Mercoledì 18 Dicembre 2024

PNRR, Tasso: la priorità è la crescita del Sud? Guardando la distribuzione delle risorse non sembra

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Al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è legata larga parte della nostra sopravvivenza nel prossimo futuro. Siamo di fronte ad un documento di circa 300 pagine, corposo e complesso, che il Parlamento, ha avuto pochissimo tempo per esaminare (come ammesso dallo stesso Draghi n.d.r.)”: è la riflessione dell’On. Antonio Tasso durante la dichiarazione di voto in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la cui deadline di presentazione sarà il 30 aprile prossimo.

Fra i temi presenti in questo documento, ne evidenzio uno per ragioni che non attengono semplicemente all’appartenenza territoriale: il Mezzogiorno. Anche il Governo ha evidenziato che la crescita del Sud Italia è prioritaria e impatterà positivamente sulla crescita dell’Italia”.

Un ragionamento condivisibile, ma qualche conto non torna secondo il parlamentare di Manfredonia.

Lo scorso 25 aprile a Napoli numerosi sindaci hanno contestato l’affidamento al Mezzogiorno del 40% delle risorse europee. Dieci Commissioni Permanenti su tredici a Montecitorio hanno espresso netta contrarietà a tale affidamento al Mezzogiorno, ritenendolo molto distante dalla percentuale necessaria per evidenziare una maturazione piena della visione del contributo che il Mezzogiorno può dare alla ricostruzione del Paese” – osserva Tasso che prosegue – “Sul tema ho un’idea precisa, sulla equità e bontà della quale non posso essere distolto. Credo fermamente che una distribuzione territoriale delle risorse più favorevole al Mezzogiorno, quindi più della percentuale prevista, sia più coerente con l’obiettivo europeo della coesione territoriale”.

Tutto questo, per il Capogruppo del MAIE, “Non solo avrebbe l’effetto di incrementare significativamente la crescita del PIL meridionale, ma determinerebbe ancor più una maggiore crescita complessiva dell’economia nazionale”. È un ragionamento logico e deduttivo.

L’interrogativo finale posto al Governo è il seguente: “Se i dati da riequilibrare sui divari infrastrutturali, di genere, di età, di reddito, di occupazione sono nel Mezzogiorno, perché destinare le maggiori risorse in altri contesti, senza tener conto di ciò che ha permesso all’Italia di aver destinate tali risorse”?

Adesso si lavorerà per le modifiche in corso d’opera.

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