Mercoledì 13 Novembre 2024

Il battesimo di Calenella. E’ partita l’avventura della Rete del Gargano

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PRIMA GIORNATA DI INCONTRO DEL GRUPPO CHE HA RISPOSTO ALL’APPELLO DI NELLO BISCOTTI. FITTA L’AGENDA DI SPUNTI ED APPORTI, ADESSO SI GUARDA AL FUTURO

 

di DANIELA CORFIATI

Quotidiano l’Attacco, 22 giugno 2021

 

Sono un centinaio sulla carta le adesioni alla Rete del Gargano che si è messa in cammino sui percorsi della conoscenza promossi da Nello Biscotti. L’operazione ha ricevuto il battesimo ufficiale lo scorso 18 giugno in occasione della prima giornata di studio che ha visto la partecipazione di una ventina di relatori che si sono dati appuntamento al Villaggio Turistico Calenella. Come da tabella di marcia del programma si sono succedute le relazioni nell’arco dell’intera giornata che seppur con alcune defezione è comunque risultata fitta di contributi e apporti utili ad entrare nel vivo dell’operazione. L’idea che muove l’intrapresa è quella di riabilitare conoscenze e competenze in un lavoro di ricucitura – innanzitutto culturale – dei tanti presidi che faticano a dialogare fra loro. Si tratta di una scommessa che reclama un’assunzione di responsabilità condivisa e partecipata e che chiama a raccolta studiosi di storia, letteratura, poesia, dialetti, natura, beni culturali, paesaggio, informazione, ambiente, archeologia, sociologia, pianificazione del territorio, protagonisti attivi del mondo delle professioni, della scuola, della ricerca e dell’università. Il summit di Calenella è stato il punto di inizio per rinsaldare i rapporti tra i protagonisti della rete, che hanno presentato con brevi interventi introduttivi il proprio campo d’indagine e di studio. Come ha spiegato Biscotti la finalità è quella di determinare scenari di prospettiva che possano arricchire le strategie interdisciplinari di approcci concertati, dando al territorio del Gargano – senza precludere collegamenti al sistema della Puglia intera – un manifesto ragionato di uno sviluppo sostenibile.  Come in una grande biblioteca, le aree tematiche sono state catalogate in cinque grandi gruppi: biologia – medicina – chimica; educazione – storia – arte- archeologia- letteratura; fisica – geologia – geografia- scienze naturali; antropologia – sociologia – economia – diritto-pianificazione territoriale; botanica – agraria -forestale- scienze ambientali. “Abbiamo cominciato a mischiare questi saperi diversi superando quelle che io chiamo le solitudini di ciascuno di noi, chiuso nel proprio ambito disciplinare – ha spiegato a l’Attacco Biscotti -. Oggi più che mai c’è bisogno di far incontrare questi saperi per provare a lavorare insieme. Soltanto con un approccio integrato delle competenze riusciamo a risolvere questioni sulle quali oggi il territorio, e non solo su scala locale, deve cominciare a spendersi. Io non posso accettare che ci siano tante competenze che rimangono inutilizzate. Il mio tentativo è quello di metterle insieme”. A Michelangelo Manicone, nume tutelare dell’iniziativa, è stata dedicata la prima relazione, un tributo per esaltare proprio l’eclettismo della sua opera e metodologia che oggi si prova ad attualizzare nei percorsi della Rete.

 

 

