Sabato 24 Agosto 2024

Le ZES in Italia e la ZES di Manfredonia abbiamo tutto: perché non partiamo?

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100 milioni di Euro per le ZES nel Piano Nazionale di Resilienza ed 1 miliardo di Euro per modernizzare i porti meridionali” sono queste le prime dichiarazioni del Ministro per la coesione territoriale, Mara Carfagna, dopo avere depositato il PNRR a Bruxelles, rilasciate durante il webinar del 26 Aprile scorso: “La a sfida per il Recovery Plan e oltre: le ZES come leva per lo sviluppo del Mezzogiorno” a cui hanno partecipato, tra gli altri, il riconfermato presidente dell’Autorità di Sistema dell’Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi. Che cosa succede all’area di Manfredonia e Monte Sant’Angelo comprese nella ZES Adriatica? Perché è tutto fermo? E cosa cambia? Quali opportunità? Fioccano dibattiti e convegni sul tema e la popolazione ed i territori assistono e vigilano sull’evoluzione, purtroppo, lentissima che dovrebbe attivare, finalmente, le Zone Economiche Speciali in discussione dal 2017 “il cui contenuto è tutto da definire, seppure geniale l’intuizione delle ZES” commenta Patroni Griffi e concordano gli esperti a convegno “ma in cui le imprese e le propste del territorio fanno la differenza perché le ZES sono un tassello e non la panacea di un sistema” sostiene Massimo De Andreis, direttore di SRM. Tutto spinge chiaramente verso la creazione dei “contenuti” cioè le filiere produttive che fioriranno intorno alle ZES a determinarne la realizzazione e non l’istituzione, in quanto tale, dell’area. E qui, il polo ZES di  Manfredonia-Monte fa la differenza sul piano regionale e nazionale. Infatti, con i suoi attuali 186,75 ettari il Polo garganico rappresenta circa il 15% dell’estensione della ZES Adriatica e risulta essere quello con il migliore sistema logistico intermodale intorno a cui ruotano le filiere già costituite: agrolimentare in primis, poi industria vetraria con la presenza della Sisecam e logistica integrata. Ciascuna di queste filiere genera, da sola, un’ ecosistema produttivo che sta al territorio ed ai suoi attori, compresi il mondo della ricerca, l’università e gli operatori della logistica cogliere e senza aspettare decisioni calate dall’alto o fondi a pioggia. Sono a disposizione i metodi della programmazione partecipata indicando alle istituzioni gli investimenti oppure quelli della L.383/94. Prendiamo, per esempio, l’agroalimentare: la filiera ad alto valore aggiunto quella della trasfromazione, avviene fuori dal territorio e il Km0 è lontanissimo. Nell’ambito della ZES è però possibile sviluppare ed attirare investimenti per lo sviluppo dell’industria conserviera molitoria, trasformazione ceralicola e dell’ittico, lavorazione carni, precotti, ma anche succhi e conserve di frutta e verdura e non solo. Significa, infatti, anche sviluppo di aziende per la produzione di tecnologie per il comparto agricolo: trattori, mietitrebbiatrici e per l’industria agroalimentare per esempio imbottigliatrici, macchine per il packaging, macchinari per prodotti da forno e via discorrendo che oggi sono importate e non prodotte in loco. Agroalimentare è sinonimo anche di logistica e logistica avanzata che il Polo Manfredonia e Monte sono in grado di sviluppare facilmente sia per la presenza del Porto Alti Fondali, è prossimo l’avvio della rifunzionalizzazione finanziata con 120 milioni di Euro dal PNRR, la zona retroprtuale entrambi collegati direttamente al sistema autostradale e ferroviario senza colli di bottiglia. In altri termini, il polo garganico si presenta dotate delle facilities di base per far funzionare la ZES garganica e attrarre investimenti. E’ necessario presentarsi con un’idea precisa, sostenibile ed immediatamente cantierabile. La politica deve farsi volano per supportare le imprese con la reale sburocratizzazione, già da sola in grado di attirare investimenti mente le imprese e la ricerca devono avere il coraggio di fare sistema perché è sicuramente conveniente attivare oltre alla produzione primaria le attività connesse alla progettazione/costruzione di tecnologie per l’agricoltura e l’industria agroalimentare che generano valore aggiunto. Quali le schede presentate dalla Regione Puglia per il polo Manfredonia-Monte Sant’Angelo nell’ambito del PNRR?

di Michela Cariglia

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