È ufficiale: il porto Alti Fondali di Manfredonia beneficerà di 120 milioni di Euro del Recovery Fund per la rifunzionalizzazione del Porto Alti Fondali. A darne l’annuncio Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, lo scorso 13 gennaio a Palazzo dei Celestini a Manfredonia. Manfredonia è nella lista dei porti big, come Genova e Trieste, per gli interventi finanziati attraverso il Recovery Fund ed è ormai univocamente riconosciuto come “nodo nevralgico di una vasta area d’interesse nazionale”. Il sistema logistico compreso tra Manfredonia e Monte Sant’Angelo, area Ex Enichem compresa costituiscono un’area molto interessante e motore di sviluppo sostenibile per questo motivo l’Authority ha deciso di partire proprio dal porto Alti Fondali candidando il progetto di fattibilità tecnica per i lavori nel Piano nazionale di ripresa e resilienza delineato dal Comitato interministeriale per gli Affari europei. Un’opera imponente che i tecnici coinvolti nella riqualificazione, l’ing. Francesco di Leverano e l’ing. Paolo Iusco, hanno definito di altissima ingegneria, avveniristica per l’epoca, gli Anni ’70 e per troppi anni trascurata dalla manutenzione eppure in gradi di resistere alle intemperie ed alle alterne vicende che hanno visto il porto industriale come protagonista senza mai farlo decollare davvero. Il trasferimento dei fondi è ancora al vaglio del Consiglio di Stato dei Lavori Pubblici, da impiegare, così come descritto da una puntuale progettazione ed analisi preliminare dello stato di conservazione dell’opera che non versa affatto in buone condizioni. Sarà messa a bando la progettazione definitiva che vale 2 milioni di euro e poi il bando dell’appalto progettuale esecutivo che si aggiungono ai 150mila Euro già
stanziati per gli studi e progettazione sullo stato di salute del lungo porto. La progettazione dell’Authority è chiara e coniuga aspetti ambientali e di sicurezza con estetica e funzionalità: “Per contrastare l’eventuale attività sismica, – spiega Patroni Griffi – si creerà un ancoraggio al fondo marino di tiranti incrociati per supportare maggiormente la palificata colorati per rendere la struttura meno impattante e gradevole anche sull’impatto paesaggistico. È stata prevista la realizzazione di un’altra corsia, che permetterà al porto di continuare a funzionare anche durante la fase di cantierizzazione. I tempi di realizzazione dell’opera secondo il cronoprogramma che fa parte del progetto di fattibilità consegnato si prevedono 16 mesi per l’iter di progettazione esecutiva e gara di affidamento dei lavori, compatibilmente con i tempi della burocrazia e dalla verifica di tutti i requisiti normativi ed amministrativi mentre sono previsti 24 mesi per la esecuzione. Certamente, influirà molto su quest’ultima durata la modalità di affidamento dei lavori.” Anche in Puglia, per questo intervento necessario ed improrogabile, potrebbero essere applicati modelli di gestione dell’appalto sulla falsariga del ponte Morandi a Genova e che portino un beneficio immediato ed effettivo al territorio. Infatti, il Porto Alti Fondali assieme all’area logistica che si estende nel Comune di Monte Sant’Angelo offre all’economia locale un’industria nuova, che può convivere con lo sviluppo turistico mostrandosi affascinante ed eco-compatibile. Strettamente connesse alla riqualificazione del porto ci sono due questioni aperte: i nastri trasportatori e l’area retroportuale con l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) e la Zona Franca Doganale. Mentre sui nastri trasportatori sarà bandita una consultazione pubblica europea per comprendere se rifunzionalizzarli o venderli come ferraglia, l’entrata in funzione delle ZES e ZFD modifica lo scenario di sviluppo sia le imprese già operative sia per quelle di nuovo insediamento che possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. Sono in via di definizione convenzioni quadro con Invitalia per la promozione delle ZES e ZFD per strutturare accordi anche con intermediari e fondi di investimento per il sostegno agli investimenti privati nelle aree portuali aderendo all’Associazione mondiale delle Zone Franche (WFTZO), con sede a Dubai. Manfredonia e la Capitanata possono ripartire dal mare, dai suoi porti e dalla logistica integrata. Sono necessari servizi e marketing, mettere al centro il territorio e i suoi attori produttivi per uscire dalla crisi bisogna cogliere le opportunità facendo le giuste scelte e sostenendo gli investitori sani che nel nostro territorio voglio costruire e non approfittare. Il percorso portato avanti dal Presidente Patroni Griffi, assieme al suo staff di tecnici, sta delineando l’integrazione e la diversa funzionalità tra i porti di Manfredonia, Bari, Brindisi, Monopoli e Barletta in chiave di sistema integrato e competitivo ed è auspicabile la continuità del mandato, in scadenza il prossimo aprile, di pari passo con la sburocratizzazione delle nostre complesse questioni portuali e il coordinamento con le imprese. Un unico imperativo che dovrà diventare il nostro motto: “non c’è più tempo da perdere!”.
Raffaele di Sabato