L’Agglomerato industriale di Macchia costituisce l’area più dotata di infrastrutture tra quelle gestite dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Capitanata (ASI): il Porto Altifondali, la Ferrovia, la Rete metanifera, gli Impianti di depurazione, la rete viaria interna.
Tale agglomerato, che è collegato anche all’asse autostradale, ha tutto ciò che è necessario alla realizzazione di un nuovo progetto di sviluppo industriale, compatibile con l’ambiente e rispettoso della tutela della salute dei lavoratori e delle popolazioni.
Da qualche anno la Zona industriale di Macchia, inoltre, ha ottenuto il riconoscimento di Zona Economica Speciale (ZES).
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, inviato dal Governo Draghi alla Comunità Europea alla fine di aprile di quest’anno, ha previsto per il rilancio del Porto Altifondali un investimento di 120 milioni di euro.
Questi elementi, che caratterizzano l’Agglomerato industriale di Macchia, hanno una forza attrattiva di investimenti produttivi da parte di soggetti privati, che potrebbero garantire all’intero Comprensorio (Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo) una nuova fase di sviluppo sostenibile con alti livelli di occupazione.
Perché questa prospettiva di sviluppo economico e di crescita civile si concretizzi, è indispensabile che i soggetti istituzionali che operano nel territorio (i tre Comuni interessati, il Consorzio ASI e la Regione Puglia) elaborino una piattaforma unitaria di obiettivi di sviluppo da promuovere a livello nazionale e internazionale, per attrarre investitori pubblici e privati.
Purtroppo, di tutto ciò non vi è alcun segnale. Infatti, non vi è alcun coordinamento tra le Amministrazioni comunali di Monte Sant’Angelo, Mattinata e Manfredonia; il Consorzio per lo Sviluppo industriale della Capitanata si muove da solo e decide senza coinvolgere i Consigli comunali dei tre Comuni; la Regione Puglia impone dall’alto i suoi orientamenti programmatici e le sue decisioni.
Questa situazione istituzionale e politica, in cui stenta a decollare anche il dibattito tra le forze economiche, sociali e culturali del luogo, rappresenta un elevato pericolo per le sorti dell’intero Comprensorio, perché è in arrivo una vera e propria “bomba ecologica”, i cui componenti esplosivi sono due progetti che potrebbero essere una minaccia per l’ambiente e la salute delle persone.
Il progetto di realizzazione nell’area dell’Ex Enichem di un mega impianto per il trattamento e il recupero della plastica, elaborato dall’AGER Puglia, di fatto comporta la realizzazione di una vera e propria piattaforma regionale per il trattamento dei rifiuti, in quanto esso prevede anche la costruzione di un termovalorizzatore a poche centinaia di metri dalla popolazione di Manfredonia e di Macchia.
La procedura relativa a questo progetto, che è cofinanziato dalla Regione Puglia per dieci milioni di euro, sta avanzando celermente, proprio perché ancora troppo flebili sono le voci di dissenso che si levano dal corpo sociale dell’intero Comprensorio.
Prima che essa giunga a termine sarebbe proprio il caso di scandagliare i vari passaggi della procedura amministrativa sul piano della sua legittimità, poiché molto spesso “è nei dettagli che si nasconde il diavolo”.
Altrettanto preoccupante è la proposta avanzata dalla multinazionale SEASIF HOLDING, che ha richiesto all’Autorità Portuale e al Consorzio ASI di Foggia la concessione per venticinque anni di tre delle cinque banchine del Porto Altifondali e di gran parte delle aree retroportuali, per realizzare due interventi: l’uno per il trattamento della bentonite e l’altro per la selezione degli scarti provenienti dalle miniere di alcune zone del globo terrestre, che contengono – come è facile immaginare – consistenti quantità di materiali tossici e pericolosi.
In un primo momento il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Capitanata aveva mostrato la sua contrarietà nei confronti della richiesta della SEASIF HOLDING. Qualche giorno fa, inspiegabilmente, il suo Consiglio di Amministrazione, presieduto dal Commissario De Paolis, nominato dalla Giunta Regionale Pugliese, ha espresso il suo parere favorevole.
In Capitanata chi è il regista di questi due interventi? Quali forze politiche lo sostengono “a prescindere”? Il Sindaco di Monte Sant’Angelo e il Commissario dell’ASI sono attori consapevoli o strumenti nelle mani di chi dall’alto fa scelte senza tenere conto delle risorse del territorio e delle sue potenzialità di sviluppo?
Cosa pensano di quello che sta per accadere nel territorio del nostro Comprensorio le forze politiche e i movimenti civici che stanno costruendo la nuova alleanza con il Partito Democratico di Manfredonia in previsione del rinnovo del Consiglio comunale previsto per il prossimo autunno?
I Partiti e i Movimenti Civici di opposizione di Monte Sant’Angelo esprimono la propria netta contrarietà alla realizzazione sia del mega impianto per il trattamento e il recupero della plastica sia alla richiesta avanzata dalla SEASIF HOLDING.
Se questi due progetti dovessero malauguratamente andare in porto, anche a causa di una insufficiente mobilitazione della popolazione di Manfredonia, nei prossimi anni non si accusi la Comunità di Monte Sant’Angelo, in quanto tale, per gli eventuali futuri disastri ambientali e sanitari, ma si individuino precise responsabilità in chi oggi governa la Regione Puglia e il Comune di Monte Sant’Angelo e in chi sostiene il Commissario del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Capitanata.
(Fonte: Movimenti politici Forza Italia, Verso il Futuro, Lega – Monte Sant’Angelo)