Tra passato e futuro, torna la voglia di stare insieme nel territorio

Tra le definizioni possibili quella di Rete del Gargano è parsa la più appropriata ad indicare il senso di un’operazione che ha l’ambizione di riscrivere un capitolo nuovo nella storia del territorio così vasto, complesso ed articolato nella sua composizione identitaria. Chiara a tutti è parsa l’esigenza di fare tesoro della lezione del passato, quella di un tempo remoto che viene da padre Michelangelo Manicone, nume tutelare dell’iniziativa, ma anche di Matteo Fusilli, primo presidente del Parco Nazionale del Gargano che ha animato la grande stagione di riconoscimento e promozione di un patrimonio tanto bello quanto fragile, tanto da richiedere una protezione speciale. A ricordarlo è stata Menuccia Fontana che con il suo impegno in Italia Nostra, insieme ad Antonio Cederna, Gianluigi Ceruti e Sabino Acquaviva è stata protagonista dell’istituzione dell’area protetta: “Questa è una giornata importante per il Gargano che fa riaffiorare la memoria di ciò che è stato fatto; 25 anni fa in questo stesso luogo ci fu il primo, grande convegno appena il Parco fu istituito, era il 1994 per l’esattezza. Purtroppo devo dire che in tutti questi decenni non è accaduto quello che speravamo, avevamo altri progetti all’inizio, pensavamo in grande, e invece sotto tanti aspetti è stata una delusione. Non si è capito il vero spirito di un Parco e chi doveva dirigerlo aveva il dovere di amare questi luoghi, la sua natura, per capire quello che andava fatto per conservarlo. Uno solo ha capito questa terra, ed è stato Matteo Fusilli, con il quale abbiamo fatto cose molto interessanti, che rimarranno per sempre. Dopo di lui c’è stato un grande vuoto, con grande amarezza devo constatarlo, la politica è entrata a gamba tesa nell’istituzione del Parco e ne ha distrutto il senso vero con cui era stato istituito”. Parole sentite e appassionate quelle di Fontana che non indeboliscono il senso dell’iniziativa di Calenella, anzi, ne tracciano la direzione giusta per non replicare gli errori del passato: “Questa di oggi è un’operazione meritoria, tuttavia credo che sia opportuno anche procurare delle sponde istituzionali affinchè questa iniziativa non resti affidata soltanto a 30, 40 studiosi di buona volontà, senza tradursi in politiche territoriali che riguardino la cultura, l’ambiente e la conoscenza scientifica, rischiando così di non andare lontano – ha spiegato a l’Attacco Saverio Russo, docente dell’Università di Foggia, autore di un intervento nella giornata del 18 giugno -. Occorre avviare azioni incisive che riguardino i temi dello sviluppo sostenibile e più in generale i presidi che fanno del territorio un lembo di terra non marginale”. E’ affiorata dunque sin dal primo incontro la consapevolezza di definire un riconoscimento degli obiettivi da condividere, come chiaramente espresso da Salvatore Ritrovato, docente all’Università di Urbino Carlo Bo che oltre ad introdurre gli elementi di uno studio sulla Geopoetica del Gargano e letteratura “meridiana” ha avuto proprio il compito di indicare le prospettive per il gruppo: “Penso che questa sia un’iniziativa coraggiosa che va accompagnata e favorita, bisogna trovare però il modo di concertare tutte le voci, le prospettive che scaturiscono da punti di vista diversi, in maniera di non trovarsi di fronte ad un mosaico le cui tessere sono sparpagliate e di cui  non riusciamo più a ricomporre il disegno – ha spiegato a l’Attacco  -.  Il disegno c’è perché c’è il luogo, c’è il territorio, c’è l’ambiente; i tanti apporti vanno in qualche modo ricompattati, con il confronto, con il dialogo. Io consiglio di adottare un punto di sintesi che mi suggerisce la lezione di Franco Cassano, e cioè smettere di vedere il sud come un nord mancato. Invece la dialettica centro-periferia si può non solo rovesciare ma addirittura evadere, grazie agli effetti della globalizzazione che permette una riscrittura dei rapporti”. Sapersi ridefinire attorno ad una fisionomia identitaria è una delle sfide della Rete che si è messa al lavoro lo scorso 18 giugno, a Calenella. L’idea di sviluppo si riconcilia anche all’importanza di una narrazione di storia e bellezza di un mosaico di genti e città vicine ma diverse, come multiforme è la geografia dei suoi paesaggi che si rincorrono dalla Foresta al mare, dall’entroterra alle coste. Identità che va ricercata anche nella vitalità dei molti dialetti e nelle esperienze fatte sul Gargano da artisti, viaggiatori, giornalisti e scrittori che hanno descritto e raccontato luoghi e popolazioni in reportage, cronache e diari che sono specchio di una terra ancora oggi densa di suggestioni e contraddizioni.

 

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