Martedì 19 Novembre 2024

Da domenica 17 gennaio Lombardia, Bolzano e Sicilia in rosso. 12 regioni in arancione, tra le quali la Puglia

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Da domenica tre quarti dell’Italia non sarà più in zona gialla. In sette giorni passano da 5 a 15 le Regioni italiane rosse o arancioni, in base al monitoraggio della Cabina di regia e alle richieste di alcune amministrazioni locali. L’indice Rt nazionale è di 1,09. I tecnici della Cabina di regia di ministero alla Salute e Istituo superiore di sanità scrivono, tra l’altro, che “questa settimana si mantiene un livello generale di rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile dovuto ad un continuo aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 sul territorio nazionale in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni e Province”.

La settimana scorsa sono diventate arancioni Calabria, Emilia, Lombardia, oltre a Veneto e Sicilia, i cui presidenti hanno chiesto quella collocazione. Questa settimana, in base ai dati, la Lombardia e la Provincia di Bolzano diventano rosse, come la Sicilia, che avrebbe dati da arancione ma sarà messa in quella zona su richiesta del suo presidente. Oltre a queste tre regioni che ne sono altre 12 in arancione: Abruzzo, Calabria, Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Val d’Aosta e infine il Veneto che appunto si trova in quella condizione in base alla sua richiesta dalla scorsa settimana (avrebbe ancora i dati da zona gialla). Restano invece gialle Basilicata, Campania, Molise, Provincia Trento, Sardegna e Toscana.

Il ministro alla Salute Roberto Speranza farà la nuova ordinanza per far partire nelle varie Regioni le misure legate ai colori da domenica. Il governo ha tolto la zona arancione in tutta Italia nel week end ma ha messo parametri più stringenti per la zona gialla. Così con un valore di Rt calcolato prendendo l’intervallo inferiore dei due dai quali si ricava la media, superiore a 1 si diventa arancioni anche con il rischio moderato (con 1,25 invece si va in rosso) ma quando il rischio è alto si entra nella stessa zona anche con un Rt sotto 1.

 

Ecco il valore dell’Rt e del rischio nelle varie Regioni.

Rosse

Lombardia 1,38 – alto

Provincia di Bolzano, 1,4 – alto

Sicilia 1,14 – alto

Arancioni

Abruzzo 1,11 – moderato con rischio di progressione

Calabria 0,96 – alto

Emilia-Romagna 1,13 – alto

Lazio 1,07 – alto

Liguria 1,1 – moderato

Marche 0,87 – alto

Piemonte 1,1 – alto

Puglia 1,14 – alto

Umbria 1,21 – alto

Val d’Aosta 1,01 – moderato

Veneto 0,95 – moderato

Gialle

Basilicata 0,96 – moderato

Campania 0,91 – moderato

Molise 0,46 – moderato ad alto rischio di progressione

Provincia di Trento 0,95 – moderato ad alto rischio di progressione

Sardegna 0,92 – moderato

Toscana 0,96 – moderato ad alto rischio di progressione

 

Gli esperti della Cabina di regia: “Aumenta il rischio di epidemia incontrollata”

Secondo gli esperti, che hanno preso in considerazione il periodo tra il 4 e il 10 gennio, “si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incremento dell’incidenza è stato comunque contenuto grazie alle misure di mitigazione adottate nel periodo festivo”. Se non si fosse chiuso a Natale le cose sarebbero andate anche peggio. La conclusione è che “l’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive”.

L’Rt nazionale è in aumento per la quinta settimana di seguito. Poi c’è il problema dell’incidenza, cioè dei casi settimanali per 100mila abitanti. “Si evidenzia, in particolare, il valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100mila), Provincia di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77). L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”. Nessuno si avvicina al livello dei 50 per 100mila, che, unito ad un Rt inferiore a 1, porterebbe le Regioni nell’appena istituita zona bianca.

Riguardo al tema dell’occupazione dei posti letto. “Sono 12 le Regioni e Province – scrivono i tecnici – che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (contro 13 la settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.579 a 2.636. Il numero di persone ricoverate in aree mediche aumenta anche lievemente, passando da 23.317 a 23.712. Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive”.

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