Il prof. Saverio Russo, Presidente del FAI Puglia, interviene nel dibattito avviato dall’ex sindaco Prencipe.
Mi fa piacere che tra i tre temi che Gaetano Prencipe propone come prioritari per un dibattito collettivo per il futuro di Manfredonia ci siano i beni culturali.
Seguo da quasi 40 anni le questioni relative alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale della Capitanata, con un’accezione ampia che comprende anche gli archivi e le biblioteche, nonché le tracce immateriali delle comunità del passato. Ho accompagnato, con discrezione, il lavoro di mia moglie Marina (Mazzei), che dal 1985 (e fino al triste 2004) ha diretto il Museo archeologico nazionale di Manfredonia, occupandosi anche delle ricerche relative al territorio sipontino e portando a termine un’operazione lungimirante di imposizione del vincolo archeologico su buona parte dell’area limitrofa alla basilica di santa Maria. Ho partecipato, con un piccolo contributo sulla storia della bonifica, all’importante volume su Siponto antica, edito nel 1999, a cura di Marina, da Claudio Grenzi editore, e poco dopo, quando ero responsabile scientifico del Museo del territorio di Foggia, a partire dal 2000 ho fatto finanziare, in parte, le prime campagne di scavo nel sito della Siponto medievale, durate fino al 2005 e condotte dall’équipe dell’Università di Bari coordinata da Caterina Laganara. E’ seguito poi l’impegnativo cantiere dei quattro tomi della Storia di Manfredonia, pubblicata da Edipuglia, con il mio coordinamento e la cura dei volumi affidata anche al compianto Raffaele Licinio e a Franco Mercurio, un’operazione – mi spiace dirlo – un po’ sottovalutata dalla comunità sipontina.
Non solo per quest’attiva partecipazione alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio e della storia del territorio sipontino, ma anche per una prolungata frequentazione estiva che dura da più di 30 anni, ho maturato la convinzione che Manfredonia costituisca uno dei contesti stratificati di maggiore importanza della nostra regione, con il Museo archeologico, quello diocesano, i tratti residui del circuito murario, la cappella della Maddalena e le altre chiese del centro murato, santa Maria di Siponto e l’istallazione di Tresoldi, gli ipogei Capparelli, Scoppa e di santa Maria Regina, san Leonardo con il nuovo museo, di cui si promette l’inaugurazione a breve, al pari della riapertura del riallestito Museo archeologico, chiuso ormai da quasi sei anni. A questo si aggiunga un ricco archivio ed una biblioteca comunale che attendono da anni una opportuna integrazione ed un’adeguata valorizzazione.
Se però queste ultime istituzioni, di esclusiva competenza comunale, devono avere modalità di fruizione particolari, tutto il resto deve può e deve far parte di una proposta culturale integrata, in grado di inserirsi nei circuiti turistici nazionali e internazionali e dei pacchetti di proposte didattiche per il turismo scolastico. Poco più di un anno fa, il 22 settembre 2019, come FAI organizzammo, con la Direzione del Museo archeologico, un incontro (Il patrimonio storico- artistico del territorio sipontino: progetti in corso e prospettive di valorizzazione turistica) per avviare una riflessione in merito, cui purtroppo non è seguito molto, non solo per il Covid.
Non crediamo che si tratti solo di risorse finanziarie: negli anni passati cospicue sono state quelle arrivate, a partire dal POin “Attrattori culturali, naturali e turismo”, ed altre potranno arrivare attraverso linee di finanziamento nazionali e comunitarie. Il problema che occorre porsi al più presto è quello del modello di gestione di questo importante patrimonio, considerati, tra l’altro, la scarsità del personale statale destinato all’accoglienza e alla fruizione e i ritardi (causa Covid) del concorso bandito lo scorso anno, nonché la molteplicità delle istituzioni coinvolte in un singolo sito.
Augurando buon lavoro ad Annalisa Treglia e Francesco Longobardi, incaricati da qualche mese della direzione del Museo e del Parco archeologico, esprimo l’auspicio che, senza attendere la fine della pandemia, si apra quanto prima una riflessione sui progetti futuri ed un confronto sulle modalità di gestione di tutto questo patrimonio tra tutti gli attori interessati. Tra i quali, anche in un periodo di commissariamento dell’amministrazione, il cui termine non è vicinissimo, ci deve essere la comunità, sempre più disorientata, ma che deve tornare ad avere un ruolo di partecipazione attiva, non di spettatore silente, nelle vicende che riguardano Manfredonia e il suo territorio.
Saverio Russo (Presidente FAI Puglia)
Sarebbe opportuno che si apra subito un dibattito nella comunità sipontina sulla fruizione dei beni culturali, a partire da quelli comunali (l’Archivio Storico e le Civiche Biblioteche Unificate), che, come scrive il prof. Saverio Russo, attendono da anni un’adeguata valorizzazione” e che, purtroppo, versano attualmente in condizioni precarie, quando non sono addirittura in parte o del tutto inagibili.
Gli studiosi sipontini (in primo luogo quelli appartenenti alla Società di Storia Patria per la Puglia, al Nuovo Centro di Documentazione Storica e all’Archivio Storico Sipontino, i quali hanno continuato a condurre ricerche e a promuovere, con proprie risorse finanziarie, la divulgazione di temi storico-culturali riguardanti il territorio) sono oggi chiamati a svolgere un ruolo più attivo nell’agevolare la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico, culturale e ambientale della nostra comunità, d’intesa con la stampa locale (ManfredoniaNews, Stato quotidiano, il Sipontino.net, i diversi pubblicisti e corrispondenti di quotidiani), costruendo una rete di rapporti con le istituzioni (Museo nazionale e Parco archeologico, Scuola, Università) e le associazioni culturali dell’intera Daunia.
Va certamente ripreso il discorso sul patrimonio storico-artistico del territorio sipontino, promosso dal FAI nel 2019, e va, inoltre, svolta una vigile azione di salvaguardia del territorio (anche al fine di scongiurare l’insediamento di attività ad alto rischio per la comunità locale).