Martedì 19 Novembre 2024

Note storiche sulla Chiesa di Santa Maria della Stella o Stella Maris di Manfredonia, nei pressi del Castello

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Su quanti pensano che la chiesa Stella o della Stella, come la chiamano i manfredoniani, sia relativamente recente si sbagliano: la sua edificazione risale ai primi anni del XVI secolo. Essa, con l’adiacente convento, fu costruita nei pressi del castello e del cosiddetto Piano delle fosse dal 1516 ad opera dell’arcivescovo-cardinale Giovanni Maria Ciocchi del Monte (1513-1544) 1, poi Papa Giulio III (1550-1555).

Dopo poco più di un secolo, nell’agosto del 1620, fu saccheggiata e distrutta assieme al convento dai Turchi che invasero e occuparono saccheggiando la città per alcuni giorni. Solo poco più di cinquant’anni dopo da quell’evento, nel 1674, il convento fu ricostruito e trasformato in orfanatrofio grazie alla nobile famiglia de Florio e nello stesso tempo, durante i lavori di consolidamento e ripristino, un suo ambiente veniva adibito a cappella con funzione di chiesa. Essa, infatti, è nota anche attraverso un’attenta lettura che ne deriva osservando l’incisione del 1703 di fra’ Giovan Battista Pacicchelli (1641-1695, noto incisore e storico dell’epoca) che ne “Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci province” (pubblicato postumo) ci illustra una città vista dal mare, con diversi edifici ancora distrutti o buona parte ancora da ricostruire, in cui si nota il campanile visto dal retro che in pratica si troverebbe sul lato destro dell’ingresso della chiesa (lato cattedrale) e non sul lato sinistro (lato castello) come e’ oggi.  La posizione del campanile è confermata ancora  in una cartolina degli inizi del 1900, edita da P. Robustelli, che viene pubblicata da G. Palomba nel 1994 in “Manfredonia dalla fine dell’800 agli anni quaranta attraverso le cartoline d’epoca”, Edizioni del Golfo – Manfredonia.

Un contributo interessante ci perviene da Antonio Ferrara che ne “Il castello e la cinta della piazza di Manfredonia”, per la serie i Quaderni (n. 8) dell’ Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo – Grafsud Foggia, 1978 – pubblica una planimetria del XVIII sec., in b/n indicata come TAV. 1, non autografa. Detta planimetria, redatta da addetti del Genio Militare della Casa Reale, riporta una legenda in lingua spagnola per la cui traduzione il Ferrara si avvalse di una interprete o professoressa di spagnolo. 2

Il testo della legenda è cosi tradotto: Pianta del Castello e parte della città di Manfredonia nelle quali sono indicare le case che sono state ricostruite secondo i particolari, senza il permesso di S.M., come anche le rovine della stessa città poste di fronte al baluardo dell’ Annunziata, quindi aggiungiamo nei pressi della Chiesa Santa Maria della Stella, nella planimetria originale indicata con il n. 38. Antistante l’ingresso sono disegnati alcuni scalini per cui possiamo affermare che il piano stradale, rispetto a quello attuale, era circa 60 cm. al di sotto. Inoltre, grossomodo, I’attuale Sacrestia era occupata dalla Dogana, mentre l’attuale salone e locale catechesi, fronte Via del Porto, e altra costruzione in Vicolo delle Orfanelle erano destinati agli orfani. Di dette informazioni e notizie storiche ne discussi, nell’autunno 1997, con il parroco don Nicola Ferrara in occasione dei lavori di manutenzione straordinaria a causa dell’umidità che affliggeva l’aula liturgica e con l’avv. Berardino Tizzani grande collezionista di santini.

Il Tizzani mi raccontava a proposito del periodo storico anzi citato, che da notizie e da un libello in suo possesso sulla vita di San Gerardo Maiella (1726-1755), che nel mentre con alcuni chierici si recava in pellegrinaggio alla grotta di San Michele, il santo fece sosta a Manfredonia e fu ospite proprio del Parroco della Chiesa Stella.

La Congregazione della Carità di Manfredonia il 18 aprile 1931, Anno IX, con atto n. 905 di repertorio del notaio Francesco Paolo Nigro, cedette a S.E. Mons. Alessandro Macchi, Vescovo di Como e Amministratore Apostolico di Manfredonia e Vieste, …1) la Chiesa della Stella per installarvi una parrocchia, a condizione che la chiesa medesima torni all’attuale proprietario “Orfanatrofio Femminile” in qualunque tempo la Parrocchia venisse soppressa; 2)…una casa soprana…in Via Porto n.4, confinante con detta via, con la Chiesa della Stella… da adibirsi ad abitazione del parroco; 3)… una casa sottana… in Via Porto civico 2, confinante con detta via, col Corso Manfredi e con la Chiesa Stella… per l’istituendo ufficio parrocchiale.

Con l’arrivo dell’arcivescovo Mons. Andrea Cesarano l’Aula Liturgica, tra il 1935 e il 1937, viene ricostruita e abbellita ex novo …su progetto del canonico prof. Salvatore De Finis, al quale fu affidata anche la direzione dell’esecuzione dei lavori come afferma il Gentile nella sua “Manfredonia, testimonianze vecchie e nuove”. Una variante in corso d’opera comunque ci fu, rispetto al progetto originario, come mi riferiva l’arcivescovo Valentino Vailati, appassionato di storia locale e della vita di San Lorenzo Maiorano, nel corso di una delle due visite che gli feci nel 1996, prima d’iniziare i lavori di manutenzione straordinaria predetti. La variante si riferisce all’ingresso laterale della chiesa con lo spigolo a mo’ di torretta disegnata da un architetto della Santa Sede di origine veneta. Nello stesso periodo sono stati realizzati i dipinti ad opera dell’artista Natale Penati di origini milanesi che ha decorato la navata, il presbiterio e il soffitto a cassettoni. Aperta al culto nel 1937 dall’Arcivescovo Cesarano, divenne Parrocchia nel 1940.

Dal 1964 al 1987 la chiesa è rimasta chiusa, per brevi periodi, tre volte per interventi e lavori di manutenzione, anche a conseguenza degli eventi alluvionali del 1972 e 1976, mentre i lavori di manutenzione straordinaria all’interno della chiesa, progettati e diretti dal sottoscritto, sono stati eseguiti tra il 1997 e il 1998.

Arch. Francesco Sammarco

 

1 – G. A. Gentile in: Manfredonia, testimonianze vecchie e nuove, Tipografia dell’Abbazia di Casamari (FR), 1979.

2 – Detta informazione mi è stata riferita dal figlio del Ferrara, ing. Michele, in occasione di una mia intervista presso la sua abitazione, in Piazza del Popolo, in data 26 novembre 1997.

 

 

 

 

 

 

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