Perché scrivo? Così ha risposto Mario Vargas Llosa (premio Nobel): «Scrivo perché imparai a leggere da bambino e la lettura mi fece vivere esperienze entusiasmanti, … in un certo modo, la scrittura è stata come il rovescio o il completamento indispensabile della lettura …». Però di mestiere ho fatto il ristoratore e non lo scrittore. Per più di trent’anni io e mia moglie, Nella, abbiamo ristorato i corpi di tante persone più o meno “belle”. Ad un certo punto del tragitto abbiamo pensato che fosse importante anche ristorare gli spiriti, le anime con musica di sottofondo ancora più “calda”, con belle foto alle pareti e poetiche parole a contorno delle immagini. È allora che ho pensato di scrivermi l’epitaffio: “qui giace Fiale Fiorenzo/ristoratore/del corpo e, spero, anche dello spirito”. Il libro rende esplicito questo intento, infatti esso è un miscuglio (Zibaldone: vivanda composta di molti e vari ingredienti) di ricordi, di incontri, ricette di gastronomia nostrana e brevi (brevissime) poesie, di ritratti scritti e di immagini variopinte, di riflessioni sull’esserci e il non esserci più, il tutto messo in un ordine perfettamente disordinato. Devo ringraziare, una vecchia conoscenza, Dino D’Alba dei “Tipografi Dauni” che con pazienza e bravura l’ha impaginato. Ringrazio, inoltre, il prezioso Michele Sacco che mi ha aiutato nella correzione delle bozze e che come rappresentante dell’associazione “La traccia nascosta” si sta impegnando fattivamente nella promozione del libro. Per informazioni: Michele Sacco 327.2161648.
di Fiorenzo e Nella