La vicenda drammatica e per tanti aspetti strumentalizzata degli LSU (Lavoratori Socialmente Utili), ha evidenziato ancora una volta in maniera dolente la condizione occupazionale a Manfredonia. Una situazione profondamente deficitaria tanto da far ritenere, a ragion veduta, che su queste sponde del golfo adriatico, il lavoro è sospeso. E non parliamo di questo ultimo tratto di tempo dominato dalla pandemia da Covid. Se mai il malefico virus ha ulteriormente allargato e aggravato la macchia nefasta di quelle attività, per lo più commerciali, che hanno dovuto arrendersi con conseguenziali ulteriori perdite di posti di lavoro. La mancanza di opportunità lavorativa è una epidemia che a Manfredonia data da decenni. E quello degli LSU è un esempio lampante ed eclatante che pare sia sorto in questo ultimo anno e poco più. Così non è. Negli anni Ottanta furono istituiti i “Lavori Socialmente Utili” ossia opere e servizi nei quali impiegare i percettori di sostegno al reddito come disoccupazione, mobilità, cassa integrazione guadagni straordinaria, quindi in stato di svantaggio nel mercato del lavoro. Nel tempo, costante è stata la preoccupazione del legislatore di dare una sistemazione a quella categoria per estensione definita “lavoratori socialmente utili” con leggi e normative orientate alla loro stabilizzazione nel posto di lavoro. Una operazione che ha dato i suoi frutti se gli LSU sono passati dai 170mila a fine anni Novanta, ai 15 mila al giorno d’oggi. A Manfredonia c’è un nutrito contingente di 140 LSU che reclama giustamente una sistemazione che da più parti, politici e galoppini, pretenderebbe che si faccia nunc et nunc, dimenticando il cataclisma che si è abbattuto sul comune. A parte il fatto che non è possibile per ragioni normative ed economiche (quello che era possibile lo si è fatto), come mai tanto risveglio e accanimento mentre per tanti anni si è chiuso gli occhi e si è taciuto? “Sono oltre 26 anni che ci palleggiano” scrive esasperato un cassaintegrato comunale. Che poi questi LSU lavorano, impiegati in varie mansioni. “Sono la maggioranza negli uffici ad essere in prima linea a portare a termine la mole di lavoro”rimarca un’altra cassaintegrata. Oltre che sindacale, l’odissea degli LSU è un caso umano che merita rispetto e tanta onorevole considerazione. Come forte attenzione esige il grande e desolante parco di disoccupati vittime incolpevoli della latitanza di politiche economiche delle quali si è perso persino il significato.
di Michele Apollonio