Domenica 22 Dicembre 2024

Completati i lavori della chiesa di San Domenico di Manfredonia

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E alla fine anche le ultime impalcature che coprivano la facciata della chiesa di San Domenico sono state rimosse, portando alla luce l’egregio lavoro di restauro effettuato dalla restauratrice Annalisa Costanzo della ditta Omphalos Restauri di Leonardo Marrone, sotto l’alta sorveglianza della dott.ssa Diana Venturini della Soprintendenza Beni Culturali di Foggia. Cominciati nel 2019, come abbiamo già raccontato nel numero del 13 luglio dello stesso anno, con finanziamenti ricevuti grazie all’interessamento del compianto Mons. Castoro, i lavori di restauro, diretti dall’architetto Antonello D’Ardes, hanno visto l’intervento di consolidamento del campaniletto; la revisione di tutte le coperture (tetti e terrazze) per eliminare le infiltrazioni; la manutenzione straordinaria dei prospetti esterni; la sostituzione di alcuni conci del prospetto principale della chiesa; e infine la pulitura del portale e il restauro artistico della lunetta del protiro, su cui era a malapena visibile l’immagine della Madonna del Rosario. Il portale, costituito da materiale lapideo più o meno poroso, non presentava dissesti strutturali, ma aveva evidenti attacchi biologici, funghi e muffe, sul timpano e sui motivi decorativi. Anche il dipinto della Madonna del Rosario all’interno del timpano era ridotto oramai ad una traccia evanescente. Oltre agli attacchi biologici sulle colonne e i capitelli che sorreggono il protiro, il sottostante basamento rappresentato dai due leoni stilofori, presentava delle erosioni della pietra dovute agli agenti atmosferici. Il restauro effettuato si è posto come finalità il ripristino dell’originaria cromia e bellezza del portale, oltre ad un trattamento per rallentarne i processi di degrado e garantirne la conservazione nel tempo. Le zone in questione sono state trattate innanzitutto con spruzzi d’acqua per inumidire i depositi di sporco, poi si è provveduto a stendere una sostanza adatta a rimuovere i microrganismi, sostanza che è stata poi rimossa con spazzole di saggina e acqua demineralizzata, per poi eseguire una pulitura meccanica per mezzo di sabbiatura con ossido di alluminio. Le vecchie stilature presenti nelle fessure, sono state rimosse e ripristinate con malte simili alla materia originale. Infine il tutto è stato trattato con una sostanza consolidante e ad azione protettiva. Un lavoro simile è stato effettuato per il restauro del dipinto del timpano: si è consolidato l’intonaco e ripulito il dipinto, consolidando anche la pellicola pittorica. Sono state integrate le lacune e le parti cromatiche mancanti per poi stendere una sostanza protettiva. La pulitura accurata della facciata ha messo in risalto tracce di colore sull’agnello sulla trabeazione e dettagli dello stemma angioino in cima al portale, stemma che, come afferma l’architetto Michele Di Lauro, sarebbe la conferma della data di edificazione dell’originaria chiesa dedicata a Maria Maddalena, poi San Domenico, nel periodo storico corrispondente al regno di Carlo I d’Angiò. Prova ne sarebbe la presenza, sopra la scultura dello stemma, del cosiddetto Capo d’Angiò, ovvero una onorificenza che venne introdotta per la prima volta in Italia da Carlo I d’Angiò, che concesse questo titolo onorifico a città e famiglie a ricordo della vittoria ottenuta su Manfredi a Benevento. Ma il restauro ha messo in risalto anche l’immagine della Madonna del Rosario, una rappresentazione iconica legata proprio a San Domenico, a cui è dedicata la chiesa e quello che una volta era il convento annesso. Infatti, secondo la tradizione, agli inizi del Duecento, mentre San Domenico di Guzman stava pregando per scongiurare il pericolo degli Albigesi, gli apparve la Madonna che gli consegnò un rosario e gli disse che quell’arma avrebbe vinto l’eresia; lo invitò quindi a pregare con il rosario per la salvezza degli uomini. Un grande lavoro per riportare all’originario splendore un portale che, trovandosi nella piazza principale della città, è un biglietto da visita visibile fin dall’alto di via Scaloria. Ed è grazie a Don Matteo Tavano, rettore dal 1998, che questa bellissima chiesa è aperta al culto e al pubblico, altrimenti sarebbe sempre chiusa, come tante altre bellissime chiese della città. Adesso affidiamo il portale restaurato all’attenzione e alla cura dei cittadini che portano i loro bambini a giocare in Piazza del Popolo, perché gli insegnino a rispettare il lavoro di chi ha riportato all’antico splendore questo bellissimo portale, affinché possa venire ammirato anche dalle generazioni future.

Mariantonietta Di Sabato

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