In questo periodo d’isolamento forzato e mancanza di socializzazione, realtà belle e stimolanti come quella dell’associazione Note a Margine sono fondamentali per ridarci la speranza. Se tutta la popolazione è stata colpita emotivamente e psicologicamente dalla pandemia, sicuramente una categoria che sta risentendo in modo allarmante dell’emergenza socio-sanitaria è quella degli studenti. Nel caso degli allievi con disabilità, la situazione diventa ancora più fragile, trovandosi quest’ultimi privati da più di un anno di quegli spazi di socializzazione e integrazione necessari per il loro benessere psicofisico. Per questo motivo, all’interno del progetto multidisciplinare Borgo Bambino, l’associazione Note a margine ha deciso di non interrompere le attività di musicoterapia destinate agli studenti più fragili delle periferie di Manfredonia, bensì di renderle fruibili con un’altra innovativa modalità: a bordo di un camper che passa a prenderli nelle rispettive abitazioni. Ai bambini e ai ragazzi viene quindi garantito un vero e proprio servizio a domicilio, che consente loro di continuare a praticare la musicoterapia nonostante la chiusura delle scuole. Gli operatori dell’associazione utilizzano il Metodo Tomatis, ossia una terapia neuroplastica che stimola il cervello tramite i canali sensoriali. Questo metodo, accreditato e famoso in tutto il mondo, fa ancora fatica ad affermarsi nel nostro Paese, nonostante i tanti e quasi immediati effetti benefici scaturiti da esso. Nel caso degli studenti seguiti da Note a margine, sono stati rilevati significativi miglioramenti in pochissimo tempo. Sono molteplici le aree di miglioramento, confermate dai genitori stessi: aumento dell’attenzione, diminuzione di sentimenti rabbiosi e irrequieti e maggiore coordinazione motoria, solo per citarne alcune. Questi importanti risultati vengono ottenuti facendo ascoltare ai ragazzi, tramite cuffie con un sistema di propagazione della vibrazione sonora, canti gregoriani, sinfonie di Mozart e anche la loro stessa voce. All’attività musicale vengono associate attività manuali e artistiche, come ad esempio chiedere ai ragazzi di dipingere utilizzando un colore consono al loro stato d’animo provato durante l’ascolto. I ragazzi stessi si mostrano molto felici di queste attività e sollevati dal fatto di poter finalmente distaccarsi per un po’ da quella sorta di prigione che ormai è diventata la schermata dei nostri computer. Si spera che al più presto le attività di musicoterapia di Note a margine possano tornare a essere orchestrali, anziché individuali come quelle attuali, e che si possa ricominciare a fare musica e socializzazione tutti insieme.
Giuliana Scaramuzzi