Contrariamente a quanto viene riportato da molti saggisti, nelle comunità sipontina e garganica la devozione verso S .Martino è (od era) molto sentita.
In alcune comunità italiane, S. Martino viene considerato come protettore dei “cornuti”; in effetti questa convinzione è dettata dalla circostanza che il santo è stato sempre considerato come protettore dei bovini
Nelle nostre comunità, egli viene invocato in modo particolare per curare il dolore di pancia (ventre), e nel caso si riporta una vecchia invocazione:
Sande Martine da lla Frange veniste,
truvaste n’ome bbune e na fèmmena triste.
Ciambotte de sparrune ve site mangéte
e a sande Martine nn’avite nvetéte.
(San Martino dalla Francia venisti/ trovasti un uomo buono e una donna triste, “ria”-/ Ciambotta di sparroni (spari) avete mangiato/e a san Martino non avete invitato).
E man mano che si recita la tiritera, l’operatore (in particolare la mamma nei confronti dei suoi piccoli pargoli), accarezza lentamente il pancino; ed un po’ alla volta pare che i dolori scompaiono.
Il riferimento all’uomo “buono” (che tutto sopporta) ed alla donna “triste”, cioè cattiva, potrebbe mettersi in correlazione alla protezione dei cornuti” ed alla frustrazione delle donne “ribalde”.
Della invocazione si conoscono molteplici varianti, a seconda delle località nelle quali si sono riscontrate le fonti orali.
Sempre nella comunità sipontina san Martino viene usato o invocato come espressione di augurio e di crescita.
Ad un bimbo o bambina, in fasce, ben pasciuti, vien detto a mo’ di augurio: sande Martine, od anche: sande Martine, crisce sande (san Martino cresci, sviluppati, santo, cioè benedetto); e sempre san Martino viene citato a fronte del pane temprato in casa nella madia (a fazzatore) che deve ben lievitarsi (accrèsce).