Lupi, cinghiali, storni: sono le tre specie di fauna selvatica che oggi rappresentano un grosso problema per coltivatori e allevatori che operano nell’area del Parco nazionale del Gargano e in generale nel comprensorio garganico.
Le richieste di indennizzo per danni da fauna selvatica, presentate all’Ente da imprese agricole e agro-zootecniche, nel 2020 sono cresciute del 200% per un ammontare di quasi 300mila euro, raddoppiato rispetto ai 123.642 del 2016.
Al tavolo tecnico-istituzionale del 9 luglio scorso, convocato dal presidente del Parco Nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza, si è fatto il punto sullo stato dell’arte e sulle iniziative in itinere o già intraprese dall’Ente nell’intento di arginare l’invasione di animali che provocano danni all’agricoltura e da predazione di bestiame.
Erano presenti in sede Parco i deputati Antonio Tasso e Giorgio Lovecchio, la senatrice Gisella Naturale, il sindaco di san Marco in Lamis Michele Merla. Collegati in videoconferenza c’erano l’on. Michele Bordo e l’assessore del comune di Vieste Dario Carlino.
Per ridurre il danno economico patito dagli allevatori, l’Ente Parco già nel 2019 aveva apportato delle modifiche al Regolamento che disciplina le procedure, aumentando il valore degli indennizzi e prevedendo il rimborso delle spese per il certificato rilasciato dal medico veterinario e per l’eventuale smaltimento delle carcasse e un ulteriore 20% di indennizzo è previsto in caso di animale gravido. Mentre nel 2020 erano state date disposizioni perché venissero accelerate le liquidazioni di indennizzo per danni da fauna selvaticale alle aziende “già fortemente provate dall’emergenza sanitaria”.
Pazienza ha spiegato i motivi per cui gli indennizzi erogati corrispondono mediamente al 50% del valore del danno stimato e generano il comprensibile malcontento degli operatori (il Regolamento del Parco è ancorato ai mercuriali della Camera di Commercio di Foggia), ed ha invitato i parlamentari a un intervento di tipo legislativo affinché si possa parlare di risarcimento del danno e non più di indennizzo.
Nel frattempo è stata avviata la distribuzione di cani da pastore abruzzesi agli allevatori del Parco a difesa delle greggi dagli attacchi del lupo e l’acquisizione di expertises per il piano di gestione e controllo della popolazione di cinghiali.
L’on. Antonio Tasso ha portato al tavolo la sua esperienza diretta con coltivatori e allevatori dell’area Parco che gli hanno rappresentato le drammatiche conseguenze sul piano economico e sociale dei danni causati da lupi e altri animali selvatici “per i quali – ha detto – si rende urgente un piano di contenimento che darà i primi risultati non nel breve periodo, ma fra qualche anno. Nel frattempo occorre lavorare alla riduzione del divario esistente tra valore stimato e valore erogato dell’indennizzo, affinché diventi un vero e proprio risarcimento, e allargare il tavolo ad altri enti, organismi istituzionali e rappresentativi delle diverse categorie coinvolte, alle associazioni ambientaliste e venatorie così da alimentare un confronto costruttivo e dialettico che sia foriero di soluzioni”.
Due percorsi paralleli, quindi, risarcimento dei danni e prevenzione degli stessi, per i quali Tasso e gli altri parlamentari hanno individuato delle proposte da sottoporre ad una interlocuzione qualificata.