Mercoledì 13 Novembre 2024

PERCHE’: la manifestazione silenziosa dei commercianti di Manfredonia

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Le disposizioni governative di contenimento della pandemia stanno causando delle gravi ripercussioni economiche, colpendo in particolare le attività produttive legate al turismo, alla ristorazione, allo spettacolo e alla moda. A difesa delle tante categorie colpite è scesa sul campo di guerra la Confcommercio. Il Presidente, Renato Borghi, della Federazione Moda Italia ha indirizzato una nota al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, sottolineando che le misure di chiusura obbligatorie nelle fasce rosse discriminano le attività di: moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori rispetto ad altre lasciate sempre aperte. Difatti lo stop and go dell’ultimo Dpcm acuisce le preoccupazioni dei commercianti per le imponenti rimanenze di magazzino di prodotti che, se non venduti nella stagione, sono soggetti a notevole deprezzamento con scarsi ricavi. Ciò provoca il fallimento di un’attività con la conseguente chiusura permanente. Non c’è contributo pubblico che tenga per risollevarla. La grave situazione economica permane in tutt’Italia. Ricordiamo le infuocate proteste registrate nelle grandi città contro il lock down imposto dall’allora governo Conte. Non si placano i malumori con le manifestazioni in piazza di parrucchieri, artisti e commercianti. Quest’ultimi con i cartelli “IO APRO” manifesteranno in tutta la nazione mercoledì 7 aprile. Invece a Manfredonia, martedì 6, gli esercizi commerciali, aderenti all’iniziativa di “Uniti per Manfredonia”, lasceranno le saracinesche aperte a metà, affiggendo il cartello “PERCHE’?”. Loro sono “glinvisibilidelcovid” a cui si nega l’apertura dell’attività commerciale. Il Presidente, fondatore del Gruppo “Uniti per Manfredonia”, Emiliano Di Carlo spiega ai nostri microfoni che “nonostante gli investimenti per attrezzare i negozi con tutte le misure di contenimento del Covid il Governo si ostina a chiuderci. Il cartello di protesta chiedePERCHE questa discriminazione?”. Continua Di Carlo “In questo periodo di pandemia, la gente ha utilizzato il web non solo per lavorare, studiare e chattare ma anche per acquistare prodotti, incrementando i guadagni stratosferici dei colossi dell’E.commerce a svantaggio dei piccoli commercianti come noi che riescono a sopravvivere sul mercato, fidelizzando il cliente che giunge in negozio. Dai prossimi giorni dovremo tenere aperte le nostre attività per poter sopravvivere. Ci auguriamo che le istituzioni e la politica siano dalla nostra parte”.

Le immagini televisive dei week end parlano chiaro. La gente si riversa per le strade cittadine perché tante altre attività sono aperte e per qualsiasi necessità si è “giustificati” nell’andare ovunque. Il tasso pandemico non si arresta. L’immunità di gregge si raggiungerà quando la maggior parte della popolazione sarà immunizzata grazie ai vaccini. La situazione potrebbe migliorare se ciascuno responsabilmente continuerà a mettere la mascherina e terrà il dovuto distanziamento sociale. Quindi le politiche di chiusura delle categorie succitate hanno determinato il peggioramento della crisi economica senza contenere la pandemia. Ricordiamo che in altri Stati europei come la Spagna si sta cercando di limitare il contagio, continuando la campagna vaccinale ma al contempo i governi hanno lasciato vivere le attività della ristorazione (limitandone gli orari), del commercio in generale e dello spettacolo. Aprire teatri e cinema con le dovute cautele aiuterebbe la popolazione a uscire dall’isolamento e dagli stati depressivi che purtroppo questa tremenda pandemia sta provocando nell’umore di grandi e piccini. Anche lo sport è importare per rinvigorire il “corpo e lo spirito” ed aumentare le difese immunitarie. Auspichiamo che le proteste e le preoccupazioni dei commercianti e di tante altre categorie di lavoratori vengano prese in considerazione dal Governo centrale affinché predisponga misure più coraggiose.

Grazia Amoruso

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