“La politica sostenga con i fatti la nuova organizzazione e il potenziamento del sistema”
180mila chiamate l’anno, 500 al giorno. “Un plauso alla Direzione Generale degli Ospedali Riuniti”
FOGGIA – “Come medici del 118 di Capitanata, crediamo che le polemiche e la confusa ribalta mediatica su questo indispensabile e imprescindibile servizio non aiutino né a comprendere quanto è stato fatto in questi anni né ad affrontare i necessari cambiamenti per migliorare il sistema dell’Emergenza”. Comincia con queste parole il comunicato stampa attraverso il quale, un nutrito gruppo di medici impegnati da anni sul fronte sempre caldo del 118, ha sentito la necessità di fare chiarezza su una questione di vitale importanza per il diritto alla salute dei cittadini. “Annualmente, siamo chiamati a dare risposta e a gestire circa 180mila chiamate, quasi 500 al giorno, sul territorio più vasto in cui una Centrale Operativa italiana sia giornalmente impegnata a lavorare, poiché ci occupiamo oltre che di tutta la Capitanata anche della parte settentrionale della BAT”, spiegano i medici.
“In questi giorni abbiamo assistito a una levata di scudi attuata a mezzo stampa e via web da alcuni politici e parlamentari che, con tempismo degno del migliore scattista sui 100 metri, hanno espresso disappunto verso la nomina del nuovo direttore della centrale operativa del 118 di Foggia, vincitore di regolare concorso i cui atti, in quanto pubblici, sono verificabili nella loro conformità alle leggi vigenti. Tutto ciò appare quantomeno inopportuno”.
“Il sistema 118 è gestito dall’azienda Ospedaliera Riuniti per la centrale operativa che riceve le chiamate e smista il personale; dalla ASL per i medici e alcuni infermieri; e, infine, da Sanitaservice (società in capo alla ASL) per infermieri, autisti e soccorritori. Una situazione, questa, che rende l’operatività del sistema poco fluida, per ovvi motivi. Dopo l’opera egregia e fondativa del compianto e mai dimenticato dottor Luciano De Mutiis, il primo direttore di Centrale, il sistema del 118 in Capitanata ha dovuto affrontare lacune tuttora irrisolte, con difficoltà e disagi rilevanti sia per gli operatori di Centrale sia, di riflesso, per quelli dislocati sul territorio, medici, infermieri e autisti soccorritori. Una parte del personale, e tra questi molti validissimi operatori, ha scelto di abbandonare e di impiegare altrove la propria professionalità. Se davvero i politici che hanno alimentato le polemiche senza costrutto dei giorni scorsi hanno a cuore la salute dei cittadini, allora rivolgano la propria attenzione alle forze e alle risorse necessarie a sostenere l’impatto di 180mila chiamate l’anno verso le utenze del 118: personale, competenze, dotazioni strumentali, parco mezzi, Dispositivi di Protezione Individuale, inadeguatezze organizzative del sistema, potenziamento del numero di automediche e ambulanze. Centrando la loro attenzione su questi aspetti, forse capiranno anche perché, negli ultimi anni, sono aumentati in modo sconvolgente i casi di aggressione di cui suono stati vittime tante operatrici e tanti operatori. Un plauso, invece degli attacchi ricevuti, andrebbe e va rivolto alla Direzione Generale degli Ospedali Riuniti che, bandendo il concorso per il nuovo direttore di centrale, ha avuto modo di valutare le competenze necessarie e chi le possiede per dare nuovo e giusto impulso ad un settore di fondamentale importanza per il sistema sanitario locale. La Centrale Operativa è una struttura ospedaliera complessa che, tramite un sistema informatico e telecomunicativo, recepisce le richieste di soccorso che giungono dai cittadini residenti nella provincia di Capitanata e nella parte settentrionale della BAT. La richiesta viene processata, codificata e l’invio sul luogo dell’evento di una equipe può completare la missione di soccorso. Le Postazioni Mobili, in numero di 52, devono essere in grado di erogare l’assistenza sanitaria nei tempi e nei modi che la normativa impone. Questa poderosa macchina a difesa della salute è stata messa a punto in anni ormai lontani, si era nel 2002 in fase di progettazione preliminare e, a far data 1° aprile 2003 con l’inaugurazione della Centrale, l’intera cittadinanza della provincia poteva accedere al servizio semplicemente componendo il 118 sulla tastiera telefonica. Il lavoro d’impostazione è stato veramente intenso, un piccolo manipolo di dirigenti medici e di infermieri, con a capo il dr. Luciano De Mutiis, ha definito tutto il protocollo operativo, curato nei molteplici aspetti che la pratica quotidiana imponeva. De Mutiis dimostrò una visione lungimirante, attuando un confronto continuo e costruttivo con tutti, oltre a una capacità tecnica e una cultura dell’emergenza sanitaria proprie della sua mentalità, da anestesista rianimatore di lungo corso. Il neonato servizio fece passi da gigante, la gente aveva una valida risorsa su cui contare, da cui avere comunque una risposta: nel corso del primo anno si arrivò al ragguardevole numero di 40.000 chiamate. Poco dopo aver raggiunto da principale fautore un altro grande obiettivo come la realizzazione, unica tra le province pugliesi, della postazione di elisoccorso, un destino crudele ha strappato Luciano De Mutiis all’affetto dei suoi cari e a quanti, lavorando gomito a gomito, si avvalevano delle sue competenze, apprezzandone le cristalline qualità morali. A dieci anni dalla scomparsa del primo direttore è giunto il momento di rifondare questa strategica struttura con nuovo impulso, ulteriori articolazioni di procedure, altre proposte volte al miglioramento di un servizio oltremodo primario per i bisogni della popolazione”.
Nota condivisa dalle dottoresse e dai dottori: Pina Gentile, Maria Assunta Sabbetti, Fabiola Sica, Davide Savino, Michele Giannubilo, Giuseppe Lorusso, Giacomo Caracciolo, Rocco Di Foggia, Mario Marchese, Antonio Basile, Luigia Salvemini, Linda D’Aloia, Stefania Perna, Raffaele Castellano, Luigi De Gregorio