunità perduta. Si è pensato, invece, di chiedere e ottenere finanziamenti (pochi spiccioli, invero, soltanto 24 milioni di euro), per installare nell’ex sito Enichem altre mostruosità, in particolare una struttura per la lavorazione della plastica, addirittura in un’area (Isola 12), dove sono ancora sepolti migliaia di fusti contenenti sostanze tossiche e nocive . Non è bastato che per oltre vent’anni tale bruttura abbia distrutto la meravigliosa Piana di Macchia e continua ancora oggi, perché non si è provveduto al suo completo disinquinamento. Al danno, la beffa. Sicuramente notevoli sarebbero stati i vantaggi che ne avrebbe tratto il territorio se le suddette opere fossero state realizzate, anche alla luce degli ultimi fatti criminosi che l’hanno colpito, restituendo alla Piana di Macchia la sua naturale vocazione, l’antico splendore, rendendola, vivibile a misura d’uomo, in uno alla migliore valorizzazione del territorio e agli operatori delle strutture turistiche già gravemente colpiti dalla crisi a causa del Covid 19, dando loro una poderosa boccata d’ossigeno. Crediamo sia giunto il momento di fare qualcosa per la Piana di Macchia, in particolare per Macchia Libera e non continuare, come sempre, a girarsi dall’altra parte, a mettere la testa sotto la sabbia, fingendo che queste meravigliose realtà non esistano lasciandole nell’oblio più profondo. Cerchiamo, quindi di cogliere il momento di svegliarci dall’atavico torpore. Adesso o…mai più!
Matteo di Sabato