Martedì 19 Novembre 2024

Curiosità dal calcio cinese

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A quanti tifosi è capitato di assistere ad una partita di calcio e reputare incomprensibili alcune decisioni prese dall’arbitro? Per quanto strana possa essere stata, però, nulla in confronto a quello che accade nel campionato universitario in Cina. Ecco cosa è accaduto.

 Il colore dei capelli costa una partita

Potrà sembrare assurdo ma nel campionato di calcio universitario cinese i calciatori e le calciatrici non possono tingersi i capelli prima di un incontro. In caso contrario, la squadra di appartenenza può subire la sconfitta a tavolino per 3 a 0. È ciò che è accaduto alle giocatrici dell’università di Fuzhou: prima di un incontro con un’università avversaria che milita nello stesso campionato, è stato effettuato il controllo della tonalità dei capelli che è risultata troppo chiara rispetto agli standard che sono previsti da regolamento. Lo staff dirigente della squadra ha provato a risolvere il problema acquistando una tinta istantanea che però non ha garantito la tonalità desiderata, portando all’inevitabile sconfitta dello Fuzhou.

 Altri divieti particolari del calcio cinese

 Se il divieto imposto per quanto riguarda il colore dei capelli può sembrare assurdo e addirittura esagerata la punizione imposta in caso di mancato rispetto della regola, va però detto che non si tratta dell’unica stranezza che si può leggere nel regolamento del campionato di calcio cinese, a qualsiasi livello. Tutti i giocatori, sia per quanto riguarda il comparto maschile che quello femminile, non possono sfoggiare pettinature strane o tagli di capelli insoliti. Inoltre c’è il divieto assoluto di tatuarsi o comunque di farlo in zone del corpo che siano visibili al di sotto dei vestiti. Infine durante il match e nelle competizioni ufficiali non è possibile indossare accessori di qualunque tipo. Insomma, regole di look molto precise che cozzano con qualsiasi desiderio di stravaganza.

 E in Italia cosa accade?

 Ma cosa succede nei nostri campionati? Non è difficile immaginare che non esistono divieti così stringenti, almeno a giudicare dai giocatori delle squadre di serie A, che sfoggiano ad ogni partita un look diverso, con tanto di taglio di capelli e tinte molto stravaganti, senza parlare dei tatuaggi che sono un po’ il minimo comune denominatore dei calciatori che giocano in Italia. L’unico divieto effettivamente in vigore è quello di indossare accessori durante lo svolgimento del gioco ma la decisione è legata soprattutto ad una questione di sicurezza perché durante gli scontri fra i giocatori potrebbero causare incidenti.

 

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