Giovedì 21 Novembre 2024

Manfredonia: una città ingessata

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Un problema tira l’altro. Lo scorso 25 maggio, un tratto di condotta fognaria all’altezza dell’ingresso del molo di ponente è letteralmente esploso, inondando strade e scantinati di liquami. Una scena che, purtroppo, la nostra città affronta da anni e non scandalizza più nessuno, nemmeno i più famosi youtuber e fesbucchiani che prontamente intervengono sul posto per gridare allo scandalo. Diverse le ragioni: allacci abusivi di condotte piovane, guasti strutturali e, nell’ultimo episodio, tubature ormai usurate dal tempo e dall’utilizzo. La rottura sulla condotta ha interessato la tubazione premente, del diametro di 60 centimetri, in uscita dall’impianto di sollevamento “Porto” dove giunge quasi la totalità dei reflui urbani dell’abitato di Manfredonia, per poi essere sollevata all’impianto di depurazione. I tecnici di Acquedotto Pugliese, prontamente intervenuti sul posto, hanno predisposto un bypass provvisorio per assicurare il regolare funzionamento del servizio fognario nell’abitato e permettere così i lavori di sostituzione della tubazione premente, per una lunghezza di circa 50 metri. Tutto dovrebbe essere completato entro metà giugno, così dice AQP, ma i timori sono che i tempi si allungheranno oltremodo. Speriamo di sbagliarci. La questione è che se quel tratto di condotta si è usurato così tanto da esplodere, presumibilmente anche tutta la restante parte di condotta, risalente allo stesso periodo di realizzazione, dovrebbe trovarsi nelle stesse condizioni. Questa è una questione al vaglio di AQP, ente gestore della rete fognaria. Il problema interruzione del tratto stradale interessato, ha provocato disagi alla viabilità di non poco conto, soprattutto all’indomani della riduzione delle restrizioni, dopo il periodo di chiusura causato dal virus. In un primo momento, per ovviare alla chiusura del Lungomare nel tratto tra la Dogana e la ferrovia, è stato aperto un cancello che delimita il porto commerciale di ponente dal lungomare. Questo svincolo sembrava una soluzione, in attesa della riapertura del tratto stradale interrotto, ma dopo qualche giorno le autorità competenti, Comune, Acquedotto, Capitaneria di Porto, Autorità di Sistema Portuale, Corpo di Polizia Locale, Guardia di Finanza, Ufficio della Dogane, hanno condiviso la scelta di chiuderlo. Scelta che ha trovato la contrarietà da parte di tutta la città, soprattutto degli operatori economici e commerciali di Siponto che si son visti ridurre il flusso di utenza, in un momento critico e tanto atteso: quello della “ripartenza”. Manfredonia, con Siponto, si estende sul suo omonimo golfo per circa 5 chilometri, dalla piscina Acqua di Cristo fino allo svincolo di Siponto, poco prima della Basilica. Quasi la metà della sua estensione, a partire dall’ingresso del molo di ponente, tratto interessato dall’interruzione, non ha connessioni stradali con la città, cosa che provoca spesso ingorghi sulle due arterie: viale Kennedy e via Giuseppe di Vittorio. Il ponte “dei sospiri” iniziato nel 1979 giace lì, tra Siponto e Manfredonia, sospeso, in attesa del suo destino. Negli ultimi decenni sono stati finanziati dal Comune di Manfredonia, progetti che avrebbero risolto questo disagio urbanistico ma che la politica del “se non lo faccio io, non lo fai nemmeno tu” ha bloccato il progetto fronte mare che avrebbe dato maggiore funzionalità alla zona dove Manfredonia si fonde con Siponto. Invece la storia testimonierà altro, ossia che il tratto occupato dalla quasi totalmente dismessa stazione ferroviaria è stata, in modo frammentario, venduta a privati; che l’importante e vastissima area di fronte alla Chiesa di Sant’Andrea, ex consorzio Agrario, è stata acquista “all’asta” da un privato che attende l’arrivo della nuova politica per lottizzare e urbanizzare quel tratto che, invece, sarebbe dovuto restare proprietà del Comune di Manfredonia. Dalla rottura di un tratto fognario vengono fuori, non solo liquami ma anche tutti gli effetti delle contraddizioni e dei paradossi della gestione politica a cui abbiamo permesso di fare della nostra città un territorio di conquista, anche e soprattutto di quelle aree strategiche e necessarie per la logistica stradale e la funzionalità urbanistica. Un danno a cui difficilmente si potrà porre rimedio.

Raffaele di Sabato

 

Il ponte “dei sospiri” che doveva unire Manfredonia a Siponto

Manfredonia, una città tutta o quasi da ridisegnare

La rete fognaria cittadina, ingegneria a tutela del Mare

 

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Commenti

  • A Manfredonia andrebbe rivisto e rifatto un pò tutto…Abbiamo colonnine elettriche che vanno in fumo, che sono circondate da erba alta…acqua che crea muffe nell’evaporare nelle case…per non parlare delle varie fuoriuscite di alcune fognature…poi…poi…Se pagare un buon caffè…una buona tisana ad un lavoratore, permettesse di avere lavori fatti a regola d’arte…e lasciateli pagare questi caffè e queste tisane…La legalità, il sistema ordinamentario, è un qualcosa che và molto oltre le semplici normative delle quali più volte è facile discuterne la legittimità costituzionale o di diritto ( qualche centinaio di euro come reddito di cittadinanza a chi ne occorre qualche migliaio per vivere…). Ordinamento giuridico è fare comunità nel rispetto delle verità antropologiche e sociali…realtà che ben dovrebbero sapere gli addetti…

    giornalista 22/08/2021 0:53 Rispondi
  • Decisione importante soprattutto in questo particolare momento storico…ma anche per la problematica che ha invaso l’oceano indiano…ricorando che alcuni prodotti surgelati, secondo le indicazioni commerciali, provengono da quelle zone…L’oceano è vasto…ma…

    giornalista 22/08/2021 0:41 Rispondi

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