L’ex sindaco Gaetano Prencipe ha proposto in uno dei suoi ultimi comunicati dei temi interessanti che meritano la necessaria considerazione: ZES, mobilità e Parco Archeologico di Siponto. L’assenza di una guida amministrativa non può e non deve, infatti, giustificare l’assenza della politica né si può sottacere l’evidente disinteresse di chi, pur ricoprendo ruoli istituzionali e politici importanti, continua a non svolgere il compito che gli è stato assegnato dagli elettori.
Noi di CON riteniamo pertanto doveroso ed importante instaurare un confronto costruttivo e sinergico con le altre forze politiche della città, ma anche con i comuni limitrofi, perché alcune questioni necessitano di apertura e condivisione, se non vogliamo perdere importanti occasioni di sviluppo.
Per quanto riguarda la ZES (Zona Economica Speciale), si sta presentando una nuova occasione che solletica l’interesse degli imprenditori. L’area dell’ex Enichem e lo stesso porto industriale, che da qualche settimana è anche zona franca doganale, offrono rilevanti vantaggi fiscali oltre che disponibilità di aree attrezzate. È quindi necessario interloquire con il Comune di Monte Sant’Angelo per evitare fughe in avanti che, come accaduto già in passato, non tengono conto che quell’area, pur ricadendo nel perimetro di Monte, non può prescindere dalla condivisione delle scelte con la vicinissima città di Manfredonia. Come evidenziato da Prencipe, inoltre, per queste aree non si può non condividere l’utilizzo dell’APPEA ovvero di aree produttive caratterizzate dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e servizi centralizzati idonei a garantire gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo locale e ad aumentare la competitività delle imprese insediate. In questo contesto vanno necessariamente coinvolti l’autorità portuale e il consorzio ASI di Foggia, poiché ci sono tutte le condizioni per un rilancio dell’area e delle sue infrastrutture, con risorse, incentivi e strumenti di governo partecipativi. Bisogna occuparsene presto.
Nel contesto dell’area industriale, sarebbe inoltre utile e necessario comprendere che fine ha fatto il progetto dell’elisuperficie per 600 mila euro, che aveva l’ambizione non solo di collegare Manfredonia alle Isole tremiti, ma anche di consentire alla città di Manfredonia di recuperare manufatti importanti, ormai abbandonati da decenni sul porto industriale, per farne un punto di riferimento della Protezione Civile in Capitanata per quanto riguarda il soccorso di emergenza e urgenza.
In tema di mobilità, i famosi 50 milioni di euro del treno-tram che fine hanno fatto? La Regione Puglia si assuma concretamente la responsabilità della sua realizzazione e costringa il gruppo di Ferrovie dello Stato a dimostrare di avere interesse per la nostra terra e a rimuovere ostacoli che a noi sembrano solo pretestuosi. Possibile che un progetto inseguito e sostenuto per oltre un decennio debba ridursi ad una stazione ferroviaria costata due milioni di euro che rischia di diventare una cattedrale nel deserto? È il momento delle risposte. Il treno-tram probabilmente non è stato compreso da molti, in quanto sotto un nome che può sembrare riduttivo, insieme al progetto fronte-mare, costituisce una grande occasione di riqualificazione urbana per Manfredonia, che mette in connessione aree separate dalla ferrovia e ne rende fruibili molte altre. Ed è in questa direzione che bisogna riprendere il lavoro urbanistico degli ultimi anni.
Altra priorità è un piano straordinario di riqualificazione dell’intera area dei comparti, per riconnetterli al resto della città e dotarli di servizi.
Un capitolo a parte merita la questione sanità. Non c’interessa ridurre l’ospedale cittadino ad un mero slogan promozionale per raccogliere consensi. Noi sappiamo che ci sono motivazioni che possono portare a giocarci delle possibilità concrete per avere una nostra specificità, ed a breve lanceremo la nostra proposta. L’emergenza epidemiologica in corso ha aperto una seria riflessione su quanto sia importante il diritto alla salute. E a proposito di diritto alla salute, cosa ne è stato della Casa della salute per monitorare i cittadini di Manfredonia? Lo studio epidemiologico ha dimostrato ampiamente i danni procurati dal petrolchimico alla nostra popolazione ed il presidente della Regione Puglia deve mantenere l’impegno preso.
Inoltre, dopo aver per anni parlato del disastro ambientale causato dall’ex Enichem, bisogna richiamare Eni alle sue responsabilità, che non possono ridursi ad una bonifica delle aree dalla stessa inquinate, ma ad investimenti nel nostro territorio che possano risarcirci non solo dell’inquinamento subito, ma anche delle possibilità perdute. L’Eni deve aiutarci a risollevarci anche economicamente. Ce lo deve.
Sul piano culturale la città ha saputo cogliere diverse occasioni negli scorsi anni, ma c’è ancora tanto da fare perché la Siponto da cui noi manfredoniani discendiamo possiede un patrimonio immenso ancora da scoprire e valorizzare, e non possiamo permettere che questo tema resti nelle mani di amanti della storia, ma che nulla hanno a che fare con la ‘nostra’ storia. Manfredonia deve riappropriarsi della sua identità e per costruire il proprio futuro deve necessariamente partire dal suo passato, portando alla luce tesori la cui bellezza è da mozzare il fiato.
CON Manfredonia è pronta. Vogliamo essere protagonisti della nostra città di cui abbiamo ben chiare le potenzialità, senza delegare a nessuno la nostra voglia ad esserci. Il cambiamento si fa con i fatti e non con la demonizzazione dell’avversario che, a quanto pare, è purtroppo l’unica e sola arma di cui molti dispongono, senza avere alcuna proposta concreta per il rilancio della nostra città.
Noi ci siamo. E voi, siete CON noi?
Maria Teresa Valente
CON MANFREDONIA