L’articolo pubblicato in data odierna sulla Gazzetta del Mezzogiorno “Casa Sollievo in profondo rosso – l’Ospedale Vaticano rischia il crac” non è dissimile dal contenuto dei numerosi altri interventi giornalistici apparsi nel recente passato sugli organi di stampa.
Il giornalista ha però il merito di segnalare una novità che indubbiamente desta preoccupazione poiché riguarda l’impatto della pandemia Covid-19 sulle strutture ospedaliere, ivi compresi gli ospedali ecclesiastici, chiamati ad un impegno straordinario per mantenere inalterati gli adeguati standard di cura e di assistenza al servizio del territorio, soprattutto del meridione del nostro Paese.
A tale impegno non si sottrae l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” che, alla sequela degli insegnamenti di San Pio con spirito generoso e con la riconosciuta professionalità del personale medico, paramedico, amministrativo ed ausiliario sta assolvendo ai gravosi compiti determinati dalla pandemia.
È dunque evidente che l’interlocuzione istituzionale con gli organismi regionali ed “in primis” con il presidente Emiliano resta un essenziale punto di riferimento con cui la governance di Casa Sollievo della Sofferenza si sta confrontando e si confronterà per superare la sfida pandemica ed il suo impatto sulla produzione ospedaliera.
Una certezza fa tuttavia ben sperare e cioè che il Presidente della Regione Puglia e l’attuale governance di Casa Sollievo della Sofferenza sapranno trovare i percorsi più consoni per continuare a garantire un servizio sanitario altamente qualificato.
Adesso è colpa del Covid , ok. Tutte le altre volte che l’Ospedale ha traballato? Meglio tacere certe volte , si rischia la zappa sui piedi e … gli agnelli o vitelli sulle spalle di notte .